Per parafrasare un famoso proverbio, il mercato è morto evviva il mercato. L'inutilmente lunga sessione estiva di calciomercato si è chiusa lasciando i tifosi con nuove speranze o con cupe certezze, pronte a essere confermate o smentite dall'inflessibile giudizio del campo.
Vediamo come stanno le squadre milanesi, due realtà in evidente difficoltà economica, ma pur sempre con un blasone da onorare.
Inter
Chiunque a qualunque livello nella squadra nerazzura ha detto e ripetuto per gran parte della scorsa stagione che con Giugno 2014 si sarebbe chiusa un'era coi definitivi cambi societari e un monte di contratti in scadenza, soprattutto dei giocatori chiave degli ultimi anni di successi. La rosa andava di fatto rifondata, trovando nuovi titolari e nuovi equilibri.
L'organico è composto da venticinque giocatori, così suddivisi:
Portieri: Samir Handanovic (1), Juan Pablo Carrizo (30), Tommaso Berni (46)Cambio
solo nel terzo, con un nome utile per le liste UEFA in quanto vivaio
italiano. Handanovic è l'indiscusso titolare, ormai al terzo anno, anche
se il suo rendimento nello scorso campionato è stato discutibile.
Carrizo è il secondo designato, con qualche problema di troppo in
termini di affidabilità. Reparto comunque completo, senza particolari
necessità nel breve.
Difensori: Ibrahima Mbaye (25, se valgono i numeri delle amichevoli), Jonathan (2), Juan Jesus (5), Marco Andreolli (6), Hugo Campagnaro (14), Nemanja Vidic (15), Dodô (22), Andrea Ranocchia (23), Danilo D'Ambrosio (33), Isaac Donkor (54), Yuto Nagatomo (55)
Numericamente abbiamo quattro esterni, cinque centrali e Mbaye, rimasto a sorpresa, come jolly per entrambi i ruoli. Un reparto quindi completo che ha visto come nuovi innesti Vidic per portare leadership, esperienza e indubbie qualità e Dodô come esterno mancino, ruolo totalmente scoperto. Le incognite stanno nell'affidabilità delle riserve dei centrali, che vedono un Campagnaro totalmente da recuperare a livello di rapporto col tecnico, Andreolli che non convince del tutto e viene da una stagione quasi senza giocare e Donkor che è un classe '95 senza alcuna esperienza di calcio vero. Mbaye, che nei piani doveva giocare altrove, saprà ritagliarsi un suo spazio? Tecnicamente è un giocatore interessante, su cui lavorare anche come ruolo e che potrebbe scalare le gerarchie. Il grande assente è il miglior centrale della passata stagione, anche come gol segnati, ovvero quel Rolando rimasto da emarginato al Porto. Ne riparleremo tra 6 mesi?
Centrocampisti: Mateo Kovacic (10), Fredy Guarin (13), Zdravko Kuzmanovic (17), Gary Medel (18), Joel Obi (20), Renè Krhin (44), Anderson Hernanes (88), Yann M'Vila (90)
Il reparto che vede più novità in assoluto, di cui più si è parlato nel campionato passato e da cui dipendono molte delle fortune dell'Inter.
L'età media è di venticinque anni, quattro giocatori sono nati dal 1990 in poi e nessuno tocca le trenta primavere. Dovendo categorizzare si può dividere i giocatori in mediani posizionali (M'Vila, Krhin, Kuzmanovic), mediani di corsa (Obi, Medel) e giocatori di qualità, adattabili anche a giocare sulla trequarti (Hernanes, Kovacic, Guarin). Mazzarri ha libertà di scelta, ma deve scendere a patti con le caratteristiche dei singoli e trovare un giusto equilibrio tra attenzione difensiva e qualità offensiva. Dei nuovi la grande scommessa è il francese M'Vila, chiamato a tornare la promessa di Rennes dopo anni difficili, mentre Krhin e Obi sono principalmente carne da lista UEFA. Medel è un giocatore dal rendimento sostanzialmente certo, il mediano difensivo puro che manca da anni fondamentale per l'allenatore. Hernanes è chiamato a prendere per mano tutti facendo il vero salto di qualità che gli è sempre mancato mentre Kovacic dopo un anno di apprendistato deve riuscire a imporsi come realtà del calcio almeno italiano. La vera, grandissima incognita è il colombiano Guarin, in lista cessioni fino all'ultimo minuto. Va ricostruito il rapporto umano e tecnicamente va inquadrato in una squadra che, per come è strutturata, ha un bisogno estremo dei suoi strappi offensivi.
Attaccanti: Pablo Daniel Osvaldo (7), Rodrigo Palacio (8), Mauro Icardi (9)
Numericamente il reparto è chiaramente incompleto. I tre sono circa sullo stesso piano come considerazione e potete scegliere la coppia che più vi stimola. Il leader designato è senza dubbio Palacio che viene da due anni ottimi dal punto di vista personale, ma i riflettori sono tutti puntati su Icardi che è la punta del futuro, il nuovo Crespo/Batistuta. Dalla sua crescita e dal riscatto di Osvaldo dopo un anno ai margini passano sostanzialmente tutte le speranze dell'Inter, almeno fino al prossimo mercato. Il "vecchio" Palacio dal canto suo riuscirà a garantire il solito rendimento dopo un anno da stakanovista, un Mondiale giocato da infortunato e una preparazione saltata? L'azzardo è chiaro ed è triplice, situazione veramente al limite per un reparto assolutamente decisivo nelle sorti della squadra. Vista la scarsezza di alternative Mazzarri darà spazio a Bonazzoli e Puscas, almeno nelle coppe?
L'Inter si è mossa sul mercato guardando alle necessità tecniche, ma anche se non principalmente al bilancio. Spese poche, movimenti assai oculati, nessuna cessione remunerativa hanno portato a una rosa interessante dalla metà campo in giù, ma estremamente limitata dalla metà campo in su. La colpa vera e grave è l'assenza di una quarta punta in grado di completare il reparto offensivo, quel giocatore tecnico, veloce e con dribbling capace di giostrare tra le linee per aprire le difese chiuse che tanto si sono sofferte nella passata stagione. Il grosso del lavoro spetta ancora una volta al tecnico Walter Mazzarri, a cui è stata rinnovata fiducia con anche un nuovo contratto. La squadra nerazzurra deve trovare una svolta offensiva attraverso il gioco, visto che a livello di singoli l'attacco è ridotto all'osso e il centrocampo ha il solo Hernanes come realizzatore credibile a meno di imprevedbili exploit di Guarin. In molto è stato assecondato, ora deve dare quel plus che il suo stipendio e la sua considerazione richiedono. Aspettando, magari, Gennaio (sicuro mantra della dirigenza per i prossimi mesi, tifosi siate pronti). La squadra deve assestarsi, trovare nuovi titolari e gerarchie, mi aspetto di vedere alternanza nelle scelte almeno nel primo periodo. La gestione del girone di Europa League sarà fondamentale per mantenere un certo passo in campionato e sarà un vero test per la preparazione fisica del famoso preparatore Pondrelli.
Milan
La sponda rossonera di Milano viene da una insolita stagione con due allenatori e un cumulo di macerie da ripulire. Si è iniziato appuntando Inzaghi come nuovo tecnico e si è proseguito sostanzialmente rivoluzionando la rosa, soprattutto nel reparto offensivo. Senza coppe europee il mister avrà più tempo per plasmare la sua squadra, indubbiamente un bene dopo tanta confusione recente.
L'organico è composto da ventotto elementi:
Portieri: Diego Lopez (23), Christian Abbiati (32), Michael Agazzi (1)
Reparto di fatto rifatto ex novo che vede tre portieri "firmati" in questo mercato, tramite acquisto o rinnovo. Diego Lopez dal Real Madrid è l'indiscutibile titolare, alla prima vera esperienza da numero uno di spessore dopo una carriera di secondo piano e una chiamata inattesa dalla casa blanca, fruttuosissima. Abbiati scala a fare il secondo mentre risulta quantomeno particolare la questione Agazzi. Arrivato a parametro zero e col numero 1 sono bastate poche settimane per farlo finire addirittura nella lista cessioni. Non il terzo portiere a cui siamo abituati, in un reparto affidabile dopo tanto tempo.
Difensori: Ignazio Abate (20), Pablo Armero (27), Michelangelo Albertazzi (14), Daniele Bonera (25), Alex (33), Mattia De Sciglio (2), Phillippe Mexes (5), Cristian Zapata (17), Cristian Zaccardo (81), Adil Rami (13)
10 uomini senza le coppe sono numericamente anche troppi. I terzini vedono una coppia di pura potenza in Abate e Armero, entrambi tecnicamente rivedibili e difensivamente permeabili, e la coppia "delle giovanili", con De Sciglio chiamato a riscattare una stagione complicata magari alternandosi tra destra e sinistra. La batteria dei centrali vede un evidente esubero (Zaccardo) in un insieme di giocatori che partono più o meno alla pari e andranno scremati da Inzaghi. Fisicità tanta, velocità solo in Zapata, conterà anche lo stato di forma.
Centrocampisti: Nigel de Jong (34), Michael Essien (15), Riccardo Montolivo (18), Sulley Muntari (4), Andrea Poli (16), Riccardo Saponara (8), Giacomo Bonaventura (89), Marco van Ginkel
Un reparto fondato, senza mezzi termini, sulla fisicità di de Jong, chiamato a dare solidità a mediana e difesa. Nel reparto a tre voluto da Inzaghi come interni si possono avvicendare sostanzialmente tutti gli altri, a seconda di voler avere surplus di fisicità o di tecnica. La scommessa potrebbe essere l'invenzione di Saponara, uno che per mille motivi non è ancora uscito da Empoli, o un tentativo col nuovo acquisto Bonaventura, da sempre giocatore eclettico capace di adattarsi e che presumibilmente vedremo anche in attacco. Van Ginkel viene da una stagione di sostanziale fermo, al Vitesse prometteva bene, ma vale la pena puntare su giocatori di altri da sviluppare? Leader emotivo del gruppo Sulley Muntari, che nel suo disordine trova spesso gol fondamentali per le economie rossonere. Montolivo al ritorno dall'infortunio cosa farà? Un ruolo per il capitano del nuovo corso andrà trovato, con un compromesso tra le sue caratteristiche e le idee tattiche in quanto il suo dinamismo si sposa poco col ruolo di interno. Per rendere il Milan una squadra davvero pericolosa qualcuno qua in mezzo dovrà fare un salto di qualità.
Attaccanti: Fernando Torres (9), Giampaolo Pazzini (11), Jeremy Menez (7), Keisuke Honda (10), Mbaye Niang (19), Stephan el Shaarawy (92), Hachim Mastour (98)
Sei elementi effettivi più l'inserimento di Mastour, uno che in teoria dovrebbe stare ancora negli Allievi, con un cambiamento totale di impostazione dovuto alla cessione di Balotelli. Pazzini e Torres sono le punte pure, Menez è stato scelto come loro sostituto di emergenza in una soluzione ardita quanto inedita su cui è meglio stare prudenti. Il 7 e gli altri saranno chiamati a giostrare sulle fasce cercando giocate e qualità. El Shaarawy liberato dal peso di Balotelli e, si spera, dai guai fisici è chiamato a tornare se stesso, Honda dopo mesi di apprendistato e la preparazione fisica adeguata può portare geometrie e playmaking che nessun altro ha, mentre se ci si aspetta da lui le classiche giocate da esterno rapido ed esplosivo inevitabilmente si finirà delusi . Niang è quasi l'opposto del giapponese, tutto corsa e fisicità, ma ha l'età e una nuova fiducia generale dalla sua, che tuttavia dureranno poco se non riuscirà a trovare la via del gol. Tra tante scommesse le fortune del reparto e del Milan tutto passano dalle resurrezioni del 9 e del 92, o di almeno uno dei due.
Inzaghi porta già di suo speranze, freschezza e nuove idee, in più la squadra è stata rifatta per metterlo nelle condizioni di lavorare al meglio, nei limiti delle ristrettezze economiche. La cessione di Balotelli oltre a portare soldi freschi stravolge le gerarchie tecniche e permette di liberarsi da fastidiosi compromessi. Si perde un talento, ma presumibilmente ora tutti gli altri sono un attimo più liberi di giocare secondo le loro capacità non dovendo assecondare un solista simile. La rosa è ampia specie non avendo le coppe europee e fornisce una certa varietà di idee, che fa spesso rima con scommesse di cui vanno sempre tenuti in considerazione i risvolti negativi. Il nuovo tecnico dovrà stare attento a non perdersi in troppe alchimie, una tentazione abbastanza comoda per chi è chiamato a stupire e vola sulle ali dell'entusiasmo. I dubbi veri sono sulla tenuta difensiva nel lungo periodo e su un ambiente che negli ultimi anni si è rivelato insospettabilmente un vero tritacarne. Il modo migliore per non avere problemi è macinare risultati, nascondendo tutto lo sporco possibile sotto il tappeto. Stona nel contesto generale la cessione di Bryan Cristante, centrocampista classe '95 già da tempo nel giro della prima squadra, investito a più riprese come talento del futuro, ma nelle condizioni attuali ai soldi (anche pochi) non si comanda.