L'Inter di Ranieri chiude il girone d'andata al quarto posto, in pieno purgatorio da Europa League.
Posizione non certo esaltante, ma insperata appena due mesi fa quando arrivava la sesta sconfitta stagionale in campionato contro l'Udinese (non a caso terza tre punti sopra).
Molto se non tutto si deve all'allenatore di Testaccio, capace in poco tempo di plasmare dal fango della zona retrocessione una squadra solida in grado di inanellare una serie di vittorie consecutive sinceramente impronosticabile, con la ciliegina della vittoria nel derby.
L'errore è pensare che adesso sia tutto a posto.
Ranieri ha fatto un miracolo. Gestendo la rosa, trovando un modulo adatto per il risultato (lo spettacolo si lascia volentieri ad altri, rigorosamente non in Italia), recuperando giocatori persi. Il campo dice che tutto funziona, ma fermare l'analisi a questo livello è un errore banale.
Occorre ricordare il punto di partenza, cioè il mercato estivo.
Già allora l'Inter aveva delle necessità precise, che sono state colpevolmente perse di vista a causa di una gestione della questione allenatore a dir poco approssimativa. Così non è arrivato alcun ricambio vero, concreto e affidabile per il reparto che dal 22 Maggio 2010 ne ha più bisogno, cioè la mediana. L'unico nome è stato Poli, arrivato in prestito, che ha collezionato più infermeria che campo, con tre presenze in cinque mesi. Alvarez è stato presto dirottato in ruoli più offensivi, mentre Obi paga una certa indisciplina tattica.
Restano quindi i soliti Cambiasso, Motta, Stankovic e Zanetti, i cosiddetti senatori, i giocatori a cui Moratti è tanto attaccato da non riuscire nemmeno a dirgli che potrebbe arrivare un sostituto. Ma gli anni passano per tutti, e per giocare a calcio è importante anche la componente atletica.
Con Stankovic sempre più in difficoltà e alle prese coi soliti frequenti infortuni, Cambiasso e Motta sono stati gli unici titolari di Ranieri. L'argentino sembra sempre più in condizioni fisiche approssimative, mentre la storia clinica dell'italo-brasiliano impone una certa prudenza nell'impiego. Unica opzione di back-up il sempreverde Zanetti, che rimane pur sempre un adattato nel ruolo e a 38 anni un pò di smalto fisico l'ha perso anche lui.
Un pò poco per una squadra impegnata su tre fronti, con partite continue. E a mercato aperto si sentono voci solo sulla cessione di Motta...
Serviva un'opzione più affidabile a Giugno, ne servirebbero due senza cessioni oggi vista l'assenza prolungata di Stankovic (o fiducia a Poli più un nuovo acquisto, il conto è sostanzialmente lo stesso). I senatori, tutti, vanno dosati. Servono giocatori in grado di andare in campo e dare un apporto fisico e tecnico, senza guardare al nome.
In attacco, si pagano le scommesse estive.
Forlan ha giocato poco o nulla per infortuni, Zarate è inadeguato e Castaignos troppo giovane (per quanto decisivo a Siena). Senza la resurrezione di Milito e la scoperta di Alvarez l'Inter si troverebbe in grossissimi guai.
Ad oggi l'Inter ha solo il Principe e Pazzini visto che Forlan è fuori un altro mese. E' anche inutile sottolineare come sia troppo poco. Si può dare fiducia al giovane olandese, ma serve un'altra punta, magari anche in grado di rifinire. Tutto ciò che non è stato l'ex laziale Zarate insomma, evidentemente alla fine della sua avventura in nerazzurro.
Manca una settimana alla fine del mercato, non a caso chiamato di riparazione.
Le lacune ormai sono chiare a tutti, e soprattutto quella a centrocampo è stata penosamente evidenziata anche in Inter-Lazio.
I risultati non sono una scusa per non cercare un miglioramento.
Milan e Juventus, rispettivamente seconda e prima, hanno già operato sul mercato e lo faranno ancora, senza il timore di rovinare degli equilibri, senza paura di sovraffollare la rosa per coprire gli infortuni.
Bisogna ponderare le mosse, ma bisogna intervenire.
Perchè la squadra per la rimonta attuata fin'ora ha dato tutto, ma solo nuove forze fresche possono dare qualcosa di più.
Posizione non certo esaltante, ma insperata appena due mesi fa quando arrivava la sesta sconfitta stagionale in campionato contro l'Udinese (non a caso terza tre punti sopra).
Molto se non tutto si deve all'allenatore di Testaccio, capace in poco tempo di plasmare dal fango della zona retrocessione una squadra solida in grado di inanellare una serie di vittorie consecutive sinceramente impronosticabile, con la ciliegina della vittoria nel derby.
L'errore è pensare che adesso sia tutto a posto.
Ranieri ha fatto un miracolo. Gestendo la rosa, trovando un modulo adatto per il risultato (lo spettacolo si lascia volentieri ad altri, rigorosamente non in Italia), recuperando giocatori persi. Il campo dice che tutto funziona, ma fermare l'analisi a questo livello è un errore banale.
Occorre ricordare il punto di partenza, cioè il mercato estivo.
Già allora l'Inter aveva delle necessità precise, che sono state colpevolmente perse di vista a causa di una gestione della questione allenatore a dir poco approssimativa. Così non è arrivato alcun ricambio vero, concreto e affidabile per il reparto che dal 22 Maggio 2010 ne ha più bisogno, cioè la mediana. L'unico nome è stato Poli, arrivato in prestito, che ha collezionato più infermeria che campo, con tre presenze in cinque mesi. Alvarez è stato presto dirottato in ruoli più offensivi, mentre Obi paga una certa indisciplina tattica.
Restano quindi i soliti Cambiasso, Motta, Stankovic e Zanetti, i cosiddetti senatori, i giocatori a cui Moratti è tanto attaccato da non riuscire nemmeno a dirgli che potrebbe arrivare un sostituto. Ma gli anni passano per tutti, e per giocare a calcio è importante anche la componente atletica.
Con Stankovic sempre più in difficoltà e alle prese coi soliti frequenti infortuni, Cambiasso e Motta sono stati gli unici titolari di Ranieri. L'argentino sembra sempre più in condizioni fisiche approssimative, mentre la storia clinica dell'italo-brasiliano impone una certa prudenza nell'impiego. Unica opzione di back-up il sempreverde Zanetti, che rimane pur sempre un adattato nel ruolo e a 38 anni un pò di smalto fisico l'ha perso anche lui.
Un pò poco per una squadra impegnata su tre fronti, con partite continue. E a mercato aperto si sentono voci solo sulla cessione di Motta...
Serviva un'opzione più affidabile a Giugno, ne servirebbero due senza cessioni oggi vista l'assenza prolungata di Stankovic (o fiducia a Poli più un nuovo acquisto, il conto è sostanzialmente lo stesso). I senatori, tutti, vanno dosati. Servono giocatori in grado di andare in campo e dare un apporto fisico e tecnico, senza guardare al nome.
In attacco, si pagano le scommesse estive.
Forlan ha giocato poco o nulla per infortuni, Zarate è inadeguato e Castaignos troppo giovane (per quanto decisivo a Siena). Senza la resurrezione di Milito e la scoperta di Alvarez l'Inter si troverebbe in grossissimi guai.
Ad oggi l'Inter ha solo il Principe e Pazzini visto che Forlan è fuori un altro mese. E' anche inutile sottolineare come sia troppo poco. Si può dare fiducia al giovane olandese, ma serve un'altra punta, magari anche in grado di rifinire. Tutto ciò che non è stato l'ex laziale Zarate insomma, evidentemente alla fine della sua avventura in nerazzurro.
Manca una settimana alla fine del mercato, non a caso chiamato di riparazione.
Le lacune ormai sono chiare a tutti, e soprattutto quella a centrocampo è stata penosamente evidenziata anche in Inter-Lazio.
I risultati non sono una scusa per non cercare un miglioramento.
Milan e Juventus, rispettivamente seconda e prima, hanno già operato sul mercato e lo faranno ancora, senza il timore di rovinare degli equilibri, senza paura di sovraffollare la rosa per coprire gli infortuni.
Bisogna ponderare le mosse, ma bisogna intervenire.
Perchè la squadra per la rimonta attuata fin'ora ha dato tutto, ma solo nuove forze fresche possono dare qualcosa di più.
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