Un grave infortunio ai legamenti in una "inutile" partita di Coppa di Francia rischia di aver cambiato gli equilibri del Mondiale brasiliano.
La vittima è infatti Radamel Falcao, da molti considerato il miglior vero nueve del mondo, stella assoluta non solo del Monaco e del calcio europeo, ma soprattutto della Colombia. Impossibile non avere nel mirino i cafeteros per il prossimo Giugno, visto il loro mix esplosivo di fisicità e talento, ma la perdita del loro fenomeno assoluto, uomo di riferimento e finalizzatore della manovra potrebbe rivelarsi un colpo troppo pesante da metabolizzare. Falcao è giocatore da 20 gol in 51 presenze con la sua nazionale (secondo miglior marcatore di tutti i tempi alla pari con Faustino Asprilla), di cui 14 in 25 dal 2011 a oggi, quasi tutti decisivi, e su di lui, sui suoi movimenti e sulla sua incredibile capacità di difendere palla ha sempre fatto un grosso affidamento Josè Pekerman. Il ct in questi mesi dovrà attingere a piene mani al serbatoio di talento della sua selezione per inventarsi una soluzione credibile. Ma cosa può offrire la rosa della Colombia?
Mai come oggi la selezione colombiana ha potuto contare su giocatori di talento. Un insieme decisamente ricco che sembra avere tutto per ottenere grandi cose proprio nel 2014, mix particolare di giocatori nel pieno della loro maturità che ci hanno messo qualche anno ad esplodere (lo stesso Falcao, Jackson Martinez, Cuadrado), giovani in rampa di lancio (James Rodriguez) e giovanissimi ambiziosi (Balanta, Quintero).
Pekerman non è certo un vate del calcio offensivo e ha dato alla sua squadra tutta la solidità possibile giocando con un modulo abbastanza variabile, ma che in definitiva è sempre un intorno del 4-2-3-1. Tanta qualità negli uomini davanti, solidità in mediana e una generale attenzione difensiva, aiutata dalla grande fisicità sia di peso che di velocità diffusa nei giocatori. La qualificazione al Mondiale dopo 16 anni non è un caso, ed è arrivata anche grazie a un certo carattere sviluppato nel tempo.
Falcao, come detto, era la punta di diamante di questa Colombia. A chi toccherà raccoglierne il testimone?
Limitandoci ai soli attaccanti, i nomi sono Jackson Martinez (classe 1986), Teofilo Gutierrez (1985), Luis Muriel (1991) e Carlos Bacca (1986).
Di questi i più utilizzati sono tipicamente i primi due, anche in coppia col Tigre, e proprio da loro ci si aspetta il primo passo avanti in rendimento e leadership. Jackson al Porto è una macchina da gol (49 in 64 partite), Teofilo è spesso in lotta con se stesso, ma per carattere e capacità può risultare tremendamento decisivo in una competizione breve come un Mondiale (l'alternativa è che perda totalmente la testa, prendere o lasciare). Bacca è invece il nome emergente con 10 gol nel Siviglia dopo una carriera tra Colombia e Belgio, si sta dimostrando giocatore solido e merita una chance. Muriel è il talento grezzo, indicato da un paio d'anni come sul punto di esplodere, ma sempre frenato da una testa non al livello dei piedi. Questo improvviso spazio potrà motivarlo?
A loro si unisce un buon elenco di giocatori offensivi usati da Pekerman o sulla trequarti o sull'esterno: Juan Guillermo Cuadrado (1988), Fredy Guarin (1986), James Rodriguez (1991), Victor Ibarbo (1990), Juan Fernando Quintero (1993).
Gli ultimi due sono uomini di complemento che però adesso potranno avere più attenzioni. L'attaccante del Cagliari non è certo continuo o particolarmente prolifico, ma ha un insieme di doti che lo rendono arma pericolosa da sfruttare anche a partita in corso. In Novembre ha trovato il suo primo gol in nazionale contro il Belgio. Quintero invece è il talento emergente, trascinatore assoluto della selezione Under 20 al Sudamericano (vinto) e al Mondiale. Deve ancora trovare la sua dimensione coi club, ma ha personalità, colpi e considerazione. James Rodriguez malgrado i 23 anni da compiere ha già una lunga carriera alle spalle tra Envigado, Banfield, Porto e Monaco, avendo esordito già nel 2007. Oggi è tra i miglior assistman d'Europa con 9 assist realizzati, sta ampliando il suo repertorio tecnico e la qualità generale del suo gioco, arriverà al Mondiale al top. Cuadrado nella Fiorentina ha trovato la sua dimensione come esterno sia a tutta fascia che d'attacco, con la sua capacità di vincere gli uno contro uno sia di fisico che di tecnica è una variabile impazzita. Discorso a parte merita Fredy Guarin. Da sempre anarchico in cerca di ruolo, può essere sfruttato come trequartista e in caso di necessità può ricoprire anche un ruolo in mediana. Probabilmente non sarà mai ordinato, ma resta un giocatore con lampi in grado di spaccare le partite.
Sarebbe bello poter inserire in questa lista Giovanni Moreno, straordinaria unione di fisico e talento, che però tra infortuni (quando era in Argentina) e scelte di vita (andare in Cina a 25 anni), non diventerà mai il giocatore incredibile che si è intravisto a inizio carriera.
Per sopperire a un'assenza tanto pesante servirà un passo avanti collettivo.
Uno dei nominati diventerà il nuovo leader?
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