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12 dic 2011

Lunedì con Aguante Futbol

Assieme ai redattori di Aguante Futbol, facciamo il punto sull'attualità attraverso 5 domande.


1) Favola Udinese. La squadra di Guidolin vince ancora e va momentaneamente in testa. Può essere una candidata per lo Scudetto?

Pile: l'Udinese va fortissima da due stagioni, forse è addirittura la squadra che ha fatto più punti se si escludono le cinque giornate iniziali della scorsa stagione. In questo momento, però, non ha ancora la credibilità mediatica delle grandi squadre. Se Pozzo si decide a rinforzare ancora la rosa a Gennaio, magari inserendo un altro grande giocatore davanti, il sogno non è impossibile.

G.D.C: Dipende dagli obiettivi reali della società, perchè per vincere devi aggiungere qualcosa e non solo vendere. Per il livello di questa Serie A può rimanere in altissimo, ma la differenza può farla solo Di Natale.

G.B: L'Udinese è riuscita a superare la perdita di Sanchez ed Inler in modo sorprendente, confermandosi nelle zone alte della classifica. Tuttavia, come fa notare Giulio, la vera risposta dei friulani dovrà arrivare nei momenti di difficoltà, quando la squadra si dovrà aggrappare alle giocate e alla classe dei singoli. Basterà il solo Di Natale?

A.L: "La squadra di Guidolin" appunto, perché l'autore e principale artefice di questa opera d'arte -in termini di risultati e non solo- è proprio lui. Degni di lode anche i calciatori, ovviamente, chiunque viene messo in campo, da più di quanto è. Se deve essere credibilmente considerata come una società aspirante alla corsa dello Scudetto (fino alla fine), invece, è da chiedere solo ai proprietari, i Pozzo -purtroppo molto influenzati dal bacino di tifosi, in quantità non all'altezza-, dipenderà da loro e dalle loro priorità. Certo è, che in qualunque caso si troveranno/trovano fra le mani una fortuna. Encomiabile Udinese.


2) A Gennaio si muoverà un grande giocatore come Carlitos Tevez. Su di lui ci sono Milan, PSG e altre società un po' più defilate. Ma qual'è la squadra in Europa a cui serve di più? E dopo le recenti vicissitudini, siamo sicuri che possa essere un acquisto senza rischi?

G.D.C: Uno come Tevez serve a chiunque. Il Milan deve capire se Robinho ha chiuso la carriera con l'ultimo scudo e decidere se relegare in panchina per sempre Pato. Facile parlare di Inter, ma la squadra nerazzurra deve essere ricostruita dalle fondamenta e per quanto uno come lui sarebbe utilissimo rischierebbe di diventare un pericolosissimo specchietto per le allodole (abbiamo Tevez, ora va tutto bene). Su di lui non sono obiettivo perchè l'ho sempre adorato. Ma fin dalla Copa America Tevez ha evidenziato di avere qualche problema, atletico, tecnico, caratteriale e di ruolo. Dopo 7 mesi di inattività non sarà immediata la ripresa, dipende da quanta voglia ha ancora di giocare e dimostrare qualcosa.

Pile: Tevèz è un acquisto, per carattere del giocatore e questioni finanziarie, molto rischioso. Personalmente, se fossi una società capace di spendere senza problemi su cartellino e ingaggio del giocatore, ci investirei senza problemi. A meno che non sei in "ricostruzione": Tevez è, oggi, un giocatore per squadre che cercano il salto di qualità a livello internazionale, se si deve ricostruire e ripartire solo da lui (e verosimilmente c'è da investire su più reparti), il rischio è troppo grosso.

G.B: Giulio e Pile hanno detto praticamente tutto. Tevez è un calciatore straordinario e la cosa che a mio avviso gli riesce meglio è stupire: lo ha fatto andando in Brasile quando tutti si aspettavano un approdo in Europa, si è ripetuto scegliendo il West Ham e poi cambiando maglia a Manchester. Per questo non mi sorprenderei se dovesse tornare proprio al Corinthians o addirittura al suo amato Boca Juniors. Nel vecchio continente farebbe comodo a chiunque, basta soltanto capire chi ha la disponibilità per permettersi cartellino e stipendio. Il carattere? A mio avviso non è assolutamente un problema a livello calcistico e di equilibri di spogliatoio. Altro discorso invece per quanto riguarda l'aspetto economico: questa presumo sia destinata ad essere l'ultima tappa prima del tanto atteso ritorno in Argentina.

A.L: Sul Milan bisogna verificare quanto c'è di mediatico, e quanto di effettivamente concreto. Il PSG manderebbe un altro segnale all'Europa del calcio -per i mesi venturi-, portandosi a casa un vero Fuoriclasse contemporaneo, dal temperamento e dal carattere di certo non stabile e "sicuro", ma tecnicamente validissimo e più che affidabile. I costi, sono un qualcosa che fanno definire questa probabile operazione, un affare -viste le robe spropositate che girano.


3) Pallone d'Oro 2011, in corsa Messi, Xavi, Cristiano Ronaldo. A prescindere da colui che vincerà, trovate giusto il nuovo regolamento, in vigore dalla scorsa stagione?

Pile: Ci vuole una via di mezzo. Bisognerebbe porre l'attenzione su chi vince tante competizioni, perché se un giocatore si esprime su buoni livelli e la sua squadra vince tanto vuol dire che oltre a essere bravo ha pure un peso molto forte sulle vittorie di una squadra. Era sbagliato come era prima, sopratutto nelle assegnazioni post mondiale, ma è pure sbagliato adesso.

G.D.C: Il metodo è da sempre squilibrato e soprattutto negli ultimi anni contava moltissimo la pubblicità del giocatore oltre all'effettivo talento. L'unificazione col Fifa World Player ha addirittura peggiorato le cose. In ogni caso la vittoria di Messi è scontata.

G.B: Dopo i lunghi dibattiti dello scorso anno, il Pallone d'Oro 2011 mi sembra abbia generato meno interesse. E' l'inevitabile conseguenza delle scelte operate dodici mesi fa: si vota il più forte in senso assoluto e il giocatore più conosciuto a livello globale, quindi il risultato sembra essere destinato a rimanere scontato per lungo tempo.

A.L: La vittoria della scorsa stagione è stata pressappoco uno scandalo -se non altro perché non si può prescindere dal fare un discorso, sui bizzarri criteri adottati per le assegnazioni precedenti e, seguendo questo filone, la vittoria di Wesley Sneijder, se non scontata, doveva PERLOMENO esser messa in conto! Se l'unificazione del premio di France Football e quello della Fifa (che poi, parliamoci chiaro, con Blatter e Platini qual è la differenza sostanziale ?) ha portato ad un consegnare quest'ultima riconoscenza al più forte e decisivo universalmente, allora può andare, per me può passare.


4) Cosa succede al calcio inglese? L'eliminazione delle due squadre di Manchester è soltanto un caso?

G.D.C: Ferguson ha giocato pesantemente al buio in estate e pur avendo in gran parte vinto le scommesse non si può pretendere anche esperienza e soprattutto continuità. In più un portiere aiuterebbe molto la difesa.
Il City ha in panchina Mancini e una sola vera carenza che in CL paghi tantissimo, un centrale difensivo di livello internazionale. Poi c'è il Chelsea in crisi generazionale e in parte di rigetto verso AVB...insomma, tanti motivi particolari.

Pile: Il Chelsea può cambiare pure mille allenatori, ma se non effettua un ricambio generazionale è dura tornare a grandi livelli...lo Utd invece il ricambio generazionale l'ha fatto, in parte l'ha pure azzeccato secondo me, certamente non credo possa essere granché giustificabile un simile disastro in Champions League, Ferguson deve porsi qualche riflessione. Sul City sono pienamente d'accordo con Giulio.

G.B: La vera sorpresa, per quanto mi riguarda, è l'eliminazione dello United. Ad inizio stagione i giovani di Ferguson hanno espresso un gioco spettacolare, fatto di semplicità, intensità e velocità. Negli ultimi tempi la deboli sicurezze della squadra sono però crollate con qualche infortunio ed il calo di Rooney: sarà curioso vedere come reagiranno a questo settimana terribile. Su Chelsea e City non credo ci sia altro da aggiungere a quanto detto sopra.

A.L: Premesso che alla storiella del radicale declino subito dal Calcio Italiano, non ho mai dato la mia convinzione -certo c'è stato un peggioramento, ma è tutto riconducibile alla differenza di capitali (con le altre Top-Leghe), e a ciò che questo comporta come le diverse politiche messe in atto sul Mercato- stessa cosa, quindi, per la consequenziali credenze preconfezionate che vedrebbero Inghilterra e Spagna ad un altro livello. La debacle dei due Club di Manchester, è stata cosa fortemente inaspettata; e mentre per il City la causa dell'eliminazione è da attribuire all'aver cannato il Match, rivelatosi da dentro-fuori, a Napoli; per Ferguson la situazione è più nera di quello che si pensa -rammentando che nel girone competeva con Benfica e Basilea-. Per quanto sia stimabile Sir Alex, e per quanto abbia un credito infinito con i tifosi e i seguitori di questo Sport, bisogna imputargli le scelte e la pianificazione in sede di mercato non acconcie agli obiettivi -rivelatesi poi determinanti-, grane di organico dunque, che hanno condotto in Europa League (Torneo mai vinto né dai Red Devils, ne da Ferguson quindi). Mancini, invece, si tiene il suo "classico" dominio in territorio Nazionale e l'altrettanto classica maledizione nei confini Europei. La sua squadra rimane comunque un'armata, e il fallimento di questa stagione, non può arrogare e sottintendere ad un fallimento globale, in alcun modo, perché dal termine del 31 Agosto le gerarchie in Inghilterra sono state rivoltate: i Citizens sempre più consapevoli della loro forza, ora sono al comando sia in classifica, che nell'immaginario collettivo. Non credo ai tracolli "congiunti", e non trovo problemi comuni in questo caso, fra Chelsea, Manchester U e Manchester C. Abramovich dovrà rinverdire e svecchiare un altro pò, e Villas Boas capire quali sono i giocatori a cui dare responsabilità da titolari e quali meno -la ponderata (fin troppo) bocciatura di Torres e la nuova (e finalmente giustificata) avanzata di Didier, sono l'emblema. Vorrei spendere le ultime parole per l'Arsenal di Wenger, che zitto,zitto e con un Van Persie sempre più sugli scudi, ha agguantato un'agevole qualificazione agli Ottavi e sta risalendo sempre più.


5) Se gli inglesi spendono tanto e male, il Napoli può essere identificato, in questo momento, come società modello per quanto fatto nelle ultime stagioni?

G.D.C: Il Napoli ha un progetto, e non è poco. Ma vincere?

Pile: Beh, per vincere si parte da un progetto, e nel caso del Napoli non può essere un progetto che punti subito a vincere. Intanto stanno riacquistando quel peso internazionale che mancava da tanto tempo. E lo hanno riacquistato grazie all'inserimento, nel corso degli anni, di giocatori forti come Cavani, Lavezzi e via discorrendo. Credo che al momento abbiano un buon mix, sarà interessante vedere come e se riusciranno a fare un ulteriore salto di qualità.

G.D.C: Sarà interessante vedere fino a quando certi giocatori rimangono...e una buona CL nn fa Primavera (vedi Fiorentina 2009/2010).

G.B: Il Napoli ha un progetto, ma non sta cercando di affrettare i tempi? La scelta di puntare moltissimo sulla CL a discapito del campionato può essere dovuta a motivazioni economiche e di visibilità, ma non sarebbe meglio andare avanti passo dopo passo? Per il resto concordo con Giulio, molto dipenderà dalla capacità di trattenere, o sostituire, i giocatori chiave.

A.L: Notevolissimo il secondo intervento di Giulio. Il Napoli ha fatto breccia e leva in un momento di crisi generale. Portando quel minimo di solidità -nei rami dirigenziali-, una certa continuità di progetto, di flusso di investimenti e sopratutto l'inalterabilità alle fondamenta -che in precedenza, al contrario, aveva asfissiato una piazza come Napoli, distruggendola più volte-, è riuscito a crescere costantemente, facendo -agli occhi dei più- dei passi da gigante col tempo e nel tempo. La città in sé, poi, permette un entusiasmo persistente, è risaputo che sia questa l'arma in più degli azzurri, dal grande potenziale. Se ci aggiungiamo pure che fra Cavani, Lavezzi e Hamsik -per me senza dubbio il primo- non si sa chi abbia reso di più delle aspettative, allora [...]

13 ago 2011

L'Arsenal di Wenger - Analisi tattica

Nell'articolo vengono illustrati schemi ed organizzazione tattica dell'Arsenal, prossimo avversario dell'Udinese in Champions League che nel tardo di pomeriggio di ieri ha affrontato il Newcastle United impattando per 0-0. Va detto che la squadra di Wenger è ancora un cantiere, visto che la vicenda Fabregas (oltre a quella Nasri), in procinto di passare al Barcelona, dovrebbe sbloccare tutti i movimenti in entrata, compreso quello relativo alla sostituzione dello spagnolo.

MODULO DI GIOCO E SUA INTERPRETAZIONE
Wenger utilizza un 4141 con mentalità offensiva. In fase offensiva partecipano attivamente quasi tutti i giocatori, a parte i due centrali difensivi e il mediano Song, spesso incaricato di rimanere davanti alla difesa che rimane priva dei due terzini, visto che entrambi spingono costantemente e contemporaneamente.
In fase difensiva rientrano almeno 9 giocatori: rimangono sopra la linea della palla il centravanti Robin Van Persie e spesso l'esterno posizionato sul lato debole (quello nella zona in cui c'è la palla rientra sempre per raddoppiare e collaborare con il terzino sulla sua fascia di competenza). In questo senso, i continui scambi di fascia fra le due ali, con un pò di fortuna, garantiscono anche una corretta ripartizione delle energie.
L'Arsenal ha la volontà di mantenere il pallino di gioco e difficilmente sceglie di cambiare atteggiamento e scendere a compromessi per via del risultato. Tuttavia la squadra ha mostrato nel match di oggi un certo nervosismo, forse anche per via di una condizione atletica ancora non ottimale. Nel secondo tempo infatti, quando la squadra non riusciva a creare occasioni da gol, si è molto allungata e ha perso alcuni dei suoi principi cardine del proprio gioco. In questo senso anche il fatto di avere giocatori molto giovani può essere una discriminante.
Non vi è un giocatore che sposta l'asse di gioco in maniera costante su una fascia, anche perchè Gervinho, giocatore che è al momento è il più imprevedibile per passo e agilità, scambia costantemente la sua posizione con Arshavin.

LINEA DI PRESSING E RADDOPPI DI MARCATURA
Il pressing inizia poco dopo il centrocampo ed è orientato con maggior pressione quando la palla è su linee esterne. La pressione funziona discretamente anche se questo è uno dei principi di gioco che, nel match contro il Newcastle, si è rivelato un pò difettoso con il passare dei minuti.
Raramente l'Arsenal fa un pressing sconsiderato e ultraoffensivo.
L'esterno sul lato forte rientra in maniera molto profonda per aiutare il terzino, mentre, come detto prima, quello sul lato debole rimane in proiezione offensiva.

TIPOLOGIA DI MARCATURA
Wenger applica una marcatura a zona, anche se i 4 difensori applicano il gioco in maniera molto aggressiva, seguendo, qualora ce ne fosse bisogno, il marcatore che esce dalla propria zona. Non è raro quindi veder seguire Vermaelen seguire l'attaccante avversario che viene incontro al centrocampo per ricevere un passaggio.

DIAGONALI E LINEE DI COPERTURA
La difesa utilizza una linea di copertura, con il terzino sul lato forte che sale sul portatore e i restanti 3 difensori qualche metro più bassi, tutti in linea. I 4 difensori si riescono a dare una corretta copertura reciproca e effettuano con precisione le scalature. Come detto qualche riga più su, il centrocampista sul lato debole non dà mai copertura sulla sua fascia riallineandosi con la difesa, ma, anzi, rimane con Van Persie in proiezione offensiva.

ELASTICO E TATTICA DEL FUORIGIOCO
La linea difensiva, pur giocando piuttosto alta, non applica la tattica del fuorigioco con regolarità. Tuttavia, quando la squadra avversaria muove palla in diagonale dall'esterno all'interno, i Gunners salgono di qualche metro. Questa è l'unica occasione in cui viene applicato il fuorigioco.
Viene effettuato costantemente l'elastico difensivo e spesso è Koscielny a staccarsi dietro, mentre Vermalen preferisce sfruttare la sua aggressività per contrastare il centravanti che viene dentro il campo.

MODALITA DI COSTRUZIONE DEL GIOCO E TECNICHE DI RIFINITURA
L'Arsenal effettua una costruzione elaborata mirata a ficcanti giocate sugli esterni. Raramente Koscielny e Vermalen si sono affidati al lancio lungo: quando l'hanno fatto, hanno cercato in profondità Van Persie, Arshavin o Gervinho, sempre sulla corsa. Quando ne ha avuto la possibilità, l'Arsenal ha provato il contropiede manovrato. Nella ripresa, quando si sono allungati i Gunners hanno faticato a proporre gioco elaborato e manovrato come nel primo tempo. Wenger ci dovrà lavorare sopra, migliorando condizione atletica, oltrechè consapevolezza e personalità
Le tecniche di rifinitura sono sembrate poco varie, e in questo senso l'assenza di giocatori come Fabregas e Nasri si fa sentire. L'Arsenal ha costruito gioco e (poche) occasioni solo sulle corsie esterne con Gervinho e Arshavin veloci e aggressivi, anche se poco precisi quando dovevano mettere il pallone nel mezzo. Si è provato di tanto in tanto anche la combinazione centrale, in quelle rare occasioni in cui gli esterni si sono accentrati. Colpisce la totale assenza dei tagli da parte di quest'ultimi: Gervinho e Arshavin cercano ampiezza e profondità, ma raramente si inseriscono internamente per aiutare Ramsey, Van Persie e Rosicky. Anche Sagna e Gibbs sono continui nel proporsi sulle fasce ma pure loro sono sembrati imprecisi nell'ultimo passaggio.

CARATTERISTICHE DELLA FASE OFFENSIVA
I Gunners giocano a 2-3 tocchi, il tecnico Wenger vuole un gioco abbastanza veloce e di buona intensità ma lascia anche buona libertà creativa ai giocatori. Come già detto, i giocatori interpretano il ruolo in modo molto dinamico, apparte il mediano Song che, nella posizione di mediano, si assicura di dare l'equilibrio della squadra. Anche Van Persie, rispetto al passato, gioca molto più centralmente e si allarga poco sugli esterni e difficilmente favorisce gli inserimenti contemporanei di Ramsey e Rosicky. Entrambi i centrocampisti centrali spesso si abbassano a turno per aiutare Song a costruire il gioco. Vermaelen interpreta il ruolo di centrale difensivo in modo molto moderno, partecipando molto all'azione e non disdegnando qualche uscita palla al piede e addirittura le sovrapposizioni sull'esterno. Koscielny invece funge più da centrale difensivo classico.

POSIZIONAMENTO SU CROSS E PALLE INATTIVE
Anche se coinvolge molti uomini nella costruzione dell'azione, quando deve concludere, l'Arsenal, porta pochi giocatori dentro l'area di rigore. Nella rifinitura preferita, che come abbiamo visto prima è quella con il cross, ci sono soltanto due giocatori in area, Van Persie e, a turno, uno dei due interni del centrocampo. L'altro esterno invece attende sempre il pallone largo qualora ne gli attaccanti, ne i difensori, dovessero intercettare palla.
La soluzione preferita su corner è la battuta a rientrare a centro area che genera una serie di movimenti collettivi che liberano il colpo di testa di Koscielny: in particolare è Sagna che parte davanti al portiere nel tentativo di disturbarlo e poi scappa sul primo palo per lasciare strada libera al difensore centrale. In chiave difensiva, i Gunners marcano a zona sia su punizioni laterali che su situazioni di corner, con i due esterni di centrocampo a coprire i due vertici della lunetta dell'area per coprire eventuali conclusioni da fuori. Sulle rimesse dal fondo non è raro vedere il portiere cercare subito la testa di Van Persie.

FASE DI TRANSIZIONE
Nella transizione offensiva l'Arsenal è abile perchè ha un mix di giocatori tecnici e rapidi, che sanno leggere bene le situazioni. La soluzione preferita spesso è l'immediato lancio verso gli esterni, dove i rapidi Gervinho e Arshavin generano sempre occasioni. Non sempre il centrocampo, specie nel secondo tempo, ha accompagnato i 3 giocatori più offensivi: Rosicky e Ramsey hanno faticato a fare le due fasi ed aiutare l'olandese Van Persie in posizione centrale
La transizione negativa è il punto debole dei Gunners: almeno 7 uomini partecipano alla costruzione dell'azione, di conseguenza quando la palla viene persa, visto anche che il pressing è efficace ma non forsennato come quello del Barcelona di Guardiola, sono dolori, specialmente sulle corsie esterne, con Gibbs e Sagna che si collocano molto alti e faticano a rientrare.

COSA DEVE FARE L'UDINESE
La squadra di Guidolin parte ovviamente sfavorita. I bianconeri dovranno giocare con un centrocampo folto mirato a creare superiorità e raddoppi specialmente sulle zone esterne. Non andrà concessa la giocata in profondità per Gervinho e Arshavin (che sono aiutati molto dai terzini), altrimenti saranno dolori. In questo caso andrà fatto un buon pressing ad invito per indirizzare il gioco centralmente e non sugli esterni. Questo non vuol dire che i bianconeri si dovranno solamente difendere: come detto in precedenza, l'Arsenal ha mostrato punti deboli nella transizione negativa, quindi l'Udinese dovrà sfruttare questa situazione puntando su un centrocampo dinamico, con 3-4 giocatori pronti ad attaccare con velocità gli spazi. I friulani potrebbero trovarsi spesso in queste situazioni addirittura in superiorità numerica. In fase offensiva, andrà sfruttato il fatto che sul lato debole la squadra di Wenger gioca con un uomo in meno, quindi bisognerà effettuare dei rapidi cambi di gioco mirati a creare degli uno contro uno fra esterno e terzino. Di Natale può creare molti problema alla difesa dei londinesi visto che giocano con una sola linea di copertura. Anche se Koscielny nella partita visionata è stato veloce e efficace nell'elastico difensivo, l'abilità nei tagli del forte attaccante friulano potrebbe essere decisiva.
Quindi l'Udinese dovrà puntare su 4 fattori: centrocampo folto centralmente con rientri profondi delle ali per raddoppiare con i terzini sui rapidi esterni dell'Arsenal (l'ideale sarebbe un 4141 identico a quello degli avversari); sfruttamento, tramite contropiede manovrati, delle transizioni positive con minimo 2-3 uomini che devono dare supporto alle punte; i tagli di Di Natale fra i due difensori centrali; qualora riuscisse a prendere in mano il match e superare il pressing inglese, lo sfruttamento dei cambi di gioco per andare in 1vs1.
Impresa difficile, ma a nostro parere non impossibile. Certo, servirà anche molta fortuna.

16 mar 2011

Questione di ruolo, parte quarta

Alexis Sanchez è ormai una delle stelle del campionato di Serie A.
E i 12 gol segnati finora sono una conferma di maturazione e applicazione di un grande talento che si sta finalmente esprimendo.

Ma la svolta tattica chiesta al ragazzo dal suo allenatore Guidolin è assolutamente fondamentale per spiegare il salto di qualità nel numero di gol.
Non più ala, attaccante esterno in un attacco a tre, ma seconda punta/rifinitore accanto a una punta atipica ed estremamente tecnica come Antonio Di Natale, in un 3-5-2 studiato apposta per concedere ai due più spazio e palloni possibili per duettare e concludere a rete.

Per il resto, tecnica, dribbling e velocità li ha sempre avuti in quantità industriali.
Ma sfruttarli defilato a trenta metri dalla porta è un discorso, centralmente a sedici un altro.

10 gen 2011

el Niño Maravilla

Come testimonia il suo soprannome, Alexis Sanchez è da sempre un giocatore con un talento ben sopra la media. L'Udinese, squadra da anni attenta ai giovani emergenti in giro per il mondo, lo ha scovato in Cile a soli 17 anni, investendo su di lui ben tre milioni di dollari.
Allora Sanchez era un progetto, un concentrato di doti raro, che doveva svilupparsi fisicamente, tecnicamente e mentalmente fino a diventare un calciatore da Serie A. Impressionanti il dribbling e la velocità palla al piede.
Oggi, a cinque anni di distanza, il ragazzo sembra a un passo dall'esplodere.

I Mondiali 2010, in cui il suo Cile è stato una delle sorprese, hanno restituito all'Udinese un giocatore trasformato. Non più solo lo splendido funambolo palla al piede visto al Colo Colo, al River Plate e in Italia, ma un giocatore tosto, fisico e di carattere, pronto a correre con e per la squadra grazie ai dettami di Marcelo el loco Bielsa (ricordato da uno come Javier Zanetti come il miglior tecnico che abbia mai avuto). Su questo nuovo spirito del ragazzo, si è innestato il lavoro tattico di Guidolin, che da ala fissa lo ha spostato a supporto di Antonio Di Natale in un attacco a due con tonnellate di tecnica e fantasia.
La risposta di Sanchez? Un crescendo continuo in rendimento. Ha imparato a svariare su tutto il fronte offensivo, risultando pericoloso non più solo da destra, ma migliorando da sinistra e imparando a giocare trequartista. Ha progressivamente perso la sua attitudine al gioco "solo contro tutti" con annessi numeri su numeri per mettere la sua grande tecnica, l'ottima velocità, la progressione e soprattutto il dribbling fulminante al servizio di un gioco semplice e terribilmente produttivo. Controllo, dribbling per aprire lo spazio, palla giocata pulita e precisa per il compagno possibilmente in verticale.
Nei suoi già cospicui mezzi sono emersi margini di miglioramento evidenti. Inoltre Alexis ha iniziato a limare il suo più grande difetto, la freddezza sotto porta (e conseguentemente i pochi gol segnati). Quattro gol in metà campionato contro un record precedente di cinque, di cui due addirittura di testa (non la sua specialità essendo alto poco meno di 170cm, pur avendo un grande stacco) sono un segnale di sicuro importante.

Se continua così, magari migliorando anche la sensibilità del piede sinistro, del niño rimarrà solo la maravilla.