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2 set 2014

Il mercato di Inter e Milan

Per parafrasare un famoso proverbio, il mercato è morto evviva il mercato. L'inutilmente lunga sessione estiva di calciomercato si è chiusa lasciando i tifosi con nuove speranze o con cupe certezze, pronte a essere confermate o smentite dall'inflessibile giudizio del campo.
Vediamo come stanno le squadre milanesi, due realtà in evidente difficoltà economica, ma pur sempre con un blasone da onorare.


Inter
Chiunque a qualunque livello nella squadra nerazzura ha detto e ripetuto per gran parte della scorsa stagione che con Giugno 2014 si sarebbe chiusa un'era coi definitivi cambi societari e un monte di contratti in scadenza, soprattutto dei giocatori chiave degli ultimi anni di successi. La rosa andava di fatto rifondata, trovando nuovi titolari e nuovi equilibri.
L'organico è composto da venticinque giocatori, così suddivisi:

Portieri: Samir Handanovic (1), Juan Pablo Carrizo (30), Tommaso Berni (46)Cambio solo nel terzo, con un nome utile per le liste UEFA in quanto vivaio italiano. Handanovic è l'indiscusso titolare, ormai al terzo anno, anche se il suo rendimento nello scorso campionato è stato discutibile. Carrizo è il secondo designato, con qualche problema di troppo in termini di affidabilità. Reparto comunque completo, senza particolari necessità nel breve.

Difensori: Ibrahima Mbaye (25, se valgono i numeri delle amichevoli), Jonathan (2), Juan Jesus (5), Marco Andreolli (6), Hugo Campagnaro (14), Nemanja Vidic (15), Dodô (22), Andrea Ranocchia (23), Danilo D'Ambrosio (33), Isaac Donkor (54), Yuto Nagatomo (55)
Numericamente abbiamo quattro esterni, cinque centrali e Mbaye, rimasto a sorpresa, come jolly per entrambi i ruoli. Un reparto quindi completo che ha visto come nuovi innesti Vidic per portare leadership, esperienza e indubbie qualità e
Dodô come esterno mancino, ruolo totalmente scoperto. Le incognite stanno nell'affidabilità delle riserve dei centrali, che vedono un Campagnaro totalmente da recuperare a livello di rapporto col tecnico, Andreolli che non convince del tutto e viene da una stagione quasi senza giocare e Donkor che è un classe '95 senza alcuna esperienza di calcio vero. Mbaye, che nei piani doveva giocare altrove, saprà ritagliarsi un suo spazio? Tecnicamente è un giocatore interessante, su cui lavorare anche come ruolo e che potrebbe scalare le gerarchie. Il grande assente è il miglior centrale della passata stagione, anche come gol segnati, ovvero quel Rolando rimasto da emarginato al Porto. Ne riparleremo tra 6 mesi?

Centrocampisti: Mateo Kovacic (10), Fredy Guarin (13), Zdravko Kuzmanovic (17), Gary Medel (18), Joel Obi (20), Renè Krhin (44), Anderson Hernanes (88), Yann M'Vila (90)
Il reparto che vede più novità in assoluto, di cui più si è parlato nel campionato passato e da cui dipendono molte delle fortune dell'Inter.
L'età media è di venticinque anni, quattro giocatori sono nati dal 1990 in poi e nessuno tocca le trenta primavere. Dovendo categorizzare si può dividere i giocatori in mediani posizionali (M'Vila, Krhin, Kuzmanovic), mediani di corsa (Obi, Medel) e giocatori di qualità, adattabili anche a giocare sulla trequarti (Hernanes, Kovacic, Guarin). Mazzarri ha libertà di scelta, ma deve scendere a patti con le caratteristiche dei singoli e trovare un giusto equilibrio tra attenzione difensiva e qualità offensiva. Dei nuovi la grande scommessa è il francese M'Vila, chiamato a tornare la promessa di Rennes dopo anni difficili, mentre Krhin e Obi sono principalmente carne da lista UEFA. Medel è un giocatore dal rendimento sostanzialmente certo, il mediano difensivo puro che manca da anni fondamentale per l'allenatore. Hernanes è chiamato a prendere per mano tutti facendo il vero salto di qualità che gli è sempre mancato mentre Kovacic dopo un anno di apprendistato deve riuscire a imporsi come realtà del calcio almeno italiano. La vera, grandissima incognita è il colombiano Guarin, in lista cessioni fino all'ultimo minuto. Va ricostruito il rapporto umano e tecnicamente va inquadrato in una squadra che, per come è strutturata, ha un bisogno estremo dei suoi strappi offensivi.

Attaccanti: Pablo Daniel Osvaldo (7), Rodrigo Palacio (8), Mauro Icardi (9)
Numericamente il reparto è chiaramente incompleto. I tre sono circa sullo stesso piano come considerazione e potete scegliere la coppia che più vi stimola. Il leader designato è senza dubbio Palacio che viene da due anni ottimi dal punto di vista personale, ma i riflettori sono tutti puntati su Icardi che è la punta del futuro, il nuovo Crespo/Batistuta. Dalla sua crescita e dal riscatto di Osvaldo dopo un anno ai margini passano sostanzialmente tutte le speranze dell'Inter, almeno fino al prossimo mercato. Il "vecchio" Palacio dal canto suo riuscirà a garantire il solito rendimento dopo un anno da stakanovista, un Mondiale giocato da infortunato e una preparazione saltata? L'azzardo è chiaro ed è triplice, situazione veramente al limite per un reparto assolutamente decisivo nelle sorti della squadra. Vista la scarsezza di alternative Mazzarri darà spazio a Bonazzoli e Puscas, almeno nelle coppe?

L'Inter si è mossa sul mercato guardando alle necessità tecniche, ma anche se non principalmente al bilancio. Spese poche, movimenti assai oculati, nessuna cessione remunerativa hanno portato a una rosa interessante dalla metà campo in giù, ma estremamente limitata dalla metà campo in su. La colpa vera e grave è l'assenza di una quarta punta in grado di completare il reparto offensivo, quel giocatore tecnico, veloce e con dribbling capace di giostrare tra le linee per aprire le difese chiuse che tanto si sono sofferte nella passata stagione. Il grosso del lavoro spetta ancora una volta al tecnico Walter Mazzarri, a cui è stata rinnovata fiducia con anche un nuovo contratto. La squadra nerazzurra deve trovare una svolta offensiva attraverso il gioco, visto che a livello di singoli l'attacco è ridotto all'osso e il centrocampo ha il solo Hernanes come realizzatore credibile a meno di imprevedbili exploit di Guarin. In molto è stato assecondato, ora deve dare quel plus che il suo stipendio e la sua considerazione richiedono. Aspettando, magari, Gennaio (sicuro mantra della dirigenza per i prossimi mesi, tifosi siate pronti). La squadra deve assestarsi, trovare nuovi titolari e gerarchie, mi aspetto di vedere alternanza nelle scelte almeno nel primo periodo. La gestione del girone di Europa League sarà fondamentale per mantenere un certo passo in campionato e sarà un vero test per la preparazione fisica del famoso preparatore Pondrelli.



Milan
La sponda rossonera di Milano viene da una insolita stagione con due allenatori e un cumulo di macerie da ripulire. Si è iniziato appuntando Inzaghi come nuovo tecnico e si è proseguito sostanzialmente rivoluzionando la rosa, soprattutto nel reparto offensivo. Senza coppe europee il mister avrà più tempo per plasmare la sua squadra, indubbiamente un bene dopo tanta confusione recente.
L'organico è composto da ventotto elementi:

Portieri: Diego Lopez (23), Christian Abbiati (32), Michael Agazzi (1)
Reparto di fatto rifatto ex novo che vede tre portieri "firmati" in questo mercato, tramite acquisto o rinnovo. Diego Lopez dal Real Madrid è l'indiscutibile titolare, alla prima vera esperienza da numero uno di spessore dopo una carriera di secondo piano e una chiamata inattesa dalla casa blanca, fruttuosissima. Abbiati scala a fare il secondo mentre risulta quantomeno particolare la questione Agazzi. Arrivato a parametro zero e col numero 1 sono bastate poche settimane per farlo finire addirittura nella lista cessioni. Non il terzo portiere a cui siamo abituati, in un reparto affidabile dopo tanto tempo.

Difensori: Ignazio Abate (20), Pablo Armero (27), Michelangelo Albertazzi (14), Daniele Bonera (25), Alex (33), Mattia De Sciglio (2), Phillippe Mexes (5), Cristian Zapata (17), Cristian Zaccardo (81), Adil Rami (13)
10 uomini senza le coppe sono numericamente anche troppi. I terzini vedono una coppia di pura potenza in Abate e Armero, entrambi tecnicamente rivedibili e difensivamente permeabili, e la coppia "delle giovanili", con De Sciglio chiamato a riscattare una stagione complicata magari alternandosi tra destra e sinistra. La batteria dei centrali vede un evidente esubero (Zaccardo) in un insieme di giocatori che partono più o meno alla pari e andranno scremati da Inzaghi. Fisicità tanta, velocità solo in Zapata, conterà anche lo stato di forma.

Centrocampisti: Nigel de Jong (34), Michael Essien (15), Riccardo Montolivo (18), Sulley Muntari (4), Andrea Poli (16), Riccardo Saponara (8), Giacomo Bonaventura (89),  Marco van Ginkel
Un reparto fondato, senza mezzi termini, sulla fisicità di de Jong, chiamato a dare solidità a mediana e difesa. Nel reparto a tre voluto da Inzaghi come interni si possono avvicendare sostanzialmente tutti gli altri, a seconda di voler avere surplus di fisicità o di tecnica. La scommessa potrebbe essere l'invenzione di Saponara, uno che per mille motivi non è ancora uscito da Empoli, o un tentativo col nuovo acquisto Bonaventura, da sempre giocatore eclettico capace di adattarsi e che presumibilmente vedremo anche in attacco. Van Ginkel viene da una stagione di sostanziale fermo, al Vitesse prometteva bene, ma vale la pena puntare su giocatori di altri da sviluppare? Leader emotivo del gruppo Sulley Muntari, che nel suo disordine trova spesso gol fondamentali per le economie rossonere. Montolivo al ritorno dall'infortunio cosa farà? Un ruolo per il capitano del nuovo corso andrà trovato, con un compromesso tra le sue caratteristiche e le idee tattiche in quanto il suo dinamismo si sposa poco col ruolo di interno. Per rendere il Milan una squadra davvero pericolosa qualcuno qua in mezzo dovrà fare un salto di qualità.

Attaccanti: Fernando Torres (9), Giampaolo Pazzini (11), Jeremy Menez (7), Keisuke Honda (10), Mbaye Niang (19), Stephan el Shaarawy (92), Hachim Mastour (98)
Sei elementi effettivi più l'inserimento di Mastour, uno che in teoria dovrebbe stare ancora negli Allievi, con un cambiamento totale di impostazione dovuto alla cessione di Balotelli. Pazzini e Torres sono le punte pure, Menez è stato scelto come loro sostituto di emergenza in una soluzione ardita quanto inedita su cui è meglio stare prudenti. Il 7 e gli altri saranno chiamati a giostrare sulle fasce cercando giocate e qualità. El Shaarawy liberato dal peso di Balotelli e, si spera, dai guai fisici è chiamato a tornare se stesso, Honda dopo mesi di apprendistato e la preparazione fisica adeguata può portare geometrie e playmaking che nessun altro ha, mentre se ci si aspetta da lui le classiche giocate da esterno rapido ed esplosivo inevitabilmente si finirà delusi . Niang è quasi l'opposto del giapponese, tutto corsa e fisicità, ma ha l'età e una nuova fiducia generale dalla sua, che tuttavia dureranno poco se non riuscirà a trovare la via del gol. Tra tante scommesse le fortune del reparto e del Milan tutto passano dalle resurrezioni del 9 e del 92, o di almeno uno dei due.

Inzaghi porta già di suo speranze, freschezza e nuove idee, in più la squadra è stata rifatta per metterlo nelle condizioni di lavorare al meglio, nei limiti delle ristrettezze economiche. La cessione di Balotelli oltre a portare soldi freschi stravolge le gerarchie tecniche e permette di liberarsi da fastidiosi compromessi. Si perde un talento, ma presumibilmente ora tutti gli altri sono un attimo più liberi di giocare secondo le loro capacità non dovendo assecondare un solista simile. La rosa è ampia specie non avendo le coppe europee e fornisce una certa varietà di idee, che fa spesso rima con scommesse di cui vanno sempre tenuti in considerazione i risvolti negativi. Il nuovo tecnico dovrà stare attento a non perdersi in troppe alchimie, una tentazione abbastanza comoda per chi è chiamato a stupire e vola sulle ali dell'entusiasmo. I dubbi veri sono sulla tenuta difensiva nel lungo periodo e su un ambiente che negli ultimi anni si è rivelato insospettabilmente un vero tritacarne. Il modo migliore per non avere problemi è macinare risultati, nascondendo tutto lo sporco possibile sotto il tappeto. Stona nel contesto generale la cessione di Bryan Cristante, centrocampista classe '95 già da tempo nel giro della prima squadra, investito a più riprese come talento del futuro, ma nelle condizioni attuali ai soldi (anche pochi) non si comanda.

26 apr 2013

Il Papu Gomez per l'Inter?


Il Papu Gomez è uno degli ultimi nomi accostati all'Inter 2013/2014 e, come ogni notizia di calciomercato che si rispetti, ha scatenato a ogni latitudine l'immancabile turbinio di commenti e giudizi trancianti. In una stagione sportiva in cui qualsiasi pretesto diventa buono per distrarsi dal calcio giocato, il tifoso interista riscopre il suo caratteristico disturbo bipolare, passando da uno stato di estasi dove sceicchi miliardari e oligarchi russi fanno a gara per portare in nerazzurro fior di campioni, al crollo in un profondo stato catatonico che trasforma ogni nome in un'impietosa coltellata al cuore. Il Papu, vuoi per il physique du role non proprio da star mondiale, vuoi per i mancati paragoni con gli illustri Cristiano Ronaldo e Leo Messi, vuoi per le dichiarazioni solitamente umili (l'avete mai sentito dire che diventerà più forte dell'attaccante del Barcellona?), è stato una discreta stilettata al petto della maggior parte dei tifosi.
 
Tuttavia Alejandro Gomez è un giocatore che in Italia finora ha avuto un rendimento più che positivo, adattandosi alla perfezione al calcio nostrano e diventando in pochissimo tempo un punto di riferimento del Catania. Con tutti i limiti (quali, per l'esattezza?) che può avere un giocatore della sua statura, il Papu ha saputo mettere a disposizione della squadra talento e intelligenza calcistica. Non è il classico funambolo alto due bottiglie di Quilmes che si perde sull'areo proveniente da Buenos Aires prima ancora di atterrare a Fiumicino, ma un calciatore vero, uno di quelli essenziali nelle giocate e brillanti nella testa. Trequartista, seconda punta, ala destra e soprattutto ala sinistra: fa della duttilità uno dei suoi punti di forza e ovunque lo schieri sa leggere ed intrepretare la partita. Ha piedi sensibili e soprattutto gioca a testa alta, una rarità nel calcio di oggi in cui l'aspetto fisico viene esasperato a discapito di quello meramente tecnico. È fondamentale nell'aprire le difese grazie alla capacità di partire largo creando la superiorità numerica nell'uno contro uno ed è delizioso quando decide di servire palla sui tagli dei compagni con passaggi precisi quanto difficili.
 
Il prospetto del giocatore risponde perfettamente all'identikit dell'esterno che Stramaccioni ha disegnato assieme a Branca e Ausilio ed è soltato il prezzo (si parla di 8 milioni) a poter determinare se si tratta o meno di un buon affare, perchè il Papu è sì un ottimo giocatore, ma non è di certo l'elemento che, da solo, ti può far fare il salto di qualità. D'altronde l'Inter non ha le risorse finanziarie per poter irrompere sul mercato e portarsi a casa l'Hazard o il Mario Götze di turno e determinati nomi rimangono e rimarranno fuori portata per parecchio tempo. In questi giorni si è parlato del possibile scambio Handanovic-Sanchez e la domanda sorge spontanea: il cileno può essere il giocatore in grado di spostare gli equilibri e giustificare il sacrificio del portiere sloveno? Difficile rispondere, ma l'involuzione catalana di Sanchez e l'ormai conclamata difficoltà che il Niño Maravilla ha nell'affrontare difese schierate in trincea lasciano spazio a più di qualche lecito dubbio. Certo, tra Sanchez e Gomez ci sono altri giocatori che possono essere acquistati, come ad esempio Rodrigo De Paul del Racing di Avellaneda, ma quanti possono garantire il rapporto prezzo-qualità-rischio del Papu? L'ex-San Lorenzo è un giocatore duttile che conosce il campionato italiano e, con le dovute proporzioni, può rappresentare l'acquisto alla Palacio del calciomercato 2013-2014.
 
Non resta che attendere e vedere i prossimi sviluppi di mercato, anche perchè operazioni portate avanti più dalla stampa che dai diretti interessati, come in questo caso, difficilmente vanno a buon fine.

16 ago 2011

Prospettive e Impressioni di Inizio Stagione - Il Centrocampo

Con l'avvento di Gian Piero Gasperini e del suo credo-tattico, l'Inter di questa stagione vedrà diverse atipicità -sporadiche dalle parti di Appiano- sul piano dell'assetto e delle conseguenti funzioni in campo. Il rombo che ha caratterizzato spesso il centrocampo, nelle ultime cinque stagioni, verrà completamente eclissato, scalzato dall'avanzamento dei due fluidificanti non più in linea con i difensori centrali -non a livello di movimenti senza palla, ma esclusivamente di posizioni iniziali- e da un centrocampo più abile nel possesso e nel palleggio piuttosto che nella fisicità e nelle chiusure difensive -delegate principalmente ai 3 copritori/marcatori, di difesa-.

La forza di offendere dipenderà molto dagli interpreti di fascia, e dai compiti che a essi verranno riservati.
Se si guarda al passato si evince come Gasperini preferisca perlopiù laterali difensivi, capaci di sostenere il reparto arretrato in fase di attacco avversario, scalando e andando a formare un'unica proposizione. Al presente, però, non è auspicabile e verosimile -uno schieramento di questa matrice-, sia per ragioni di organico -dunque di singoli, e di differenza evidente di talento- sia per ragioni di calibro di compagini e di derivanti obiettivi stagionali -l'Inter non è il Genoa le attese e le pressioni non sono equiparabili e il buon Gasperson, questo, lo sa bene.
In Supercoppa, l'indifferibile utilizzo di Zanetti ha circoscritto il campo d'azione su quella fascia, il Capitano ha fatto una partita più prudente e controllata non proponendosi mai sul fondo, ne senza-palla in zona più offensiva, l'utilizzo della corsia di destra è stato quindi striminzito -altro discorso dopo l'ingresso di Faraoni, e nei minuti finali di Castaignos-. Il lato di scorribande e sortite è stato perciò quello di sinistra, con il migliore in campo Obi che ha formato un distinto binario con Alvarez; da qui le considerazioni del modulo impossibile da cifrare come simmetrico, e la prospettica di un futuro d'attacco su una e su entrambe le fasce.
(In ottica non-possesso sarà importante il lavoro dei giocatori sul piano dell'abnegazione e dell'amalgama difensiva, ne avevamo già discusso, negli articoli precedenti).

A livello di organico la squadra sembra ben attrezzata: l'arrivo di Jonathan da ulteriore alternativa e potrà sicuramente dare il suo apporto fin da subito, col recupero dall'infortunio di Nagatomo, la permanenza di uno fra i due '91 -Santon e Faraoni-, l'immortale Zanetti e il punto fermo Maicon, il reparto esterni sembra essere apposto; non è un mistero invece che al centro si attende ancora un valido uomo da turn-over, legato -in chiave mercato- alle cessioni dei già trattati Muntari e Mariga.

Quotazione speciale per
Ricky Álvarez, Philippe Coutinho e Joel Obi, i tre hanno in comune la versatilità nel medio-campo e l'essere tre future risorse di questa Inter, hanno già dimostrato potenziale e la predisposizione per divenire talenti -insomma c'è il giuramento, si aspetta la consacrazione. 

Per il nuovo acquisto Argentino si sente spesso la domanda sul suo ruolo naturale, il manager Gareca lo impiegava a maggioranza sul centro-sinistra, come centrocampista d'attacco polifunzionale, che ha nelle corde naturali il muoversi col pallone; è il più pronto e al momento è facile vedere lui come il più vicino a una maglia da titolare. Con Gasperini maldisposta una copertura da laterale (nel Velez faceva anche questo, ma con carica d'Ala tecnica) propensione -visto l'assetto- per i posti da rifinitore d'avanti.
Per l'appena semifinalista del Mondiale Fifa Under 20, sembra esser arrivato il punto della riconoscenza, dopo la prima stagione di ambientamento, (con 20 presenze) viene identificato, a chi era già noto, come più formato, intendiamoci, falso problema quello della struttura fisica, dell'altezza e del peso, solita retorica; per il '92 Brasiliano si profila e si pronostica un'ottima stagione, quando verrà chiamato in causa anche risultare e dimostrarsi protagonista, sempre considerato un ibrido dal sottoscritto anche per il ragazzo cresciuto nel Vasco da Gama, collocazione da mezzo-attaccante, non un trequartista esplosivo uno perfetto per il filtro e per l'ultimo passaggio, il Mister saprà dargli gli incarichi giusti.
Il già titolare fisso nei Bianco-Verdi d'Africa ha convinto tutti, la fiducia in lui è tanta, e sembra naturalmente tagliato per gli schemi di Gasperini, attitudine massima per il modo di vedere il calcio di quest'ultimo, a 20 anni dirompente, gioca con intensità insistente e brighe di ubicazione inesistenti [...]

9 ago 2011

Prospettive e Impressioni di Inizio Stagione - Il CalcioMercato, Cessioni

Il termine designato è il 31 Agosto e la certezza è che fino ad allora, per quanto poco presumibili e credibili possano essere, ne sentiremo -purtroppo- ancora molte. Proviamo dunque a fare un resoconto ragionevole e a supporre e concepire i futuri movimenti, che caratterizzeranno le operazioni in entrata e in uscita.

Nodo Sneijder - Il regista Olandese è il classico pezzo forte del mercato, quest'anno è toccato a lui quel tam-tam di voci che si susseguono, le intuizioni, il rapinare l'ultim'ora, e talvolta -oramai sta diventando abitudine- anche tanta immaginazione, da parte dei giornalisti che di prassi dovrebbero limitarsi a riportare e non partorire da loro. Lasciando i giochini mediatici, il grande interesse proverebbe da Manchester, i due grandi club della città lo United e il City, avrebbero sondato e chiesto informazioni -dai due Manager finora solo assolute smentite. Ragionando, per diversi motivi, si trovano molte falle a una possibile conclusione di trattativa. Una trattativa ? Non che una concreta sia mai stata aperta, solo tanto fumo, e un nulla più di fatto. La squadra di Roberto Mancini aspetta da inizio giugno Samir Nasri -anche i tifosi a giudicare dai post sul forum- e l'arrivo del giocatore escluderebbe per ovvie ragioni quello di Wes. Bisogna però dire, che un'ipotesi di cessione a loro -rispetto alla società di Glazer- appare più credibile sia dal punto di vista economico, che tecnico -di trequartisti fra le linee, in casa Ferguson non c'è ricordo, ali, ali, ali con mandato di andare sul fondo o creare scompiglio tagliando verso il centro. All'Old Trafford poi, sborsare la cifra -intrattabile- che porterebbe Sneijder a vestire la maglia rossa pare davvero un impegno critico, al City of Manchester -per quanto il prezzo del Franco-Algerino si aggiri sui 20/25, contando la scadenza 2012- visto il traffico di capitali inaudito, più verosimile. La cifra intrattabile appunto, perchè la nostra dirigenza non ha messo il trequartista fra i cedibili, ma una meritevole offerta verrebbe presa -doverosamente, visto la nuova politica societaria- in considerazione. Parlare di convenienza e ineccepibilità sarebbe sbagliato, giacché l'organico ne uscirebbe fortemente ridimensionato, e dato lo scopo di natura finanziaria, illogico pensare ad un reinvestimento della somma. Al momento, quando si parla di compravendita nel mondo Inter è infattibile esimersi da un discorso Sneijder, è un patrimonio per il nostro club, e il suo futuro -nel bene e nel male- muoverà e inciderà anche il nostro.
Dal canto mio penso risoluto -oltre che una naturale speranza- che alla fine di questa sessione, la maglia nerazzurra numero 10 sarà ancora sulle sue spalle.

I tre + 1 - "[...] Abbiamo solo quattro calciatori da vendere, tre più un ragazzo [...]" Parola del direttore dell'area tecnica Marco Branca, c'è più che da fidarsi. La traduzione di questa codificazione, viene soddisfatta con i nomi di Nelson Rivas, McDonald Mariga, Sulley Muntari e Davide Santon, diversi club che hanno mostrato interesse, ma ancora niente di concluso totalmente. Da qui al termine però è certo che partiranno almeno i primi tre, che hanno consumato il loro credito con l'Inter senza mai convincere, dimostrando di avere il talento adeguato. Discorso diverso invece per il Bambino -che ormai più bambino non è-, il capitano dell'U-21 parte ultimo nelle gerarchie dei laterali di centrocampo, e la sostituzione di Faraoni in Supercoppa, preferito da Gasperini, parla da sé. Il fludificante esploso con Mourinho, ha dimostrato, proprio in quel florido periodo, le sue abilità e il suo potenziale, conquistato tutti e raggiungendo la vetta a 18 anni per poi vivere una fase calante, vuoi per infortuni, vuoi per la scadenza nelle doti difensive -non è un mistero infatti che le attitudini sono prettamente d'attacco, a riprova di ciò i ruoli fatti nelle giovanili. Per lui si profila un prestito, o addirittura con diritto di riscatto, da escludere cessione in definitiva.
Tyson partirà nuovamente per l'Ucraina, questione di giorni, e tornerà al Dnipropetrovsk.
Il Ghanese subito il non-riscatto del Sunderland -dove comunque aveva trovato spazio-, e dopo aver rifiutato un paio di club, attraversa una fase di stallo, destinata a smaltirsi visto che l'Inter conta su di lui per quantizzare, e non rientra nei piani sportivi.
Per l'ex-Parma pare imminente il trasferimento alla Real Sociedad -la scorsa, stagione di assestamento in Liga, dopo la brillante promozione in Segunda Division- le parole dell'agente Federico Pastorello fugano ogni dubbio; per lui si spera di far rientrare i soldi spesi dal precedente acquisto.
Con la nostra maglia hanno tutti vinto parecchio, hanno tutti avuto un loro periodo di gloria, ma le esigenze del calcio non sono molto passionali, a loro buona fortuna, in ogni caso [...]

Altri possibili scenari - Per Emiliano Viviano tutto rimandato al post-infortunio.
Attualmente quotidiani/siti/tv scatenati e bollenti riguardo la fantasticheria che vorrebbe Samuel Eto'o in Russia alla corte del magnate Sulejman Kerimov. Più che una prospettiva pare un'astrazione, ma se ci sarà da prendere in considerazione, di certo, ne parleremo abbondantemente.
Alibec va in direzione Verona, la squadra guidata da Mandorlini -in prestito.
Faraoni sembra aver conquistato la fiducia di Gasperini, e potrebbe ritagliarsi uno spazietto in Prima Squadra.
L'asse Milano-Genova nelle ultime stagioni ha comprovato ragion d'esser definito alleato, non è da tralasciare dunque un possibile accordo su Pandev, in uno dei tanti incontri tra la premiata ditta Branca - Ausilio - Capozucca.