In ottica Inter il tema più caldo in questi giorni, oltre la vicenda Eto'o e quelle relative al calciomercato in entrata, è quello relativo all'assetto tattico che il tecnico di Grugliasco ha predisposto per la nuova Inter. Nel mirino è finita la tanto vituperata difesa a 3. In questo articolo cercheremo di analizzare pregi e difetti di questa impostazione difensiva, già utilizzata con successo da altre compagini del campionato italiano.
Questo tipo di schieramento permette senz'altro una migliore contrapposizione tattica all'avversario. Gli schieramenti che prevedono la difesa a 3 sono spesso molto camaleontici e spesso serve una sola variazione (caratteristiche dei giocatori permettendo) per cambiare completamente la dinamica della squadra offensiva e difensiva.
Nella fattispecie è importante il movimento dei due esterni di centrocampo. Si può decidere di abbassare un solo esterno in modo che, con uno scivolamento della difesa sul lato opposto, si possa passare a 4 in fase difensiva. Oppure si può chiedere ad entrambi gli esterni di fare tutta la fascia in modo da disporsi con uno schieramento a 5.
Qual'è il fattore decisivo in questo caso? L'avversario. La squadra muta il suo aspetto difensivo (e in parte, anche quello offensivo) in base alla squadra avversaria. Nella fattispecie, è importantissimo il concetto di superiorità numerica difensiva. Quindi se, ad esempio, la squadra avversaria attacca con 4 giocatori offensivi, chiederemo ai nostri esterni di scivolare entrambi sulla linea dei difensori. Se, invece, la squadra avversaria attacca con 3 elementi, scenderà un solo esterno in modo da ricomporre la linea a 4 e garantire comunque la superiorità numerica difensiva.
E' un cambiamento concettuale e filosofico importante. Infatti, a dispetto dei numeri, è diventato comune in Europa l'esigenza di avere un centrocampo folto. Ormai è rarissimo vedere le squadre che giocano con 2 punte fisse entrambi sopra la linea del pallone, questo perchè gli allenatori puntano a garantire una superiorità numerica a centrocampo con un folto numero di uomini. E' proprio nella direzione contraria che va la filosofia di Gasperini e quella degli altri tecnici che utilizzano la difesa a 3. Si punta alla superiorità numerica sulle fasce in fase offensiva e ad una copertura razionale degli spazi in fase difensiva in contrapposizione all'avversario. Il concetto di superiorità a metà campo nelle due fasi di gioco è parzialmente eliminato e vi è un maggiore equilibrio di importanza fra tutti i reparti, che devono diventare ed essere intesi come una cosa sola all'interno delle due fasi di gioco, con giocatori pronti a mutare il loro atteggiamento in maniera veloce e a seconda della situazione.
Se si analizza la rosa nerazzurra, i giocatori in difesa e a centrocampo per giocare a 3 ci sono, anche se vi è un solo tipo di scivolamento possibile se si gioca a 4 (quello verso sinistra, con Chivu). In particolare, va notata l'impressionante batteria di fluidificanti e giocatori che si possono ben adattare sull'esterno come Obi.
Il problema emerso dalla fase difensiva in questo precampionato è un altro ed in particolare è lo stesso che era emerso l'anno scorso, è una cosa che va a prescindere dal modulo e dal sistema di gioco. C'è l'assoluta difficoltà nel ricompattarsi: se centrali e fludificanti, pur non essendo infallibili, sono diligenti nel ripiegare (avete mai visto un gol preso per il caratteristico errore della difesa a 3, ovvero il mancato rientro del quinto o quarto dietro?), mancano i giocatori che lo fanno davanti. Mancano giocatori offensivi in grado di interpretare il gioco in maniera moderna, ovvero gli Eto'o e i Pandev del triplete, giocatori di qualità in fase offensiva, ma anche dotati anche di corsa e dedizione per ricompattarsi. A mio parere, specie in alcune gare, ne basterebbe almeno uno, ma l'Inter non dispone di questo giocatore in rosa. L'unico è l'olandesino Castaignos, che però non può garantire continuità di rendimento essendo giovanissimo.
L'altro errore comune è a centrocampo, dove nelle ultime due uscite i vari mediani impiegati hanno faticato nel trovare l'intesa e offrire copertura alla difesa. Un problema più tattico che atletico, secondo me. Spesso infatti nessuno dei due centrali visti in queste ultime partite (da Cambiasso a Stankovic) è riuscito ad effettuare un efficace elastico davanti alla difesa.
Questa situazione andrà sicuramente migliorata in vista delle prossime uscite ufficiali. E' vitale infatti che almeno un centrocampista centrale riesca a fare da perno posizionale quando non si è in possesso di palla.
Come abbiamo visto alcune situazioni possono essere sistemate dal calciomercato, altre con un intenso lavoro tattico. Ma non vi deve essere preclusione ad un sistema di gioco soltanto perchè scarsamente utilizzato. Anche perchè penso che essi siano solo dei numeri scritti su carta, quello che va analizzato è la reale dislocazione all'interno delle due fasi di gioco.
Questo tipo di schieramento permette senz'altro una migliore contrapposizione tattica all'avversario. Gli schieramenti che prevedono la difesa a 3 sono spesso molto camaleontici e spesso serve una sola variazione (caratteristiche dei giocatori permettendo) per cambiare completamente la dinamica della squadra offensiva e difensiva.
Nella fattispecie è importante il movimento dei due esterni di centrocampo. Si può decidere di abbassare un solo esterno in modo che, con uno scivolamento della difesa sul lato opposto, si possa passare a 4 in fase difensiva. Oppure si può chiedere ad entrambi gli esterni di fare tutta la fascia in modo da disporsi con uno schieramento a 5.
Qual'è il fattore decisivo in questo caso? L'avversario. La squadra muta il suo aspetto difensivo (e in parte, anche quello offensivo) in base alla squadra avversaria. Nella fattispecie, è importantissimo il concetto di superiorità numerica difensiva. Quindi se, ad esempio, la squadra avversaria attacca con 4 giocatori offensivi, chiederemo ai nostri esterni di scivolare entrambi sulla linea dei difensori. Se, invece, la squadra avversaria attacca con 3 elementi, scenderà un solo esterno in modo da ricomporre la linea a 4 e garantire comunque la superiorità numerica difensiva.
E' un cambiamento concettuale e filosofico importante. Infatti, a dispetto dei numeri, è diventato comune in Europa l'esigenza di avere un centrocampo folto. Ormai è rarissimo vedere le squadre che giocano con 2 punte fisse entrambi sopra la linea del pallone, questo perchè gli allenatori puntano a garantire una superiorità numerica a centrocampo con un folto numero di uomini. E' proprio nella direzione contraria che va la filosofia di Gasperini e quella degli altri tecnici che utilizzano la difesa a 3. Si punta alla superiorità numerica sulle fasce in fase offensiva e ad una copertura razionale degli spazi in fase difensiva in contrapposizione all'avversario. Il concetto di superiorità a metà campo nelle due fasi di gioco è parzialmente eliminato e vi è un maggiore equilibrio di importanza fra tutti i reparti, che devono diventare ed essere intesi come una cosa sola all'interno delle due fasi di gioco, con giocatori pronti a mutare il loro atteggiamento in maniera veloce e a seconda della situazione.
Se si analizza la rosa nerazzurra, i giocatori in difesa e a centrocampo per giocare a 3 ci sono, anche se vi è un solo tipo di scivolamento possibile se si gioca a 4 (quello verso sinistra, con Chivu). In particolare, va notata l'impressionante batteria di fluidificanti e giocatori che si possono ben adattare sull'esterno come Obi.
Il problema emerso dalla fase difensiva in questo precampionato è un altro ed in particolare è lo stesso che era emerso l'anno scorso, è una cosa che va a prescindere dal modulo e dal sistema di gioco. C'è l'assoluta difficoltà nel ricompattarsi: se centrali e fludificanti, pur non essendo infallibili, sono diligenti nel ripiegare (avete mai visto un gol preso per il caratteristico errore della difesa a 3, ovvero il mancato rientro del quinto o quarto dietro?), mancano i giocatori che lo fanno davanti. Mancano giocatori offensivi in grado di interpretare il gioco in maniera moderna, ovvero gli Eto'o e i Pandev del triplete, giocatori di qualità in fase offensiva, ma anche dotati anche di corsa e dedizione per ricompattarsi. A mio parere, specie in alcune gare, ne basterebbe almeno uno, ma l'Inter non dispone di questo giocatore in rosa. L'unico è l'olandesino Castaignos, che però non può garantire continuità di rendimento essendo giovanissimo.
L'altro errore comune è a centrocampo, dove nelle ultime due uscite i vari mediani impiegati hanno faticato nel trovare l'intesa e offrire copertura alla difesa. Un problema più tattico che atletico, secondo me. Spesso infatti nessuno dei due centrali visti in queste ultime partite (da Cambiasso a Stankovic) è riuscito ad effettuare un efficace elastico davanti alla difesa.
Questa situazione andrà sicuramente migliorata in vista delle prossime uscite ufficiali. E' vitale infatti che almeno un centrocampista centrale riesca a fare da perno posizionale quando non si è in possesso di palla.
Come abbiamo visto alcune situazioni possono essere sistemate dal calciomercato, altre con un intenso lavoro tattico. Ma non vi deve essere preclusione ad un sistema di gioco soltanto perchè scarsamente utilizzato. Anche perchè penso che essi siano solo dei numeri scritti su carta, quello che va analizzato è la reale dislocazione all'interno delle due fasi di gioco.
Aggiungo che un altro problema che si è visto è stato lo sfruttamento delle fasce in fase offensiva. La superiorità numerica che è l'obiettivo del modulo nn si è vista quasi mai.
RispondiEliminaIl perno posizionale a centrocampo dici che dovrebbe essere Motta?
Perchè nel Genoa di Gasperini il gioco passava tutto da lui, ma il giocatore di fatto si spostava con la palla ed era libero di inserirsi in attacco.
Però per una questione di corsa e dinamismo nell'Inter ci vedrei meglio Stankovic, con Thiago adibito alla regia più pura in un certo senso.
La superiorità numerica sulle fasce si è vista solo nelle prime uscite con ritmi di gioco più bassi. Gli esterni riuscivano ad accompagnare l'azione e la superiorità si creava anche sbagliando i tempi di gioco. Oggi automatismi e condizione atletica vanno sensibilmente migliorati per effettuare questo tipo di meccanismo.
RispondiEliminaPer me il perno lo deve fare Cambiasso o Stankovic, con Sneijder o Motta liberi di svariare. Questo perchè avere Motta o nessuno davanti alla difesa è praticamente la stessa cosa :D
Il problema principale comunque è che, specialmente nell'ultima partita, ho visto un alternanza in questo ruolo: un pò lo faceva Cambiasso, un pò Motta, forse per dosare le energie (quello più avanzato esce molto alto in pressing, quasi ad aiutare l'attaccante), ma in questo modo si fatica a trovare gli automatismi.
Infatti per me il problema è che tutti e tre avrebbero le caratteristiche per fare entrambi i ruoli (al netto delle capacità difensive rivedibili di Thiago:D), ma nessuno salvo Stankovic in forma può farlo continuativamente
RispondiEliminaPile, dipende da chi gioca, da chi viene portato il pressing, se dal centrocampista più avanzato, o quello con più carica difensiva.
RispondiEliminaEsempio, quando Stankovic ha giocato con Motta, quest'ultimo giocava in posizione più alta, ma era comunque e sempre Stankovic a caricarsi un pressing più a lunga gittata, contribuendo tantissimo alla fase di non-possesso in ogni zona del campo..
Comunque Sneijder giocherà in pianta stabile avanzato, mi pare logico e anche giusto -da tempo anche, non ho mai creduto alla posizione da CC, in una linea di centrocampo simile. Solo in caso di estrema necessità, in mezzo al campo, verrà spostato..
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