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16 ago 2011

Prospettive e Impressioni di Inizio Stagione - Il Centrocampo

Con l'avvento di Gian Piero Gasperini e del suo credo-tattico, l'Inter di questa stagione vedrà diverse atipicità -sporadiche dalle parti di Appiano- sul piano dell'assetto e delle conseguenti funzioni in campo. Il rombo che ha caratterizzato spesso il centrocampo, nelle ultime cinque stagioni, verrà completamente eclissato, scalzato dall'avanzamento dei due fluidificanti non più in linea con i difensori centrali -non a livello di movimenti senza palla, ma esclusivamente di posizioni iniziali- e da un centrocampo più abile nel possesso e nel palleggio piuttosto che nella fisicità e nelle chiusure difensive -delegate principalmente ai 3 copritori/marcatori, di difesa-.

La forza di offendere dipenderà molto dagli interpreti di fascia, e dai compiti che a essi verranno riservati.
Se si guarda al passato si evince come Gasperini preferisca perlopiù laterali difensivi, capaci di sostenere il reparto arretrato in fase di attacco avversario, scalando e andando a formare un'unica proposizione. Al presente, però, non è auspicabile e verosimile -uno schieramento di questa matrice-, sia per ragioni di organico -dunque di singoli, e di differenza evidente di talento- sia per ragioni di calibro di compagini e di derivanti obiettivi stagionali -l'Inter non è il Genoa le attese e le pressioni non sono equiparabili e il buon Gasperson, questo, lo sa bene.
In Supercoppa, l'indifferibile utilizzo di Zanetti ha circoscritto il campo d'azione su quella fascia, il Capitano ha fatto una partita più prudente e controllata non proponendosi mai sul fondo, ne senza-palla in zona più offensiva, l'utilizzo della corsia di destra è stato quindi striminzito -altro discorso dopo l'ingresso di Faraoni, e nei minuti finali di Castaignos-. Il lato di scorribande e sortite è stato perciò quello di sinistra, con il migliore in campo Obi che ha formato un distinto binario con Alvarez; da qui le considerazioni del modulo impossibile da cifrare come simmetrico, e la prospettica di un futuro d'attacco su una e su entrambe le fasce.
(In ottica non-possesso sarà importante il lavoro dei giocatori sul piano dell'abnegazione e dell'amalgama difensiva, ne avevamo già discusso, negli articoli precedenti).

A livello di organico la squadra sembra ben attrezzata: l'arrivo di Jonathan da ulteriore alternativa e potrà sicuramente dare il suo apporto fin da subito, col recupero dall'infortunio di Nagatomo, la permanenza di uno fra i due '91 -Santon e Faraoni-, l'immortale Zanetti e il punto fermo Maicon, il reparto esterni sembra essere apposto; non è un mistero invece che al centro si attende ancora un valido uomo da turn-over, legato -in chiave mercato- alle cessioni dei già trattati Muntari e Mariga.

Quotazione speciale per
Ricky Álvarez, Philippe Coutinho e Joel Obi, i tre hanno in comune la versatilità nel medio-campo e l'essere tre future risorse di questa Inter, hanno già dimostrato potenziale e la predisposizione per divenire talenti -insomma c'è il giuramento, si aspetta la consacrazione. 

Per il nuovo acquisto Argentino si sente spesso la domanda sul suo ruolo naturale, il manager Gareca lo impiegava a maggioranza sul centro-sinistra, come centrocampista d'attacco polifunzionale, che ha nelle corde naturali il muoversi col pallone; è il più pronto e al momento è facile vedere lui come il più vicino a una maglia da titolare. Con Gasperini maldisposta una copertura da laterale (nel Velez faceva anche questo, ma con carica d'Ala tecnica) propensione -visto l'assetto- per i posti da rifinitore d'avanti.
Per l'appena semifinalista del Mondiale Fifa Under 20, sembra esser arrivato il punto della riconoscenza, dopo la prima stagione di ambientamento, (con 20 presenze) viene identificato, a chi era già noto, come più formato, intendiamoci, falso problema quello della struttura fisica, dell'altezza e del peso, solita retorica; per il '92 Brasiliano si profila e si pronostica un'ottima stagione, quando verrà chiamato in causa anche risultare e dimostrarsi protagonista, sempre considerato un ibrido dal sottoscritto anche per il ragazzo cresciuto nel Vasco da Gama, collocazione da mezzo-attaccante, non un trequartista esplosivo uno perfetto per il filtro e per l'ultimo passaggio, il Mister saprà dargli gli incarichi giusti.
Il già titolare fisso nei Bianco-Verdi d'Africa ha convinto tutti, la fiducia in lui è tanta, e sembra naturalmente tagliato per gli schemi di Gasperini, attitudine massima per il modo di vedere il calcio di quest'ultimo, a 20 anni dirompente, gioca con intensità insistente e brighe di ubicazione inesistenti [...]

21 gen 2011

Joel Obi

Joel Obi è uno dei giocatori più discussi dagli addetti ai lavori o dagli appassionati del vivaio, nerazzurro e non.
Il nigeriano si è visto affibiare i giudizi più contrastanti: stellina della squadra dei magnifici giovanissimi nazionali di 5 anni fa, di cui facevano parte anche Davide Santon e Mattia Destro, Obi ha vissuto una evoluzione piuttosto contorta nella sua pur breve carriera, un pò per le sue caratteristiche un pò particolari, un pò per via della discontinuità di rendimento.
Partiamo con una premessa: il nigeriano è la perfetta dimostrazione di ciò che si intende quando si dice che la maggior differenza fra un campionato primavera e uno professionistico è il ritmo di gioco. Infatti a Joel, il ritmo, inteso come intensità di gioco e rapidità, non è mai mancato e il suo adattamento alla prima squadra è stato immediato.
Quando nell'Estate del 2009 Mourinho decise di aggregare 4 primavera alla prima squadra, il sottoscritto (e non lo dico per vantarmi) disse: "occhio a Obi, è più pronto di Krhin, è un ragazzo con potenziale da quantificare ma pronto sin da subito". Poi il nigeriano ebbe una serie di problemi fisici (e forse anche caratteriali) che lo portarono ben presto ai margini della prima squadra e al ritorno nella Primavera. A qualche mese di distanza però Joel è ri-entrato prima con Benitez, e adesso con Leonardo, nella rosa dei "grandi" e sembra destinato a restarci, dopo aver dimostrato le sue qualità.
Obi si afferma nelle giovanili come giocatore in grado di fare la differenza, da trequartista o più largo, esterno in un tridente o in un 4-2-3-1. E fino al primo anno di Primavera le sue posizioni preferite rimarranno queste. La sua versatilità lo porta poi a diventare un ottimo interno.
Obi possiede, oltre ad un elevato ritmo di gioco, una notevole aggressività, un buon dribbling e un buon calcio (il suo piede preferito è il sinistro). Per restare nell'Inter anche in futuro, dovrà migliorare nella rapidità di pensiero, nella capacità di giocare in velocità la palla, e sopratutto tatticamente. Non sono in grado di dire con certezza se questo ragazzo giocherà con l'Inter nei prossimi 10 anni (a proposito, va ricordato che il ragazzo è a metà con il Parma), però Joel è, ad oggi, una delle speranze nerazzurre su cui lavorare.