Samuel Eto'o è sempre stato un professionista e un professionista si muove per soldi, soprattutto se è uno dei migliori al mondo in quello che fa. A 30 anni dopo due triplete consecutivi ha di fatto scelto di porre fine alla sua carriera ad alto livello, pur avendo ancora i mezzi, per sposare un progetto da quasi 2 milioni di euro al mese.
Il trasferimento all'Anzhi ha fornito dimostrazione tangibile sia di dove l'uomo Samuel Eto'o sia disposto ad arrivare se lautamente compensato (del resto non si dimentichi che aveva fatto più di un pensiero per andare a giocare in Uzbekistan quando non sapeva come liberarsi dal Barcellona) sia del suo status a livello internazionale, perchè non si puntano così tanti soldi su un giocatore se non si crede di avere un forte ritorno.
A due anni di distanza le cose sono cambiate ed Eto'o si trova nelle condizioni di dover tornare nell'Europa che conta. Col suo nome qualcuno lo cercherà sempre, il problema sono le richieste rapportate all'età e ai sostanziali due anni di vacanza.
La scelta pare essere circoscritta a Chelsea e Inter.
La squadra di Londra lo cerca su richiesta di Josè Mourinho, l'allenatore che gli ha permesso di vendicarsi del Barcellona e ha sempre avuto un debole per lui fin dalla prima avventura nella squadra di Abramovic. Il portoghese vuole una punta, possibilmente di un certo spessore, e Samuel sarebbe un perfetto condottiero per tutte le giovani leve dell'attacco anche per il suo grande feeling con la Champions League.
L'Inter lo cerca perchè sa che campione sia e cosa voglia dire averlo in rosa. Può fare la differenza per raggiungere quella coppa indispensabile a fini di bilancio. Eto'o si è trovato bene a Milano e in nerazzurro, ha lasciato un po' frettolosamente tutti in una notte di mezza estate e senza di lui è calato il sipario. La tentazione di richiamarlo a effetto c'è e a lui piace sentirsi apprezzato.
La scelta in definitiva è sua, visto che l'Anzhi pare disposto a svincolarlo senza oneri. Cosa può influire?
Il Chelsea è una squadra ricca, giovane e (ovviamente) della Premier League, il campionato numero uno al mondo anche per giro d'affari. Sulla carta nessun problema di stipendio, garanzie tecniche da top team, Champions League da giocare con prospettive elevate (del resto l'hanno vinta nel 2012, e l'Europa League nel 2013) e un allenatore tremendamente vincente, carismatico, con cui ci sono stima e fiducia reciproche.
L'Inter è in una delicatissima fase di transizione che coinvolge anche la proprietà, con le casse ai minimi storici, reduce da un sesto e un nono posto negli ultimi due anni, senza coppe da giocare. La Serie A è il quarto campionato in Europa, con outlook negativo. La squadra è un cantiere aperto, con equilibri tutti da trovare e gerarchie da scrivere. Non so cosa Eto'o possa pensare di Mazzarri, ma non mi stupirei se non lo conoscesse nemmeno.
Si capisce benissimo che per Eto'o l'Inter sarebbe una scelta di vita. Accettare uno stipendio ridotto (e per lui contano i soldi), un progetto difficile, come per ricambiare la fiducia avuta nel 2009 e la libertà di scelta del 2011. Venire a Milano da leader assoluto, simbolo, punto di riferimento e quindi accettare oneri e onori di una situazione che sembra al massimo portare a una qualificazione alla Champions League. Basteranno l'affetto e la considerazione?