Portieri:
Romero (AZ Alkmaar), Andújar (Catania)
Difensori:
Coloccini (Newcastle), Pareja (Espanyol), Zabaleta (Manchester City), Insúa (Liverpool), Heinze (Marsiglia)
Centrocampisti:
Jonás Gutiérrez (Newcastle), Mascherano (Liverpool), Di María (Benfica), Aimar (Benfica), Lucho González (Marsiglia)
Attaccanti:
Messi (Barcellona), Lavezzi (Napoli), Tevez (Manchester City), Milito (Inter), Agüero (Atlético Madrid), Higuaín (Real Madrid)
PS: Mancano i giocatori che militano nel campionato argentino, i cui nomi verranno comunicati più avanti.
Come nelle precedenti occasioni le sorprese non sono poche. Alcune piacevoli, altre decisamente meno. Era infatti lecito pensare che il DT della Seleccion avesse finalmente imparato dai propri errori, ma a quanto pare le vacanze non hanno portato nè buon senso nè capacità di critica e di analisi.
In difesa si nota subito la rinuncia all'interista Zanetti, che, dopo aver perso la fascia di capitano, perde dunque anche il posto in nazionale. Una scelta poco condivisibile, dal momento che nelle ultime uscite il Pupi è stato uno dei pochi ad avere un rendimento minimamente accettabile e assieme a Veron è parso l'unico leader in una squadra completamente allo sbando ed in balia di se stessa e degli avversari.
Altra assenza sorprendente è sicuramente quella del Muro Walter Samuel, la cui cartolina, evidentemente, non è stata ricevuta dal destinatario. Una decisione, quella di Maradona, che farà discutere a lungo, soprattutto alla luce degli imbarazzanti problemi difensivi messi in mostra dalla sua squadra. Quindi, mentre il miglior difensore argentino rimane comodamente seduto in poltrona -assieme ad Esteban Cambiasso, escluso illustre di lunga data- continua a trovare spazio Gabriel Heinze. Il neo-acquisto del Marsiglia gode infatti della stima assoluta da parte del DT e nonostante le sciagurate prestazioni precedenti rimane un punto fisso della retroguardia albiceleste.
Ancora più inspiegabile è la convocazione di Coloccini, giocatore che in Europa non ha mai trovato la sua vera dimensione e che attualmente milita nella Championship inglese.
Nel reparto offensivo la scelta più discutibile è sicuramente quella del Pocho Lavezzi, l'ennesima seconda punta dal baricentro basso in un reparto che può già fare affidamente su Messi, Tevez e Aguero. Al contrario la necessità è quella di schierare una prima punta di ruolo, un giocatore in grado di combattere sulle palle alte, di essere un costante riferimento offensivo per i compagni, di fare sponde per favorirne gli inserimenti, di giocare spalle alla porta e soprattutto di segnare.
L'identikit non è casuale e combacia perfettamente con la descrizione di Diego Milito. Il centravanti dell'Inter sembrava aver perso il posto nella Seleccion, ma grazie ad un avvio di stagione strepitoso ha riguadagnato la fiducia dell'allenatore argentino, nella speranza di poter finalmente trovare una maglia da titolare e spazio sufficiente per poter dare una vera mano alla causa.
Ma la sorpresa più piacevole è sicuramente la convocazione di Gonzalo Higuain. Il Pipita finalmente potrà fare il suo esordio con la maglia albiceleste, coronando un sogno e terminando un incubo. Il suo, dal momento che non riusciva a spiegarsi le continue esclusioni nonostante la grandissima stagione a Madrid, e quello di tutti gli argentini, terrorizzati dalla possibilità che l'ex attaccante del River Plate scegliesse di giocare per la Francia. Higuain porterà alla Seleccion grandissime motivazioni, entusiasmo, movimento, centimetri e gol. Tutte qualità che permetteranno a Maradona di avere molte più alternative ed opzioni per quanto riguarda la fase offensiva.
Un'altra convocazione inaspettata è quella dell'enganche del Benfica, Pablo Aimar. Una chiamata curiosa ed azzardata, ma difficilmente criticabile. Dall'addio di Riquelme l'Argentina ha infatti messo in mostra distanze siderali fra i reparti ed una incapacità di servire le punte estremamente preccupante. La mancanza di un tramite fra centrocampo ed attacco, di un regista avanzato e di un giocatore in grado di dare cambio di ritmo e fluidità di gioco era fin troppo evidente. Data la rinuncia di Riquelme, i nomi a disposizione di Maradona erano pochi: D'Alessandro, Blanco e, appunto, Pablo Aimar. L'ex trequartista dei Millonarios sicuramente rappresenta un passo avanti nel tentativo di dare un gioco ed una identità alla squadra e potrebbe rivelarsi un fattore determinante nelle prossime due partite, quando l'Argentina dovrà dare tutto per evitare il rischio di un'eliminazione storica.