Josep Guardiola ha deciso.
Dopo la vittoria del decimo titolo da allenatore in tre anni il suo Barcellona, quello con i primi tre classificati al Pallone d'Oro e otto campioni del mondo in rosa, andava rinforzato. Non con acquisti parsimoniosi e mirati tipo quell'Afellay arrivato a Gennaio,ma coi soliti colpi milionari estivi, che in questo caso rispondono ai nomi di Alexis Sanchez e Cesc Fabregas.
Due acquisti di spessore assoluto. Uno dei migliori talenti emersi nell'ultima Serie A e il talento scappato di casa a sedici anni, cresciuto ed esploso in otto anni di carriera a Londra, vanno a completare una rosa già di suo stellare, ma effettivamente corta.
Il credo di Guardiola in questo senso è sempre stato chiaro. Ci sono i titolari, possibilmente tutti canterani o almeno spagnoli in quanto legati ai primi dalla militanza comune in nazionale, fissi, immutabili e definiti, e le riserve.
Queste si dividono in due categorie: o nuovi ragazzi della sempre fertile cantera, giovani ben contenti di stare in panchina e trovare qualche presenza, o giocatori prelevati dal mercato europeo a seconda dell'uopo, tendenzialmente non dispiaciuti di vincere tutto anche senza giocare granchè. I secondi hanno un destino chiaro. Si devono integrare nel gioco e negli schemi, quindi accettano il ruolo per loro scelto dall'allenatore. Che spesso finisce per essere quello dei tappabuchi di extralusso, vedasi Mascherano reinventato difensore centrale dopo mesi di briciole di partite.
Sia chiaro che Guardiola ha sempre cercato pezzi nuovi per la sua squadra. Che fossero i vari Busquets e Pedro o i neoacquisti Villa, Ibrahimovic, Caceres, Mascherano, Pep ha sempre cercato nuova linfa per una formazione già di suo fortissima. Quindi niente da stupirsi per gli acquisti in se. Ma l'attuale situazione della rosa non c'è mai stata nei precedenti anni.
A centrocampo troviamo Busquets e Xavi titolari inamovibili di una solidità fisica unica e un Iniesta tecnicamente fondamentale, ma ogni tanto alle prese con infortuni di varia gravità. In panchina Mascherano teorico centrocampista ormai centrale difensivo, Seydou Keità, Afellay (arrivato come polivalente, sia centrocampista che ala) e soprattutto Thiago Alcantara. Il neo nazionale maggiore spagnolo, campione d'Europa Under 21, è il nome nuovo esploso nell'ultima stagione, il talento in rampa di lancio. Perfetto vice-Iniesta è un classe 91 con qualità da vendere e voglia di ritagliarsi uno spazio.
Fabregas arriva come alternativa di lusso ai numeri 8 e 6, esattamente come accade nella nazionale roja, dove i giocatori sono gli stessi coi numeri invertiti. In un contesto di turnover decisamente limitato (se si escludono le partite con cambio totale o quasi degli undici titolari prima di importanti appuntamenti di Champions) sulla carta si fatica a trovargli uno spazio, per quanto assurdo possa sembrare. E vederlo al posto di Busquets, da mediano puro a dare equilibrio e fisicità a tutta la squadra, è francamente follia.
In pratica l'ex-capitano dell'Arsenal occupa lo stesso ruolo gerarchico del giovane Alcantara. Il fatto di essere di Barcellona lo salverà dalla tribuna, ma fare la riserva di tre giocatori tutti con oltre quaranta presenze di media all'anno (compreso Iniesta, considerato fragile) non dev'essere facilissimo. Anche perchè è tutto da vedere che certi giocatori accettino di stare in panchina, abituati a giocare sempre.
Spostare in attacco Cesc o Iniesta diventa complicato per l'acquisto di Sanchez, arrivato da quarto nel tridente formato da Villa, Pedro e Messi, anche loro con una media di quaranta/cinquanta partite. Se il 10 non è e non può essere in discussione, il 7 è un giocatore esperto, coi gol nel sangue, tanto talento e un riferimento nella Spagna, mentre il 17 è forse il giocatore più utile di tutto il Barcellona, magnificamente complementare a tutti i titolari.
Alexis diventa un'opzione in più, con tutto da dimostrare e con Afellay a fargli compagnia come riserva in attesa di qualche altro canterano (Gerard Deulofeu, per non fare nomi). Le cessioni di Jeffren e Bojan hanno sicuramente lasciato dello spazio, ma parliamo di vere e proprie briciole rispetto ai titolari veri.
Due galli in più in un pollaio già decisamente rodato e ricco, con tanti nuovi pulcini pronti a crescere. La gestione dello spogliatio sarà decisiva quest'anno come non mai a Barcellona, col rischio di far saltare il banco per aver voluto troppo.
Dopo la vittoria del decimo titolo da allenatore in tre anni il suo Barcellona, quello con i primi tre classificati al Pallone d'Oro e otto campioni del mondo in rosa, andava rinforzato. Non con acquisti parsimoniosi e mirati tipo quell'Afellay arrivato a Gennaio,ma coi soliti colpi milionari estivi, che in questo caso rispondono ai nomi di Alexis Sanchez e Cesc Fabregas.
Due acquisti di spessore assoluto. Uno dei migliori talenti emersi nell'ultima Serie A e il talento scappato di casa a sedici anni, cresciuto ed esploso in otto anni di carriera a Londra, vanno a completare una rosa già di suo stellare, ma effettivamente corta.
Il credo di Guardiola in questo senso è sempre stato chiaro. Ci sono i titolari, possibilmente tutti canterani o almeno spagnoli in quanto legati ai primi dalla militanza comune in nazionale, fissi, immutabili e definiti, e le riserve.
Queste si dividono in due categorie: o nuovi ragazzi della sempre fertile cantera, giovani ben contenti di stare in panchina e trovare qualche presenza, o giocatori prelevati dal mercato europeo a seconda dell'uopo, tendenzialmente non dispiaciuti di vincere tutto anche senza giocare granchè. I secondi hanno un destino chiaro. Si devono integrare nel gioco e negli schemi, quindi accettano il ruolo per loro scelto dall'allenatore. Che spesso finisce per essere quello dei tappabuchi di extralusso, vedasi Mascherano reinventato difensore centrale dopo mesi di briciole di partite.
Sia chiaro che Guardiola ha sempre cercato pezzi nuovi per la sua squadra. Che fossero i vari Busquets e Pedro o i neoacquisti Villa, Ibrahimovic, Caceres, Mascherano, Pep ha sempre cercato nuova linfa per una formazione già di suo fortissima. Quindi niente da stupirsi per gli acquisti in se. Ma l'attuale situazione della rosa non c'è mai stata nei precedenti anni.
A centrocampo troviamo Busquets e Xavi titolari inamovibili di una solidità fisica unica e un Iniesta tecnicamente fondamentale, ma ogni tanto alle prese con infortuni di varia gravità. In panchina Mascherano teorico centrocampista ormai centrale difensivo, Seydou Keità, Afellay (arrivato come polivalente, sia centrocampista che ala) e soprattutto Thiago Alcantara. Il neo nazionale maggiore spagnolo, campione d'Europa Under 21, è il nome nuovo esploso nell'ultima stagione, il talento in rampa di lancio. Perfetto vice-Iniesta è un classe 91 con qualità da vendere e voglia di ritagliarsi uno spazio.
Fabregas arriva come alternativa di lusso ai numeri 8 e 6, esattamente come accade nella nazionale roja, dove i giocatori sono gli stessi coi numeri invertiti. In un contesto di turnover decisamente limitato (se si escludono le partite con cambio totale o quasi degli undici titolari prima di importanti appuntamenti di Champions) sulla carta si fatica a trovargli uno spazio, per quanto assurdo possa sembrare. E vederlo al posto di Busquets, da mediano puro a dare equilibrio e fisicità a tutta la squadra, è francamente follia.
In pratica l'ex-capitano dell'Arsenal occupa lo stesso ruolo gerarchico del giovane Alcantara. Il fatto di essere di Barcellona lo salverà dalla tribuna, ma fare la riserva di tre giocatori tutti con oltre quaranta presenze di media all'anno (compreso Iniesta, considerato fragile) non dev'essere facilissimo. Anche perchè è tutto da vedere che certi giocatori accettino di stare in panchina, abituati a giocare sempre.
Spostare in attacco Cesc o Iniesta diventa complicato per l'acquisto di Sanchez, arrivato da quarto nel tridente formato da Villa, Pedro e Messi, anche loro con una media di quaranta/cinquanta partite. Se il 10 non è e non può essere in discussione, il 7 è un giocatore esperto, coi gol nel sangue, tanto talento e un riferimento nella Spagna, mentre il 17 è forse il giocatore più utile di tutto il Barcellona, magnificamente complementare a tutti i titolari.
Alexis diventa un'opzione in più, con tutto da dimostrare e con Afellay a fargli compagnia come riserva in attesa di qualche altro canterano (Gerard Deulofeu, per non fare nomi). Le cessioni di Jeffren e Bojan hanno sicuramente lasciato dello spazio, ma parliamo di vere e proprie briciole rispetto ai titolari veri.
Due galli in più in un pollaio già decisamente rodato e ricco, con tanti nuovi pulcini pronti a crescere. La gestione dello spogliatio sarà decisiva quest'anno come non mai a Barcellona, col rischio di far saltare il banco per aver voluto troppo.
Pensavo che l'unica soluzione con l'arrivo di Fabregas fosse avanzare Iniesta in attacco, ma come hai giustamente detto il contemporaneo acquisto di Sanchez boccia, sulla carta, questa opzione.
RispondiEliminaMa infatti è questo il problema, hanno intasato due reparti contemporaneamente. Voglio proprio vedere come li gestirà Guardiola
RispondiEliminaSecondo me Sanchez si gioca il posto con Villa (ergo, starà in panca). Per me Iniesta alto e Fabregas e Xavi interni, a Busquets non ci rinunciano.
RispondiEliminama con Iniesta ala un attaccante salta, rimangono in 3 a scannarsi per un posto di fianco a Messi...
RispondiEliminaPer me è più semplice pensare ai 3 che si scannano per un posto rispetto Busquets o Fabregas in panchina
RispondiEliminasu Busquets concordo :D
RispondiEliminaMa solo io penso che Pedrito sia sottovalutato al di fuori del mondo-Barça ?
RispondiEliminaCioè gli addetti ai lavori esterni non se lo filano ne buttano giù qualcosa su di lui proprio.
Per me per quanto possa non esser considerato e stimato come un fenomeno, però è il tipico prodotto della Cantera, impronta indissolubile..
Busquets lì, come destrezza tecnica, c'entra poco . :D
RispondiEliminaPer me non è così importante, per quanto sia conscio che ha nel DNA l'organizzazione di gioco del Barcelona, conoscendo solo quel tipo di calcio e applica i principi che lo reggono al massimo.
Spero che si creerà una rivoluzione nello spogliatoio, in quel finto clima di grande famiglia
RispondiEliminaBusquets ha fisico, capacità tattica e perfetta conoscenza del gioco e delle idee di Guardiola. AL netto delle raccomandazioni è un equilibratore fondamentale per loro, per quanto io nn lo stimi per nulla come calciatore.
RispondiEliminaHo sempre sentito parlare anche troppo bene di Pedro, che è un buon giocatore con le doti perfette per il gioco della squadra. L'uomo giusto al posto giustissimo
Concordo con Giulio per quanto riguarda Busquets. Uno con le sue caratteristiche è insostituibile e la prova più schiacciante è la fine che ha fatto Mascherano, riciclato a fare il sostituto dei difensori centrali. Ecco, Mascherano a prezzo di saldo non lo rifiuterei.
RispondiEliminaIo, in modo alquanto soggettivo, ripeto che Mascherano dopo averlo osservato bene ho confermato il riscontro iniziale, non mi piace affatto e oltretutto nell'Inter attuale, servirebbe, ma secondariamente per il profilo del giocare a livello di ruolo.
RispondiEliminaGasperini gioca con 3 difensori, per non dover aver a centrocampo degli interditori e ammazza-gioco. Mascherano è un giocatore predisposto e prettamente da fase di non-possesso, e i due interni di Gasperini sono tendenti alle qualità contrarie, ovvero premurosi e solleciti alla fase di costruzione.
Mi rendo conto però che può essere un giudizio un po eccessivo, e oltretutto sbagliato, però..
Busquets su ciò che avete detto non ci piove -e lo avevo anche ben scritto :D-, però vedremo se riusciranno ad integrare col terzetto massimo Xavi Fabregas Iniesta, le intenzioni mi sa che con quelle..
Per me Mascherano è un giocatore formidabile, anche se posso capire che di fronte ad una richiesta di 20M la società dodici mesi fa abbia lasciato perdere.
RispondiEliminaPartendo dal presupposto che il Genoa di Gasperini l'ho visto poche volte, un intoccabile come Juric me lo ricordo tutto tranne che un giocatore votato prevalentemente alla disposizione del gioco. Visto il declino di Cambiasso (contento che mi smentisca, ma l'ultima stagione ha detto questo, e mi riferisco soprattutto a livello fisico), avere uno come Mascherano rappresenterebbe l'unica possibilità di vedere Sneijder interno.
Chiedo spesso qualità per la nostra mediana, ma mi rendo conto che come fisicità ed intensità non siamo messi male, ma peggio... e Masche potrebbe essere un tassello preziosissimo (a certe cifre).
C'è da dire che Mascherano viene da 6 mesi di panchina e 6 da centrale difensivo. in Copa America mi è sembrato il fratello sotto sedativi del giocatore che era ai Mondiali.
RispondiEliminaRispetto a lui preferirei un giocatore più dinamico che possa garantire più inserimenti in avanti.
Secondo me Busquets è un giocatore eccellente e fondamentale per quel sistema di gioco.
RispondiEliminaSu Cambiasso: per me è importante la sua gestione. Ricordo che la squadra di Mourinho fu una delle squadre a correre meno nella competizione. Cambiasso ha svolto il ruolo di mediano, limitando le sortite offensive e fungendo spesso da pivot davanti alla difesa sfruttando l'intelligenza anzichè la corsa. Fra il Cambiasso di due anni fa e quello di oggi sarà avvenuto certamente un calo atletico, ma secondo me anche la disposizione dei suoi compiti in campo non è stata paritaria a quella che il suo fisico poteva offrire. Per me è uno che può giocare ad ottimi livelli ancora per molto, a patto che venga schierato in maniera congrua a quelle che sono le sue caratteristiche attuali.
L'eventuale acquisto di Mascherano dipende dal partner di centrocampo e dal sistema di gioco. Con Sneijder nel 343 sarebbe ottimo, con Cambiasso in qualunque sistema di gioco no, avremmo un centrocampo troppo monodimensionale e piatto, specie se si considera che per me Cambiasso non può più fare neanche l'interno del centrocampo a 3 (e così facendo mi ricollego al discorso sopra)
Infatti mi riallaccio a Giulio, dicendo che io proprio in questi ultimi 10 Mesi ho marcato e inquadrato meglio la valutazione. :D
RispondiEliminaCambiasso, potrà fare una stagione straordinaria, tornando al valore a cui ci aveva abituato -e che io personalmente penso sia il suo ordinario-, proprio perchè hai menzionato Juric sono ovvie le ragioni, le doti tattiche di un interno di centrocampo collimanti con Gasperini.