6 gen 2012

Venerdì con Aguante Futbol

Buon anno a tutti!
Assieme ai redattori di Aguante Futbol, facciamo il punto sull'attualità attraverso 4 domande.

1) Borriello alla Juve: extra o necessità?
Pile: Per me è assolutamente un extra. Marco Borriello è un giocatore che ha sempre fatto benissimo quando aveva una squadra che giocava per lui ed era al centro del progetto. In questa Juventus si dovrà alternare con altri attaccanti. Un po' la situazione di Roma e Milan, dove non ha fatto bene. E' un giocatore estremamente umorale.
Però posso capire l'idea della società juventina che si dimostra ancora una volta decisamente ambiziosa: hanno visto Matri, che dopo un buon inizio è andato decisamente in fase calante, ed hanno subito cercato un centravanti nel caso in cui l'ex Cagliari continuasse a deludere. Certo, bisogna vedere se Borriello sarà l'uomo giusto o meno.


A.L.: L'acquisto di Borriello da parte della Juve, mi ha nei primi giorni -della trattativa- sorpreso. Intendiamoci, a prescindere dal valore del giocatore -potrebbe tranquillamente prendere il posto da titolare fisso- che in relazione all'organico della Juve -appunto- è indiscutibile.
E' indubbio che la bilancia penda più verso "l'Extra": alla Roma considerato come superfluo, dalle parti di casa Agnelli si è avvertita la situazione con le sfumature più di un affare su cui speculare e di un'occasione da provare a sfruttare, più che una necessità.

G.D.C.: A me più che altro stupisce il fatto che lui, per l'ennesima volta, accetti di essere un extra. A quasi 30 anni forse era meglio andare a giocare finalmente titolare, cosa che tra l'altro ha dimostrato di saper fare bene tra Genoa e Milan. L'ennesimo semestre di transizione della carriera potrebbe trasformarsi in una sentenza per lui.

G.B.: In questo momento è da considerare assolutamente un extra. Mi chiedo se Borriello sia convinto di poter conquistare il posto da titolare oppure se sia soltanto l'ennesima scelta priva di ambizione nella sua carriera.

2) Ancelotti al PSG è l'allenatore giusto?
G.D.C.: In linea col restyling della squadra iniziato in estate. Kombuarè era troppo low profile, con le strategie societarie non ci azzeccava nulla, e nonostante il primo posto ha allenato peggio della scorsa stagione. Ancelotti ha il nome e il curriculum giusti, oltre al suo amico Leonardo come sponsor. In quel campionato con risorse immensamente superiori agli altri non può che vincere dominando, per l'Europa ne riparliamo tra un anno. Curioso di vedere che farà con Pastore, lui che ha creato Kakà.

G.B.: Giulio ha detto praticamente tutto. Soldi, un grande allenatore, soldi, un progetto faraonico, soldi: non credo avranno problemi a muoversi ancora più pesantemente sul mercato attirando giocatori di prima fascia.

Pile: C'è curiosità per questo progetto PSG. Da una parte vedo un maggior freno alle spese rispetto al City di turno (tolti Pastore e appunto Ancelotti), più razionalità. Però forse deve prima acquisire una credibilità, fare un passo che potrebbero fare già in questi 5 mesi, cioè vincere. Ancelotti è un grande allenatore, straordinaria esperienza, è l'uomo giusto per poter aprire un nuovo ciclo vincente.

A.L.: Annunciato, un ingaggio già presente nella storia del PSG ancor prima che si verificasse (ovviamente il tutto relativo a Leonardo).
Aggiungo che se gli acquisti e gli 'unici' -come si fa ad utilizzare un simile termine parlando di PSG- obiettivi sono quelli su cui si vocifera da settimane, criticherei il contesto -Ancelotti- accusandolo di piattezza, dimostrebbe un po' di mediocrità; con quel Budget fossilizzarsi sempre su quei giocatori dal passato Milan, robe ritrite, scelte, ma banali.


3) Sempre in tema allenatori, Simeone torna in Europa, all'Atletico Madrid. Prospettive?
G.D.C.: Simeone lo vedo come un tecnico al bivio. Vive di rendita per quanto fatto ormai troppo tempo fa con Estudiantes e River, ma dopo il titolo coi millionarios in Argentina ha sempre fallito. E l'ultimo semestre col Racing è stato abbastanza clamoroso, con annessi litigi vari coi giocatori. Positiva invece l'esperienza in Italia. Sembra essere un tecnico troppo tattico per il Sud America, andrà bene per la Spagna?

G.B.: A Catania ha fatto abbastanza bene, ma nelle ultime esperienze in Sud America il Cholo ha lasciato qualche perplessità di troppo. Ora arriva in una squadra discretamente disastrata, ma conosce l'ambiente e forse il suo carisma potrebbe essere sufficiente per rimettere almeno un po' di ordine.

Pile: El Cholo è una persona che mi ispira grandissima simpatia. Personalmente, però, non sempre l'ho trovato credibile nel ruolo di allenatore. Non ho abbastanza elementi per poter dare delle prospettive, dipende sopratutto da cosa si aspettano all'Atletico Madrid. Diciamo che la Spagna, per un allenatore bravo, non sarebbe un campionato difficile...ma è difficile esportare una propria cultura, un proprio credo, specie se è tanto diverso dal loro.

A.L.: Sottoscrivo e quoto totalmente il parere di Giulio, che fa da specchio al mio pensiero, uguale. Unica dissonanza la valutazione dell'esperienza in Italia, a mia opinione non pienamente positiva.

G.D.C.: Ma Anto, che doveva fare di più a Catania? E' partito anche male e ha saputo correggersi, adattarsi alla rosa. E a tempo perso ha fatto nascere la carriera in A di Lodi, che senza Simeone sarebbe disperso tra i cento giocatori dell'Udinese.

4) Gilardino saluta Firenze e sceglie il Genoa, come vedete il trasferimento?
Pile: Un cambio necessario. Personalmente però, non so se Genova sia la piazza più giusta. Gila è un finalizzatore, un giocatore che ha bisogno di una squadra che pratica calcio dietro di lui e per lui. La Fiorentina di Prandelli lo era, quella di Mihajlovic/Rossi no. Il Genoa di Malesani assolutamente no. Quello di Marino non so, ma per me i rossoblù hanno le carte in regola per fare un calcio migliore: Palacio avrà una prima punta accanto, forse si vedrò di più l'interessante Jorquera, e Kucka e Constant sono stati troppo brutti per essere veri, possono solo migliorare il loro rendimento.

A.L.: Arriva in un parco attaccanti già foltissimo, in cui però si è tentato di sopperire e di coprire la qualità con la quantità, e Gilardino è una panacea in questo senso.
La sua carriera aveva bisogno di nuova linfa, nuovo vigore, e seppur il Genoa non è il massimo a livello di Club -come blasone-, a Firenze stava lentamente ingrigendosi. Il cambio magari potrà portare stimoli, entusiasmo. Sul prezzo d'acquisto -a prescindere se lo si vede positivo o negativo, da che parte- si potrebbe aprire una bella discussione a parte, che durerebbe non meno di una giornata, sarebbe l'introduzione a una più generale sul CalcioMercato moderno in generale.
Sono curioso di vedere come verrà rimpiazzato, e le scelte da parte della Fiorentina.

G.D.C.: Per lui era assolutamente necessario andarsene da Firenze, era evidente da un anno. A Firenze è finito un ciclo e prima tutti lo ammettono meglio sarà. Il Genoa per contro aveva assoluto bisogno di una prima punta vera che desse garanzie anche minime dopo le scellerate scelte estive. Per il gioco, come dice Pile, vedremo.

G.B.: Avete detto tutto, non c'era una valida motivazione per rimanere a Firenze e il trasferimento era assolutamente inevitabile. Vediamo come si troverà a Genova e soprattutto come lo sostituirà la Fiorentina, a patto che la dirigenza viola abbia ancora un minimo di voglia di competere.

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