27 set 2013

L'importanza di chiamarsi Campagnaro


L'arrivo di Hugo Campagnaro a parametro zero all'Inter è uno dei colpi di mercato più sottovalutati dell'anno. L'età non verdissima (parliamo di un classe 1980) e il basso profilo della carriera hanno fatto passare in sordina un acquisto che si sta rivelando fondamentale per le dinamiche della squadra nerazzurra.
In questo di sicuro ha una certa importanza la presenza di Walter Mazzarri, con cui Campagnaro lavora da 7 stagioni consecutive. La carriera del roccioso difensore argentino ha avuto dinamiche particolari, forse uniche, e il lavoro del tecnico toscano è stato fondamentale per il definitivo salto di qualità. A vederlo giocare oggi sembra impossibile che nasca attaccante nelle divisioni inferiori argentine e venga trasformato in difensore solo in Italia.
Nel 2007 la Sampdoria lo preleva dal Piacenza in Serie B e grazie a fisico, cattiveria agonistica e intensità si guadagna un posto nella difesa a 3 che con Mazzarri non perderà più. Il suo rendimento è tale da farlo esordire in nazionale Argentina nel 2012, a 31 anni, diventando un elemento fisso nelle convocazioni di Sabella.

Il reale impatto di Campagnaro nell'Inter va oltre ciò che è immediatamente percepibile.
Grande leadership difensiva, gestione della linea e personalità si sono viste dalla prima partita, e non a caso il reparto è cambiato totalmente rispetto alla scorsa stagione. Guardando le statistiche parliamo del primo in rosa per spazzate in area, del terzo per tackle a partita e per contrasti aerei vinti, del secondo per intercetti e per tiri bloccati. Le sue chiusure e i suoi recuperi sono negli occhi di tutti i tifosi.
Per questo l'Inter ha puntato su di lui a zero come difensore, ma è nella gestione della sfera che Campagnaro si rivela un elemento sorprendente. I trascorsi da attaccante evidentemente gli hanno lasciato in eredità una buona capacità tecnica. Regolarmente è il primo o al massimo il secondo giocatore per tocchi di palla a partita, di gran lunga quello con la maggior media di passaggi effettuati, il terzo per lanci lunghi accurati e il migliore per percentuale di passaggi riusciti tra i titolari. In un certo senso è il vero regista arretrato dell'Inter, l'uomo incaricato di far cominciare l'azione dalla difesa (un ruolo simile, ma più limitato, lo copre anche Juan Jesus). Curiosamente è anche il giocatore che subisce più falli a partita, a testimonianza della sua capacità di avanzare palla al piede. Del resto già col Napoli era stato il miglior difensore per dribbling riusciti in tutta Europa.

In totale, otteniamo il secondo giocatore di tutta la rosa per rendimento, dietro a uno stellare Ricky Alvarez. Non male per uno partito dal nulla.

2 commenti:

  1. Primo e me ne vanto.
    Da anonimo.
    Poiché io puole.

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  2. Grande Hugo. Tra le tante statistiche secondo me si sta rivelando fondamentale l'ultima che hai elencato: la sua capacità di eludere il pressing avversario palla al piede (senza prendere rischi alla Lucio).

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