Tralasciando tutte le questioni ambientali, tecnico/tattiche, fisiche, societarie, di rosa un paragone puramente numerico tra l'Inter 2012-2013 e l'Inter 2013-2014 è un semplice esercizio di stile. Si possono cioè ottenere dei dati, ma senza la piena comprensione del contesto è difficile dargli il giusto peso. Tuttavia il tifo vive di confronti, quindi cerchiamo di eviscerare la questione.
Partiamo da un presupposto: l'algebra dà ragione a Mazzarri.
L'inter 2012-2013 infatti ha vissuto una stagione che definire disastrosa è un gentile eufemismo. 54 punti, nono posto finale, 55 gol fatti (settimo migliore attacco) e 57 subiti (addirittura seconda peggior difesa alla pari del Siena penultimo), per una differenza reti negativa assai difficile (sperano i tifosi) da ripetere. Uno score finale di 16 vittorie, 6 pareggi e 16 sconfitte.
L'inter 2013-2014 risponde con 60 punti, quinto posto finale, 62 gol fatti (quinto migliore attacco alla pari col Verona) e 39 subiti (terza miglior difesa alla pari del Napoli). 15 vittorie, 15 pareggi, 8 sconfitte.
Il tecnico di San Vincenzo ha indubbiamente migliorato il rendimento della squadra, che tuttavia con Stramaccioni aveva toccato uno dei punti più bassi della sua storia e quindi peggiorare risultava assai complesso, portando 6 punti in più e la differenza reti da -2 a +23. Un rendimento in un certo senso normalizzato, senza picchi straordinari tipo la vittoria 1-3 a Torino, ma anche senza i tanti crolli fragorosi (per dirne uno il 4-1 di Firenze). Un potenziale punto di partenza "neutro", col fondamentale ritorno in Europa conquistato.
Se si allarga un attimo l'ottica si notano cose interessanti.
Innanzitutto, tra un campionato e l'altro è cambiato il contesto della classe media della Serie A.
Nel periodo di Stramaccioni 60 punti valevano l'ottavo posto, dietro a Juventus, Napoli, Milan, Fiorentina, Udinese, Roma e Lazio. Dal secondo (Napoli, 78) al quarto posto (Fiorentina, 70) c'erano 8 punti, tra la sesta (Roma, 62) e la terza (Milan, 72) 10. La teorica lotta per il quinto posto vedeva 4 squadre (Udinese, Roma, Lazio, Catania) in 10 punti.
Con Mazzarri 60 punti valgono il quinto posto dietro a Juventus, Roma, Napoli e Fiorentina. La Roma seconda (85) sta 20 punti avanti alla Fiorentina quarta (65), tra il terzo posto del Napoli a 78 e il sesto del Parma a 58 passano 20 punti. La lotta per il quinto posto vede 7 squadre (Inter, Parma, Torino, Milan, Lazio, Verona, Atalanta) in 10 punti.
Deduciamo che i primi tre posti si sono decisamente staccati, mentre la lotta per l'europa minore si è fatta molto più affollata e livellata.
Curioso notare come l'Inter nona, con 54 punti, sia arrivata a 18 punti dal terzo posto del Milan che ne aveva 72. Oggi l'Inter quinta con 60 punti ha gli stessi 18 punti dal terzo posto del Napoli a 78.
Con 54 punti nel campionato attuale il Verona si colloca alla decima posizione, con lo stesso preciso score vittorie/pareggi/sconfitte dell'Inter di Stramaccioni.
Il miglior rendimento di attacco e difesa ha dimezzato le sconfitte, ma ha più che raddoppiato i pareggi e, paradossalmente, persino prodotto una vittoria in meno. Insomma, il più favorevole rapporto gol fatti/subiti è stato di sicuro distribuito male e la squadra ha ancora un problema con le vittorie. Quantomeno ha smesso di perdere contro chiunque, che è già un bene, ma i 6 punti in più a fronte delle 8 sconfitte in meno ricordano quanto sia pesante l'incidenza dei (troppi) pareggi nell'era dei 3 punti a partita. La Fiorentina quarta a 65 punti, per corroborare, ha messo insieme 19 vittorie, 8 pareggi e 11 sconfitte.
Nella stagione 2014-2015 è necessario un salto di qualità, soprattutto nella cultura della vittoria. Riuscirà Mazzarri a portare questa mentalità?
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