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26 ago 2011

Prospettive e Impressioni di Inizio Stagione - Champions League, Gruppo B

Nel pomeriggio di oggi, come da consuetudine oramai, nel cuore del Principato di Monaco, sono stati sorteggiati i gruppi, per il primo round, che aprirà le danze all'inizio della fase più acclarata della Champions League 2011-2012. L'Inter, anche quest'anno in prima fascia, è stata accoppiata al gruppo B, assieme all'attuale capolista della Russian Premier League, il CSKA Moska, i campioni in carica della Ligue 1, il Lille, e gli ormai -si può dire- ufficiali primatisti della Super Lig 2010-2011, del Trabzonspor.
Cominciamo col dire che l'urna è stata tutto sommato benevola, e decisamente positiva, sopratutto se si pensa ai terzetti che avevan incocciato il nostro cammino, nelle ultime due stagioni, più ferrei e ostici -o comunque poi così rivelatisi, per diverse cause, anche interne. L'accesso alla fase finale, se non vogliamo dire scontato -Schalke 04 insegna-, si preannuncia facile, in virtù dei due posti disponibili, ma d'obbligo per un club come l'Inter parlare con mentalità da comando -con i vantaggi che questo comporta nella competizione-, e anche in quest'ottica la qualificazione si intravede abbordabile e di tranquillo approccio. Il calendario, in questo senso, potrebbe portare qualche insidia nelle prime giornate, ritardando il passaggio ad un termine più lungo del previsto: se all'esordio, in casa, contro la formazione Turca ci si aspetta un'agiata vittoria, non si può dire lo stesso per le due successive trasferte, nella capitale Russa il 27 settembre, e nell'alto nord Francese il 18 ottobre, le partite più pericolose del quadro -a meno di sorprese provenienti da Trebisonda-, ma comunque superabili partendo sempre come favoriti.


Analisi delle tre squadre



CSKA Moska - Il team venuto fuori dal bussoloto della 2a fascia. L'ultimo confronto riporta alla mente la storica stagione del Treble, due agevoli vittorie di misura che consentirono l'ingresso all'epica semifinale col Barcelona; delle quattro è la squadra con più abitudine continentale, e più fresca ai ricordi interisti, visto il già menzionato quarto di finale del 2009/2010 e le due precedenti vittorie -sempre in Champions League- datate 2007, con sulla panchina dell'Inter, Roberto Mancini. Cammino in Europa non benedetto negli ultimi due anni, vista l'eliminazione subita dagli altri futuri Campioni -dell'Europa League-, agli ottavi, qualche mese addietro, un'uscita di scena comunque dignitosa visto l'avversario. Entrata nella più ambita competizione per club attraverso un secondo posto, alle spalle della corazzata di Luciano Spalletti, nella scorsa stagione fanno registrare anche la vittoria nella Kubok Rossii -la Russian Cup-. E' attualmente in testa -come già detto in precedenza- dopo 21 partite, al campionato (+2 sullo Zenit e un +7 sulla terza), imbattuti in trasferta, con miglior attacco e miglior difesa, guidati per il terzo anno da Leonid Slutsky -allenatore che in 9 anni ha scalato verticalmente la gavetta del calcio Russo- che conoscevamo come amante del 4-2-3-1 -dell'ora concorrente coach Toscano-, ha appunto apportato una radicale modifica alla sua idea di gioco, scaturita dall'acquisto dell'attaccante Ivoriano, Seydou Doumbia. L'assetto ora prediletto è più definibile dalle due punte, e quindi ancora più offensivo sotto il profilo dei singoli, questo non cancella, comunque, un'organizzazione e un modello di gioco che alla base rimane sempre lo stesso. Si cambia di partita in partita, a seconda della scelta dei giocatori, di un organico di distinta fattura soprattutto dal centrocampo in su: partito Krasic e ritornato nell'Est Europeo Zoran Tosic ala sinistra Serba che aveva fallito allo United -sta facendo benissimo-; Dzagoev, trequartista, un talento autoctono; i più conosciuti Vagner Love, tornato dopo il prestito, che ha ritrovato la titolarità fissa visto il brutto infortunio all'ariete Necid, il versatile Giapponese Honda, l'infortunato sulla via del recupero Mark Gonzalez e il già citato capocannoniere della lega Doumbia. I principi sono precisi e comunque fedeli: linea di difesa rigorosamente a 4 -da segnalare il fluidificante sinistro '91 Schennikov, infortunato da giugno, stabilmente titolare- due centrocampisti centrali difensivi -un mediano che si occupa prevalentemente della fase difensiva e raramente supporta l'avanzata, e uno che partecipa alle due fasi, e primariamente a quella di non-possesso ma non esclusivamente- che prendono il nome di Semberas, Rahimic, Aldonin e Mamaev (che interpreta la seconda descrizione) e tre giocatori avanzati -e qui il parco è foltissimo, vedere sopra e aggiungere Oliseh, Piliev e Cauna- a supporto della punta centrale -in riferimento alla modifica avvenuta con l'acquisto del due volte Top-Scorer Svizzero, sintetizziamo paragonando il suo lavoro in campo a quello dell'Eto'o Interista, da seconda punta che parte larga- che può avere connotazione da attaccante boa (al già tirato in ballo Necid, indisponibile fino al 2012, aggiungiamo Moussa Maazou).
Menzione speciale per Igor' Akinfeev, dall'età di 7 anni nei Krasno-sinie, capitano e bandiera assoluta, oltre che dai diciotto anni portiere della Nazionale, e per lo stadio Luzniki dove il CSKA gioca le partite internazionali -invece che all'Arena Khimki- fantastico impianto da quasi 80.000 posti tutti coperti con terreno in erba sintetica -non più una novità perentoria-, riconosciuto dall'UEFA con le 5 stelle di valutazione.

Trabzonspor - Primo gettone assoluto nella fase a punti, mai arrivati così lontano in Champions, la squadra del Manager Senol Gunes, era già stata fatta fuori nel 3rd turno di qualificazione -quello che permette l'accesso ai Play-off definitivi- dalle Aquile di Lisbona del Benfica, 2-0 al da Luz, e un 1-1 (in 10 per gran parte del secondo tempo) giocato sul quasi neutro di Istanbul, all'Atatürk Olimpiyat Stadium. Ieri sera doveva affrontare l'Athletic Bilbao, nella partita di ritorno (andata terminata 0-0 nei Paesi Baschi, anche qui in inferiorità numerica, sin dal 7') per l'ingresso alla fase a gruppi di Europa League, invece la squalifica del Fenerbahçe, da parte della Federcalcio Turca -in seguito alla richiesta UEFA-, campione di Turchia, per illecito, ha promosso la seconda, uscita pulita dal 2011 Turkish sports corruption scandal. Secondi, ma solo per differenza reti, arrivati a pari-merito in una Süper Lig da due sole sconfitte, miglior difesa del campionato, e con la stella Burak Yılmaz arrivato nel febbraio 2010, per 1.5M, che alla prima intera stagione giocando da ala/seconda punta realizza 19 reti in 30 partite, piazzandosi secondo dietro il funambolico Alex de Souza nella classifica marcatori.
L'assetto di gioco è un 4-2-3-1 controvertibile a 4-3-3, sulla panchina siede un'autentica leggenda per Trabzon e per il calcio Turco intero. Nato e cresciuto lì, da giocatore (portiere) fa dapprima le giovanili, inizia a giocare per la squadra senior -dopo due anni di maturazione in una squadra minore-, quattordici stagioni, durante il quale vincerà tutto a livello Nazionale, facendo parte del Trabzonspor Efsanesi. Termina la carriera sulle coste del Mar Nero, e inizia quella da tecnico, questo è il suo quarto ritorno ai Bordo-Mavililer -quattro volte secondo, due Turkish Cup e due Supercoppe vinte- era il commissario tecnico nel terzo posto ottenuto al Mondiale 2002 dalla Turchia, nello stesso anno viene riconosciuto dall'UEFA come Coach of the year.
Fra le fila del suo organico, degni di appunto troviamo: il terzino Serkan Balci un jolly difensivo, impiegato basso a destra, a 28 anni veterano del calcio Turco e il sempre titolare marcatore Kaçar; davanti alla difesa staziona il completo duo formato dall'Argentino Gustavo Colman -centrocampista completo e più incaricato della regia- e l'ex-Siviglia e Totthenam Didier Zokora, comprato ad inizio estate per 5M, non poco per un '80 -addetto al recupero palla che non sfigura col pallone tra i piedi, uno di eccellente valore per la lega in questione-; in avanti oltre ad Yilmaz (che sarà squalificato per la prima partita contro l'Inter), un altro nuovo arrivato dalla florida sessione di mercato estiva, Paulo Henrique giovane dotato -del '89- preso per 4M dopo una grande stagione al Westerlo dov'era in prestito, il 10 Mierzejewski player of the year della massima serie Polacca, che vanta anche il record d'esser il giocatore più pagato nella storia della medesima divisione -5.25M il prezzo-, anch'egli sarà squalificato per il match del 14 Settembre, dagli svincolati -dopo esser retrocesso col E.Francoforte- è stato pescato Halil Altintop che nonostante le sue notevoli presenze in dieci anni di Bundesliga, e altrettante con la maglia della nazionale, non è certo di un posto fisso, stesso discorso per Alanzinho, trequartista Brasiliano da due anni e mezzo al Trabz, prelevato dallo Stabaek dopo una non indifferente operazione da più o meno 4M.
Lo stadio di casa è l'Avni Aker Cehennemi, in erba naturale, con capacità massima intorno ai 24.000 posti (arrivata fino ai 28.000), non è però escluso un dislocamento nella capitale Istanbul, come accaduto col Benfica, o come doveva avvenire con l'Athletic -nel primo caso nel già quotato Olimpiyat Stadi Otoparki, del SK Istanbul, e nel secondo alla Turk Telekom Arena, tana del Galatasaray-.
Oltre il 100esimo coefficiente UEFA, comunque non di certo una squadra materasso, fra le più competitive delle sette pescabili in 4a Fascia, forse la migliore -con occhio da scrutatore e non tifoso- dopo il Borussia Dortmund, potrà giocarsela, sopratutto in direzione di un'idoneità in Europa League che verrebbe altresì accolta in modo giubilante.



In corso..

22 ago 2011

La difesa a 3: un falso problema?

In ottica Inter il tema più caldo in questi giorni, oltre la vicenda Eto'o e quelle relative al calciomercato in entrata, è quello relativo all'assetto tattico che il tecnico di Grugliasco ha predisposto per la nuova Inter. Nel mirino è finita la tanto vituperata difesa a 3. In questo articolo cercheremo di analizzare pregi e difetti di questa impostazione difensiva, già utilizzata con successo da altre compagini del campionato italiano.
Questo tipo di schieramento permette senz'altro una migliore contrapposizione tattica all'avversario. Gli schieramenti che prevedono la difesa a 3 sono spesso molto camaleontici e spesso serve una sola variazione (caratteristiche dei giocatori permettendo) per cambiare completamente la dinamica della squadra offensiva e difensiva.

Nella fattispecie è importante il movimento dei due esterni di centrocampo. Si può decidere di abbassare un solo esterno in modo che, con uno scivolamento della difesa sul lato opposto, si possa passare a 4 in fase difensiva. Oppure si può chiedere ad entrambi gli esterni di fare tutta la fascia in modo da disporsi con uno schieramento a 5.
Qual'è il fattore decisivo in questo caso? L'avversario. La squadra muta il suo aspetto difensivo (e in parte, anche quello offensivo) in base alla squadra avversaria. Nella fattispecie, è importantissimo il concetto di superiorità numerica difensiva. Quindi se, ad esempio, la squadra avversaria attacca con 4 giocatori offensivi, chiederemo ai nostri esterni di scivolare entrambi sulla linea dei difensori. Se, invece, la squadra avversaria attacca con 3 elementi, scenderà un solo esterno in modo da ricomporre la linea a 4 e garantire comunque la superiorità numerica difensiva.

E' un cambiamento concettuale e filosofico importante. Infatti, a dispetto dei numeri, è diventato comune in Europa l'esigenza di avere un centrocampo folto. Ormai è rarissimo vedere le squadre che giocano con 2 punte fisse entrambi sopra la linea del pallone, questo perchè gli allenatori puntano a garantire una superiorità numerica a centrocampo con un folto numero di uomini. E' proprio nella direzione contraria che va la filosofia di Gasperini e quella degli altri tecnici che utilizzano la difesa a 3. Si punta alla superiorità numerica sulle fasce in fase offensiva e ad una copertura razionale degli spazi in fase difensiva in contrapposizione all'avversario. Il concetto di superiorità a metà campo nelle due fasi di gioco è parzialmente eliminato e vi è un maggiore equilibrio di importanza fra tutti i reparti, che devono diventare ed essere intesi come una cosa sola all'interno delle due fasi di gioco, con giocatori pronti a mutare il loro atteggiamento in maniera veloce e a seconda della situazione.

Se si analizza la rosa nerazzurra, i giocatori in difesa e a centrocampo per giocare a 3 ci sono, anche se vi è un solo tipo di scivolamento possibile se si gioca a 4 (quello verso sinistra, con Chivu). In particolare, va notata l'impressionante batteria di fluidificanti e giocatori che si possono ben adattare sull'esterno come Obi.

Il problema emerso dalla fase difensiva in questo precampionato è un altro ed in particolare è lo stesso che era emerso l'anno scorso, è una cosa che va a prescindere dal modulo e dal sistema di gioco. C'è l'assoluta difficoltà nel ricompattarsi: se centrali e fludificanti, pur non essendo infallibili, sono diligenti nel ripiegare (avete mai visto un gol preso per il caratteristico errore della difesa a 3, ovvero il mancato rientro del quinto o quarto dietro?), mancano i giocatori che lo fanno davanti. Mancano giocatori offensivi in grado di interpretare il gioco in maniera moderna, ovvero gli Eto'o e i Pandev del triplete, giocatori di qualità in fase offensiva, ma anche dotati anche di corsa e dedizione per ricompattarsi. A mio parere, specie in alcune gare, ne basterebbe almeno uno, ma l'Inter non dispone di questo giocatore in rosa. L'unico è l'olandesino Castaignos, che però non può garantire continuità di rendimento essendo giovanissimo.

L'altro errore comune è a centrocampo, dove nelle ultime due uscite i vari mediani impiegati hanno faticato nel trovare l'intesa e offrire copertura alla difesa. Un problema più tattico che atletico, secondo me. Spesso infatti nessuno dei due centrali visti in queste ultime partite (da Cambiasso a Stankovic) è riuscito ad effettuare un efficace elastico davanti alla difesa.
Questa situazione andrà sicuramente migliorata in vista delle prossime uscite ufficiali. E' vitale infatti che almeno un centrocampista centrale riesca a fare da perno posizionale quando non si è in possesso di palla.

Come abbiamo visto alcune situazioni possono essere sistemate dal calciomercato, altre con un intenso lavoro tattico. Ma non vi deve essere preclusione ad un sistema di gioco soltanto perchè scarsamente utilizzato. Anche perchè penso che essi siano solo dei numeri scritti su carta, quello che va analizzato è la reale dislocazione all'interno delle due fasi di gioco.

8 ago 2011

Prospettive e Impressioni di Inizio Stagione - Parte Tecnica

La Supercoppa Italiana di Pechino ha sancito l'albore ufficiale della Stagione 2010-2011. Proprio da questo match, che sa tanto di round iniziale, desumiamo e ricaviamo alcune osservazioni che mettiamo in luce in quattro capisaldi. Gian Piero Gasperini ha ampiamente dimostrato che ai sbrigativi numeri, in campo, si sovrappone la Filosofia -partendo dal presupposto che i moduli sono più una trovata mediatica per parlare di calcio superficialmente, in modo raffazzonato, l'organizzazione di gioco è un'altra cosa- soprattutto per uno come lui che ne utilizza e ne preferisce una molta fluente e mutevole, dall'inizio e nello svolgersi della partita.

In fase difensiva c'è ancora da lavorare sulle palle alte tagliate e sui filtranti in verticale -provenienti dalla trequarti, come già era emerso dalle amichevoli pre-season, mettono fuori causa la linea di centrali difensivi e permettono lo stravolgere dell'ordine nella nostra retroguardia; d'altra parte con l'assetto del P.T. la scelta di un pressing non imminente e a tutto campo pareva azzeccata, con il solo Eto'o sopra la linea della palla -in fase di possesso avversaria.

Tutti i giocatori hanno un compito essenziale nella fase di costruzione, visto che il gioco palla a terra è la base, si sottintende dunque quanto sia importante l'inserimento in formazione di ragazzi con buona tecnica, con capacità di passaggio corto senza affanno, anche se i veri e propri funzionari della manovra sono i due centrocampisti centrali -uno più basso come posizione, l'altro più avanzato- e uno dei due rifinitori davanti -che possono avere incarichi e funzioni differenti tra di loro, oltre che posizioni di gioco, e sopratutto non devon per forza essere ali o attaccanti esterni, si evince quindi che non sussiste "un problema Sneijder", che potrà agire perfettamente-.

Il raggio d'azione del singolo è molto ampio e paradossalmente deve essere ordinato oltre che adempiente alla causa, a tutti i giocatori si richiede un flusso di movimento considerevole -fatta eccezione dell'attaccante centrale, e del copritore centrale di difesa, che raramente si allontaneranno dalla loro posizione iniziale- questo implica che tutti contribuiranno alle due fasi sostenendo la trama sia difensiva che offensiva; inutile dire che si richiede molta corsa e un dispendio notevole.

A prescindere da giudizi e modi di vedere positivi o negativi che siano, sarebbe riduttivo e sconsiderato bollare già il valore assoluto della tattica e quindi dell'allenatore in questione; una cosa appare chiara, prima verrà portata a termine l'alchimia di squadra, la metodologia, le convinzioni, la dottrina, meglio gradualmente si svilupperà la conoscenza e meglio sarà per tutti [...]