31 ago 2009

Daniel Villalva

NOME: Daniel Villalva
NATO: 06 - Luglio - 1992
ALTEZZA: 160cm
PAESE: Argentina
RUOLO: Seconda punta

La sfida contro il Chacarita difficilmente se la dimenticherà Daniel Villalva, così come non la scorderanno mai i tifosi del River Plate.
E' infatti il ritorno al gol del Burrito Ariel Ortega, grazie ad uno splendido pallonetto che regala il definitivo 4-3 contro il neopromosso Chacarita ed è il nuovo esordio di Matias Almeyda, El Pelado richiamato come ultima spiaggia nella speranza di riuscire a colmare almeno parzialmente il buco presente sulla mediana dei Millonarios. E' anche il ritorno alla vittoria, la prima stagione, dopo le sconfitte in Copa Sudamericana contro il Lanus ed in campionato contro il Banfield. Ma soprattutto è il giorno del primo gol del Keko Villalva, con un guizzo da campione dopo una splendida imbeccata di Ortega, suo idolo, maestro e protettore. Tutto questo al termine di una settimana molto tribolata a Nuñez, per via delle insistenti voci di un possibile addio di Gorosito (smentito) e delle polemiche rosa legate al matrimonio dell'Ogro Fabbiani.
A far dimenticare tutto ci hanno fortunatamente pensato Ortega, con una ripresa sontuosa, e il giovanissimo pibe delle inferiores del Millo.


Chi è Daniel Villalva?

E' la classica mezzapunta argentina, un concentrato di tecnica, dribbling, velocità e rapidità. Grazie al fisico minuto (probabilmente un po' troppo minuto) risulta spesso imprendibile per gli avversari e devastante in campo aperto. Messosi in luce nelle giovanili del River Plate si è ben presto ritagliato un ruolo fondamentale anche nella selezione sub-17 argentina, emergendo come uno dei migliori prospetti nel Sudamericano giocatosi in primavera in Cile.
Anche in questa competizione ha messo in mostra un'ottima vena realizzativa, favorita dall'ottima capacità di inserirsi fra le difese con o senza palla. In contropiede è un punto di riferimento per i compagni ed una costante spina nel fianco per gli avversari, un trottolino incontenibile, sguizzante e imprevedibile.
Fin dai primi allenamenti stagionali ha letteralmente conquistato Ariel Ortega, tanto da spingerlo a definirlo il suo erede. E ieri il Burrito ha rincarato la dose, affermando che con Villalva e Mauro Diaz la Banda potrebbe puntare anche al titolo: un messaggio chiaro a Gorosito, una presa di posizione forte e un attestato di stima che difficilmente il Keko potrà dimenticare!
Sicuramente, al di là di quelli che potrebbero essere i limiti legati al fisico, è un talento cristallino che necessita soltanto di fiducia, pazienza e soprattutto tanto tanto spazio. L'esordio stagionale di ieri è sicuramente incoraggiante e lascia ottime sensazioni per il futuro, nella speranza che possa ben presto diventare una delle colonna del River Plate e uno degli idoli del Monumental.

Apertura 2009: risultati giornata 2


Tigre 1-2 Rosario Central
Racing 1-1 Colón
Vélez 3-1 Arsenal
Estudiantes 3-0 Gimnasia
Argentinos Jrs. 1-1 Banfield
Godoy Cruz 1-1 San Lorenzo
River 4-3 Chacarita
Atlético Tucumán 2-4 Independiente
Lanús 1-2 Boca
Newell's 1-0 Huracán


CLASSIFICA:

Estudiantes 6
Vélez 6
Rosario Central 6
Newell's 6
San Lorenzo 4
Godoy Cruz 4
Banfield 4
Boca 4
Independiente 3

Tigre 3
Lanús 3
River 3
Argentinos Jrs. 2
Racing 1
Colón 1
Chacarita 0
Huracán 0
Atlético Tucumán 0
Arsenal 0
Gimnasia 0

30 ago 2009

Inter: trionfo!



Doveva essere il derby della consacrazione del Milan di Leonardo, la vittoria del non-mercato rossonero, la logica prosecuzione di una marcia trionfale iniziata in pompa magna a Siena e proseguita per tutta la settimana con proclami più o meno sicuri. Una cosa è certa: si gioca a Milano, non a Boston. Un'altra anche: il Milan c'è, è forte e l'ha dimostrato ampiamente contro il temibile Siena di Giampaolo, guidato da un Ronaldinho tirato a lucido e reinventatosi leader, genio e assistman infallibile. Neanche 24 ore dopo l'Inter arranca sotto i colpi della neopromossa Bari, terminando i novanta minuti con un pareggio che annebbia tutte le certezze costruite in estate. Sì, anche a Boston.

Eppure ben presto non sembra di essere lontani così tante miglia dal Massachusetts e dai campi della celebre Università di Harvard. l'Inter inizia ben presto ad impartire la sua lezione di calcio e, dopo un inizio un po' timido e sornione, Motta con fare da professorino da il via ad un'azione capolavoro: sfruttando un movimento da manuale del calcio di Eto'o, da lui stesso innescato, ed uno splendido assist di Milito infila l'incolpevole Storari. Triangolazione, sovrapposizione ed inserimento da far vedere e rivedere nelle scuole calcio: palla a terra ed esecuzione impeccabile!

Da lì in poi è solo un monologo nerazzurro, una poesia per i tifosi dell'Inter, un incubo che si materializza per i cugini. Minuto dopo minuto crollano tutte le certezze di gesso costruite in una sola settimana, in sette giorni di vana gloria. Il leader, il giocatore migliore del mondo, come è stato definito dal suo stesso presidente, non entra neanche mai in partita, se non per guadagnarsi qualche mala parola da Stankovic dopo una simulazione indefinibile. Indefinibile perchè è raro vedere una sceneggiata simile ed è altrettanto raro vedere qualcuno con la faccia talmente tosta (diciamo che tosta è un aggettivo di assoluto ripiego) da avere il coraggio di protestare, inscenare una recita da Premio Oscar e cercare di farsi passare per vittima. Inutile richiedere, sperare ed invocare l'intervento della celeberrima prova TV, purtroppo viene utilizzata solo in casi straordinari ed è ormai appurato che per essere ritenuto tale il giocatore accusato deve indossare una maglietta a strisce verticoli nerazzurre. Nel frattempo arriva il raddoppio del Principe, freddo e letale anche dagli undici metri. Non passano neanche 10 minuti ed ecco la superiorità numerica, ad uscire è il capitano avversario, già graziato in occasione del rigore non può evitare il secondo giallo per un'entrata killer ai danni di Sneijder. L'olandese, proprio lui, la sorpresa di Mourinho: parte titolare e convince tutti fin dal primo pallone. Personalità, testa alta, tiro, tecnica e visione di gioco: in poche parole il numero 10 che serviva disperatamente alla causa di Mourinho.

A completare un primo tempo fantastico ci pensa il Colosso Maicon. Una furia. Parte male, malissimo, poi esplode e non ce n'è più per nessuno. Il povero Jankulovsky non capisce neanche più da che parte arriva ed è costretto ad alzare bandiera bianca in occasione dello 0-3. In quel momento finisce il primo tempo e in parole povere anche la partita. La ripresa è un allenamento, un'esercitazione sul possesso palla con qualche tentativo al tiro. Degno di nota un bolide di Wesley Sneijder che lambisce la traversa a Storari battuto. Ah, e un tiro fantastico di Dejan Stankovic che si spegne nel sette e spegne definitivamente le luci: 0-4. E' il segnale del black-out totale in casa Milan. L'Inter cala il poker e per Leonardo è tutto da rifare. In casa Mourinho invece aumentano le certezze e la consapevolezza di avere in mano una squadra completa in ogni reparto, che sa giocare e che presente una miriade di alternative e soluzioni. Quattro mesi fa si viveva dello schema palla ad Ibra e che Dio ce la mandi buona, oggi sono cambiati 5 titolari su 11 e si sta cercando di trasmettere una filosofia di gioco completamente diversa. Se il buongiorno si vede dal mattino i tifosi dell'Inter non possono che sorridere e pensare a cosa potrà fare questa squadra, guidata dai tocchi di prima dell'ottimo Thiago Motta, dai movimenti e dalla giocate essenziali quanto geniali di Milito, dalla velocità e la classe di Eto'o, dall'imprevedibilità di Sneijder e dalla grinta di Lucio, per non dimenticare gli altri campioni già in rosa.

Nel frattempo sono stati presi a pallate i cugini, distrutti, sul campo e moralmente. C'era un famoso 6-0 da vendicare, ieri ne sono bastati quattro di gol per far capire l'abisso di differenza che correva fra le due squadre. I nerazzurri non hanno voluto infierire, si sono limitati a controllare, a far girare palla, consapevoli di poter affondare il colpo in ogni momento. Se ne sono accorti i giocatori del Milan, se n'è accorto Leonardo, se ne sono accorti i tifosi, che hanno iniziato a lasciare San Siro ben prima della fina dell'incontro, accompagnati dalle note di una dolorosissima pugnalata al cuore proveniente dalla Curva Nord: "Non si vende Kaka!". A testa bassa, con il cuore spezzato, hanno voltato le spalle al campo di gioco e ai loro giocatori, come ha fatto Gattuso neanche un'ora prima. Con la sola differenza di essersi fermato ad insultare la sua panchina. Cuor di leone, esempio di capitano, gentleman. Chiamatelo come volete. Qualcosa nella splendida e perfetta famiglia rossonera scricchiola, proprio il giorno che il tifo organizzato si era riconciliato con il "papà".

Sicuramente un giorno che non verrà dimenticato facilmente, quello di questo insolito derby d'agosto!

GRAZIE RAGAZZI!

29 ago 2009

River: Almeyda e Villalva




Domani Matias Almeyda e Daniel Villalva siederanno l'uno a fianco all'altro sulla panchina del Monumental.

El Pelado
ha esordito con i Millonarios nella stagione '91/'92, pochi mesi dopo a Caá Catí nasceva il Keko; parlare di generazioni a confronto è a dir poco riduttivo.
Contro il Chacarita, per chissà quale scherzo del destino, le loro vie si incroceranno inevitabilmente e porteranno gli amanti della Banda a pensare a cosa ha vissuto il River Plate in tutto questo tempo, a quanti giocatori hanno vestito quella maglia, a quante battaglie hanno vissuto, alle vittorie e, purtroppo, alle recenti sconfitte.
Chissà che Almeyda non racconti a Villalva dei gloriosi tempi passati, quando lui era pronto per esordire in una delle migliori squadre del Sud America e di lì a poco avrebbe vinto 3 titoli argentini e 1 Copa Libertadores. Erano gli anni d'oro del River, quando le giovanili giocavano un ruolo fondamentale e costituivano le basi su cui costruire un progetto vincente. Una squadra e una società che non avevano paura a lanciare ogni anno giovani talenti che di lì a poco li avrebbero guidati a nuove e gloriose vittorie.
Tempi lontani, troppo lontani. Adesso quei giovani sono dovuti tornare per dare una mano ad una squadra disastrata, mal gestita e indebitata fin sopra i capelli. Gallardo, Ortega ed ora anche Almeyda. Tre vecchie glorie che avrebbero tranquillamente potuto sedersi in poltrona a godersi le loro vittorie, eppure l'amore per questa maglia li ha spinti a rimettersi in gioco, a voler dare tutto per chi li ha sempre amati: i tifosi.

E i giovani di adesso? I talenti delle Inferiores vengono lasciati a giocare tra le riserve, chiamati in casi eccezionali o peggio ancora venduti senza neanche avere la possibilità di dimostrare quanto valgono.
Domani toccherà a Villalva (che ha collezionato la prima presenza la scorsa stagione), mezza punta tutta tecnica e velocità messasi in luce nei vari campionati giovanili e stella indiscussa dell'Argentina sub-17, arrivata seconda al Sudamericano di categoria anche grazie ai suoi gol, nella speranza che sia soltanto il primo passo per tornare ai fasti d'un tempo.

Sebastián Blanco


NOME: Sebastián Blanco
NATO: 15 - Marzo - 1988
ALTEZZA: 168cm
PAESE: Argentina
RUOLO: Trequartista


"Diego, aca tenes el 10 de tu Seleccion: Sebastian Blanco".

Così recitava la scorsa stagione uno striscione esposto dai tifosi del Lanús alla Fortaleza, teatro casalingo della squadra allenata da Zubeldia. Un messaggio chiaro, conciso, provocatorio. Ovviamente Blanco non aveva speranze di diventare il nuovo padrone della maglia numero 10 lasciata libera da Juan Roman Riquelme ed in seguito giustamente assegnata con un plebisicito a Leo Messi, però non è follia credere che prima o poi meriti anche lui una chiamata in Nazionale.

Come si può facilmente intuire i tifosi del Granate lo adorano: 168 centimetri di genialità, tecnica e visione di gioco. Assieme al più giovane e conosciuto Salvio ha sicuramente giocato un ruolo fondamentale per le (alterne) fortune del Lanús. Non a caso la sua consacrazione è infatti coincisa con la conquista del titolo di Apertura 2007, dove ha condiviso meriti e glorie anche con il centrocampista Diego Valeri e il bomber Pepe Sand.


Per chi non lo conoscesse Sebastián Blanco -Blanquito per i suoi tifosi- è un trequartista dotato di un ottimo dribbling e di un'eccellente visione di gioco. Imprevedibile in fase di possesso palla, è in grado in ogni momento di creare la superiorità numerica o innescare le punte da qualsiasi posizione ed in qualsiasi modo. Ambidestro, fa della rapidità e dei cambi di ritmo le sue armi principali. Tutte caratteristiche che lo hanno portato più volte ad essere paragonato a Pablito Aimar.
Assolutamente da non sottovalutare la sua polivalenza: è infatti in grado di giocare indifferentemente da trequartista, ala destra o ala sinistra e all'occorrenza da esterno di centrocampo e centrocampista aggiunto. Non è insolito infatti vederlo in linea con i centrocampisti centrali, posizione in cui tende talvolta a spostarsi per ricevere e poter giocare un maggior numero di palloni. A tutto ciò Blanco abbina un certo spirito di sacrificio, che gli permette di risultare molto importante anche ai fini degli equilibri di squadra
Per il momento l'unico difetto del giovane enganche di Lomas de Zamora sembra essere la scarsa prolificità sotto porta, compensata comunque a dovere dall'eleganza dei suoi tocchi e dalla genialità dei suoi passaggi filtranti.

Il prezzo del suo cartellino dovrebbe aggirarsi fra i 10 e i 15 milioni di €, sicuramente un affare per lo splendido potenziale fatto intravedere finora.

Apertura 2009: giornata 2


Venerdì 28.08.2009

Tigre - Rosario Central
Racing - Colón


Sabato 29.08.2009

Vélez - Arsenal
Estudiantes - Gimnasia
Argentinos Jrs. - Banfield
Godoy Cruz - San Lorenzo


Domenica 30.08.2009

River - Chacarita
Atlético Tucumán - Independiente
Lanús - Boca (diretta Sportitalia24, ore 23.10)
Newell's - Huracán

28 ago 2009

River: clamoroso, ceduto Strahman!

NOME: Eial Strahman
NATO: 21 - Giugno - 1989
ALTEZZA: 186cm
PAESE: Argentina
RUOLO: Attaccante

E' ormai ufficiale, quello che sembrava un incubo per i tifosi del River Plate si è materializzato nella giornata di ieri. A complicare il non facile periodo dei tifosi della Banda si è infatti aggiunta anche la notizia della cessione del giovane attaccante Eial Strahman agli israeliani del Maccabi Haifa. Proprio quando sembrava scongiurato l'addio del centravanti di Córdoba, cercato in estate da squadre come Huracán ed Espanyol, è arrivata la notizia riportata dagli organi di informazione argentini. Un fulmine a ciel sereno per gli hinchas del River, molto meno per l'attuale allenatore Néstor Gorosito, la cui considerazione per Strahman non ha mai raggiunto grandi livelli. Emblematico il fatto che la giovane punta sia stata convocata più volte in panchina con la Prima Squadra, salvo non trovare mai spazio per esordire. Smacco messo ancora più in risalto dai recenti esordi di D.Villalba ed E.Lamela, altre promesse delle giovanili dei Millonarios.
A destare scalpore fra i tifosi è stato soprattutto il prezzo a cui l'ex Velez è stato ceduto, si parla infatti di una cifra di poco inferiore ai 500.000$. Un'operazione che tuttavia si mantiene in perfetta linea con la sciagurata gestione societaria di cui è vittima il River Plate, che ogni giorno vede crescere i debiti, diminuire il livello tecnico e aumentare il gap con le favorite per l'Apertura 2009.


Chi è Eial Strahman?

Strahman, argentino di origini israeliane, è il classico centravanti d'area di rigore. Un "9" puro, vecchio stampo. 186cm di altezza, forza, potenza e abilità nel gioco aereo. Qualità che unite ad un discreto piede sinistro lo hanno portato più volte ad essere paragonato a Martín Palermo. Al pari del Loco la cosa che gli riesce meglio è indubbiamente segnare.
42 gol in 50 partite nelle giovanili del Velez fra il 2005 e il 2008 gli sono valsi le attenzioni del River Plate, che non ha esitato un secondo ad acquistarlo dal Fortín. La fiducia riposta in Strahman è stata subito ricompensata con 8 reti nelle prime 5 partite con le Riserve; ad aprile le reti saranno 10 in 12 apparizioni. Una media di tutto rispetto che gli vale la prima storica convocazione in Primera agli ordini di Gorosito per LA partita, Boca Juniors-River Plate. Durante l'incontro Strahman non trova spazio, ma sembra soltanto tutto rimandato alla giornata successiva. Tuttavia qualcosa non funziona e Strahman colleziona soltanto gettoni in panchina, vedendosi pian piano sorpassato nelle gerarchie da molti compagni delle Riserve. A fine stagione le impietose statistiche segneranno ancora "0" alla voce minuti giocati. Se possibile, la stagione successiva inizia ancora peggio: viene infatti convocato per il tour pre-stagionale in Canada soltanto su pressione di qualche dirigente, non essendo stato inserito nella lista iniziale dei convocati.
E' incomprensibile il motivo per cui non sia neanche mai stato provato, dal momento che a Nuñez si sta ancora cercando disperatamente un "9" in grado di finalizzare la mole di gioco prodotta dal trio Ortega-Gallardo-Buonanotte. Difficile credere o pensare che Strahman avrebbe potuto fare peggio di Rios, Bou, Gil o dello stesso Fabbiani, che in fondo è tutto fuorchè un vero centravanti.
Inutile sottolineare come il feeling tra lui e Gorosito non sia neanche mai nato, oltre che decollato; ciò lo ha sicuramente spinto a lasciare il River per cercare fortuna in Europa, al Maccabi Haifa. Lì giocherà la Champions League e chissà che non trovi spazio contro la Juventus, magari facendo quello che più gli riesce bene: gol.


Suerte Eial!

Inter: ecco Sneijder


NOME: Wesley Benjamin Sneijder
NATO: 09 - Giugno - 1984
ALTEZZA: 167cm
PESO: 67kg
PAESE: Olanda


Il tanto agognato trequartista richiesto da José Mourinho ha finalmente nome e cognome. Dopo una estenuante trattativa Branca è riuscito a portare a Milano il venticinquenne olandese, per la gioia dell'allenatore e dei tifosi nerazzurri. Nel corso dell'estate si sono alternati i più svariati nomi, da Deco a Hleb, da Gourcuff a Van der Vaart, passando poi per Baptista, Ederson, Riquelme, Pastore. Ovviamente la stragrande maggioranza di questi è semplice frutto della fantasia dei giornali e di internet, ma fino a ieri era stata soltanto l'incertezza a farne da padrona.


Ora Mourinho potrà contare su un altro centrocampista, un giocatore che porta all'Inter caratteristiche nuove ed importanti per lo sviluppo di un gioco necessario a colmare l'addio di Ibrahimovic. La squadra di Moratti quest'anno è sicuramente più completa, ma non potrà più contare sullo schema "palla ad Ibra e poi vediamo". Ed è qui che entra in gioco anche Wesley Sneijder, con la sua capacità di far girare palla a terra velocemente, di saltare l'uomo e creare di conseguenza superiorità numerica, di concludere dalla lunga distanza e di innescare con facilità le punte. Tutte qualità sconosciute agli altri compagni di reparto e che, se sommate a quelle degli altri nuovi innesti, permettono all'Inter di presentarsi al calcio italiano ed europeo con tutte le credenziali per essere protagonista.