Sono i Millonarios ad imporsi per 3-1 sui rivali di sempre nel primo Superclasico del 2010, valido per la Copa Desafio, tradizionale sfida dell'estate argentina. Il trionfo dei ragazzi di Astrada costa la panchina al Coco Basile.
Si sa, quando a scendere sullo stesso terreno di gioco sono Boca Juniors e River Plate il termine "amichevole" assume sempre un valore relativo e allora, improvvisamente, una partita giocata in piena preparazione che per qualsiasi squadra sarebbe una buona occasione per verificare lo stato di forma, per provare nuove soluzioni e nuovi schemi, diventa un incontro cruciale in grado di influenzare anche un'intera stagione. E' un Superclasico, la sfida più bella del Mondo, e anche se non ha come teatro la Bombonera o il Monumental tutti ci vogliono essere e soprattutto nessuno vuole perdere.
Entrambe le compagini arrivano all'incontro con molti punti interrogativi e ben poche conferme. Le pesanti sconfitte contro San Lorenzo ed Estudiantes hanno riportato aria di tempesta in casa Xeneizes e Basile, nonostante l'inizio d'anno all'insegna della fiducia e dell'ottimismo, è più che consapevole della reale posta in palio e del possibile rischio esonero in caso di disfatta. L'unica vera nota positiva arriva ad inizio settimana: Juan Roman Riquelme è arruolabile e pronto per scendere in campo dal primo minuto. Un recupero fondamentale per l'economia del gioco azul y oro, raramente apparso così lento, prevedibile ed in difficoltà nella circolazione palla.
Sul fronte Millonario la situazione non è molto migliore, ma comunque differente. Nonostante le sconfitte contro Racing e Independiente Astrada ha avuto ulteriore tempo a disposizione per lavorare tatticamente e psicologicamente su un gruppo rinforzato nella sessione di mercato dagli arrivi del centrale difensivo Ferrero (indisponibile per il primo Superclasico), del terzino sinistro dell'Estudiantes Juan Manuel Diaz e del giovane paraguayano Rodrigo Rojas. La sensazione è quella di essere al cospetto di una squadra in crescita e con buoni margini di miglioramento. Le notizie negative arrivano tuttavia dalle colonne Ortega e Gallardo, entrambi fermati dallo staff medico in via precauzionale e costretti ad assistere da casa, così come Battaglia fra le file xeneizes.
Le squadre si presentano così in campo con molti titolari accompagnati da qualche giovane talento pronto al battesimo del fuoco e, non a caso, sono proprio i sostituti dei due idoli riverplatensi a mettere a ferro e fuoco la difesa del Boca Juniors: Daniel Villalva e Rogelio Funes Mori, trentacinque anni in due, entrambi all'esordio da titolari in un Superclasico, un gol a testa e tante belle giocate che hanno mandato in visibilio i tifosi e fatto gongolare Leo Astrada. Una coppia assortita alla perfezione, in grado di abbinare il lavoro sporco spalle alla porta, l'intelligenza nelle sponde e il senso del gol di Funes Mori all'imprevedibilità, al dribbling e alla velocità del Keko, letteralmente inarrestabile, con la difesa Xeneizes mai capace di prendergli le misure e costretta al fallo sistematico.
Prima di loro sono arrivati però il vantaggio a freddo firmato dopo soli tre minuti da Rodrigo Rojas, abile a sfruttare lo spazio lasciatogli fra le linee e ad insaccare alle spalle di un non certo irresistibile Abbondanzieri, e l'immancabile rete del pareggio dell'eterno Martin Palermo, fenomenale nel girare in rete un perfetto calcio da fermo di Riquelme. E' proprio il Mudo, assieme al sempre più interessante Gaitan, l'unico a salvarsi fra le fila del Boca Juniors, a cercare di costruire qualcosa, a non buttare mai palla e a rimanere sempre in partita. Troppo poco per gli uomini di Basile, incapaci di contrastare efficacemente un River attento, ordinato, compatto ed insolitamente preciso in fase difensiva.
Nella prima frazione di gara la superiorità della Banda è a lunghi tratti evidente, ma poco concreta e limitata al controllo della zona nevralgica del campo. Nella ripresa, invece, salgono in cattedra gli attaccanti del River e per Caceres e compagni sono dolori. Scambi stretti e veloci, movimento continuo e solidità in appoggio: guidati dall'encomiabile capitan Almeyda i Millonarios vanno alla carica e il gol è solo questione di tempo. O di errori, come quello imperdonabile commesso da Abbondanzieri, incapace di trattenere il colpo di testa di Funes Mori, partito in leggera posizione di fuorigioco sugli sviluppi di un calcio piazzato di Abelairas, abile poi a ribadire in rete. E' l'episodio che cambia definitivamente la partita, esponendo un Boca troppo disordinato difensivamente ed offensivamente ai contrattacchi dei rivali, al contrario veloci e concentrati nel far girare palla.
Dieci minuti dopo il vantaggio dell'attaccante cresciuto negli Stati Uniti arriva il sigillo di Villalva che, smarcatosi grazie ad uno stupendo scambio in velocità con Rojas, porta avanti palla mandando fuori tempo Morel e trafigge il Pato Abbondanzieri, questa volta assolutamente incolpevole. E' un gol strepitoso e meritato per il Keko, joya delle giovanili di Nunez e autentico pupillo di Ariel Ortega. Per lui, di gran lunga il migliore in campo, anche un palo e tante belle giocate in velocità che gli sono valse gli elogi del tecnico Astrada e i complimenti del neo-presidente Passarella.
Il resto dell'incontro è pura euforia per i tifosi del River Plate ed un supplizio per gli avversari. Il Boca scompare dal terreno di gioco e soltanto l'imprecisione e la stanchezza di Almeyda e compagni evitano un risultato che poteva essere ben più pesante.
Il primo dei due Superclasico si conclude così con i festeggiamenti del River Plate, che, improvvisamente, si ritrova con il morale alle stelle e un senso di fiducia nei propri mezzi ormai insolito dalle parti del Monumental. Tutti i reparti hanno lanciato segnali positivi al tecnico Astrada, vero artefice dell'impensabile evoluzione della squadra, e anche i nuovi acquisti lasciano ben sperare. Diaz è riuscito, per quanto possibile, a limitare Gaitan ed è stato autore di una prova di grande solidità e sacrificio, mentre Rojas ha confermato quanto di buono fatto intravedere contro l'Independiente, con un'altra ottima partita fatta di qualità, sostanza e tanto dinamismo.
Nell'attesa del tanto agognato centravanti, Astrada dovrà essere bravo a mantenere alto il morale e al contempo far rimanere tutti con i piedi per terra, perchè la squadra è ancora troppo vulnerabile dal punto di vista psicologico e il Superclasico di domenica potrebbe già rimescolare le carte in tavola. L'impressione è che questo River abbia un buon presente e tutto il materiale umano per costruire le basi di un futuro ben distante dai tempi bui della gestione Aguilar.
Sul fronte Boca, invece, la partita contro gli eterni rivali è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Basile ha evitato la spada di Damocle dell'esonero presentando lui stesso le dimissioni, consapevole di aver ormai esaurito il credito, nonostante l'appoggio dello spogliatoio e dei suoi leader, come Palermo e Riquelme. Sulla panchina domenica siederà Abel Alves, tecnico della Reserva, e poi verrà presa una decisione. Il nome che passa da una bocca all'altra è quello di sempre: Carlos Bianchi. Ma il diretto interessato ha fatto sapere di non aver intenzione di fare ritorno sulla panchina della Bombonera e di trovarsi benissimo come dirigente del club. Al momento la soluzione più probabile sembra essere quella che prevede Alves tecnico per tutto il Clausura e poi, finalmente, il tanto agognato ritorno del Virrey Bianchi.
Nel frattempo c'è ancora un Superclasico da giocare a Mendoza prima dell'inizio del Torneo di Clausura e, come si è visto, novanta minuti possono cambiare un'intera stagione, possono far ritornare nell'oblio dell'incertezza e dell'insicurezza il River Plate e risvegliare l'orgoglio dei vecchi campioni del Boca oppure dare ulteriori conferme ad Astrada e ai suoi giovani e lasciare cadere nel baratro Palermo e compagni. Alla fine, come sempre, sarà il campo a parlare.