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18 giu 2014

Brazil2014: Top&Flop Giocatori - Prima Giornata


Top

Matteo Darmian: la vera sorpresa dell'Italia, il terzino che non ti aspetti. Corsa continua, fisico e inserimenti, con ottima personalità. Considerato il livello nel ruolo una bella sorpresa.

Alexis Sanchez: il riferimento offensivo del Cile dimostra subito di voler mettere un bel po' di pepe su questi Mondiali. Diverte e si diverte, lampi di classe, ma anche concretezza (gol e assist).

Marcos Rojo: tecnicamente già è tanto vederlo terzino, figuriamoci esterno di centrocampo. Ma uno che spazza nella sua area in rabona è un pazzo, un genio, un rivoluzionario. Altrochè mettere la Terra a girare attorno al Sole.

Joel Campbell: l'anima e probabilmente la speranza di tutta la Costa Rica. Si presenta senza paura e con la chiara intenzione di spaccare il mondo, mettendo in mostra tutto il repertorio contro il più quotato uruguay. L'esperienza in Grecia sembra averlo maturato molto.

Daley Blind: il figlio d'arte ha una enorme chance di dimostrare di non essere il classico raccomandato e si mette a pennellare assist di 30 metri. Resta un giocatore con caratteristiche particolari, ma il piede è decisamente educato e la comprensione tattica raffinata.

Arjen Robben: nel 2014 dobbiamo ancora spendere parole su di lui? A prescindere da eventuali rivincite, accelerazioni e mancino da alieno. Seconda punta è veramente difficile da tenere, perchè sa anche tagliare.

Robin Van Persie: potrebbe averci già regalato il gol più bello dei Mondiali. Quel colpo di testa lo rivedremo per tutta la vita. Al massimo della maturità, sia tecnica che nel ruolo di prima punta, al suo ultimo Mondiale (presumibilmente) sembra voglia lasciare il segno.

Thomas Müller:
dove eravamo rimasti? 5 gol nel 2010 quando era appena nato come giocatore, 3 all'esordio oggi. Feeling mica da ridere con la porta e coi Mondiali, occhio Klose.


Flop

Diego Forlan: il biondo numero 10 appare proprio a fine corsa. Non che sia una novità visto che è in calo dal 2011 (compreso), ma non ha nemmeno lo satus di battere i rigori ormai. Affonderà con tutta la nave?

Edinson Cavani: in nazionale continua ad essere irriconoscibile. Con Suarez fuori aveva un'occasione forse unica, ma produce solo corsa a vuoto e tiri sbucciati. Certo, in un contesto ignobile, ma parliamo di uno qualunque o di uno dei giocatori più pagati al mondo?

Gabriel Paletta: una volta si diceva che per reggere in certi contesti serve l'esperienza internazionale. Appare decisamente inadeguato al livello, soprattutto in quello che dovrebbe saper fare meglio. E non parlo del pettinarsi.

Hulk: un altro che con la maglia del Brasile si è visto poco o nulla. A sinistra dire che non si trova è riduttivo, ma sembra anche lento e impacciato. Tanto vale mettere in campo il Doriforo.

Gerard Pique: il simbolo assoluto del progressivo calo del Barcellona, di anno in anno peggiora costantemente. Distratto, lentissimo, incapace di marcare e anche con scarsa intesa coi compagni.

Iker Casillas: se il gol di Godin poteva essere un segnale, la prestazione contro l'Olanda ha confermato il suo disastroso stato tecnico. E dire che con la Spagna era sempre stato una sicurezza. Quegli occhi da gattino bagnato poi non aiutano a dare l'impressione che possa riprendersi a breve.

Joe Hart: continua la sua personale lotteria, il problema per l'Inghilterra è che non si può sapere cosa esce. Buone parate ed errori inspiegabili (la mezza uscita su Balotelli, per dire il più ricordabile), se si deprime il Mondiale di Hodgson è già finito.

Stipe Pletikosa: con un portiere e un arbitro la Croazia poteva pure vincere. Poco reattivo, lentissimo a buttarsi, in definitiva incapace di coprire la porta.

Lionel Messi: il gol è fenomenale e decisivo. Ma il suo stato fisico e mentale condiziona troppo tutta la squadra. La gestione tattica del fenomeno del Barcellona non è mai stata facile, ora sembra anche psicologicamente in sofferenza. Basta vedere quanto forzatamente lo cerchino i compagni pur di farlo segnare.

Pepe: rosso fiscale, paga la fama, tutto quello che volete. Un giocatore della sua esperienza e col suo curriculum non può compiere due ingenuità simili di fila, compromettendo la partita e forse l'intero girone. Del resto, conoscere Pepe è più che sufficiente per aspettarsi questo e altro.

Igor Akinfeev: qualche anno fa era considerato un talento assoluto nel ruolo. Oggi fa di tutto per non far sentire il suo collega della Corea inadeguato, riuscendo dopo diversi tentativi a regalare il gol.

10 lug 2011

CA2011: Top&Flop Giocatori - Seconda Giornata

Flop

Edinson Cavani: bello giocare a Napoli da prima punta con le praterie davanti. In Uruguay gli tocca soffrire e portare la croce in un lavoro fisico che disperde interamente le sue qualità da punta. In più si è infortunato.

Ezequiel Lavezzi: tatticamente formato dai campetti di periferia, e li è rimasto. Prende palla e corre in avanti, a prescindere da ciò che succede attorno a lui. Ciliegina sulla torta, sbaglia un gol in uno contro uno col portiere. L'Argentina ne avrebbe avuto un bisogno folle.

Lionel Messi: infierire non è mai piacevole, ma stavolta unisce a una partita totalmente irritante un atteggiamento passivo, rinunciatario e svogliato che lo fa anche discutere con Burdisso. Bei tempi nelle nazionali giovanili, quando la pressione non esisteva.

Neymar: talmente voglioso di dimostrare il suo immenso talento da cercare sempre la giocata più difficile. Il problema è che non solo la sbaglia, ma si intestardisce anche. Ragazzo da educare.

Daniel Alves: anche per lui vita dura fuori da Barcellona. Dopo una carriera vissuta all'ombra di Maicon aveva una ghiottissima occasione con Menezes, che lo preferisce all'interista in ottica 2014. Non incidere in attacco e regalare un gol al Paraguay non rientrano nei modi per tenersi il posto.

Pato: nel complesso non fa neanche male in un ruolo in prospettiva molto interessante per lui. Ma se sbaglia un gol a partita la sua squadra soffre, e se è il principale riferimento offensivo la questione si aggrava.


Top

Juan Manuel Vargas: opzione fondamentale dell'attacco peruviano, distrugge la difesa messicana colpendo un palo su azione e una traversa su punizione. Con lui in campo il Perù può sempre inventare qualcosa e l'asse con Guerrero funziona a dovere.

Joel Campbell: giovane sorpresa della Costa Rica che gioca senza alcun riposo avendo disputato anche la Gold Cup, si disimpegna bene sia da ala che da prima punta. Mancino, unisce una buona corsa a capacità di inserimento, controllo di palla e fantasia. Un gol, un assist col destro, una traversa su punizione. Magari non sarà il nuovo Eto'o, ma c'è tanto talento sotto la superfice.

Alvaro Pereira: con lui titolare in mezzo al campo l'Uruguay è arrivato quarto ai Mondiali 2010. Nel Porto fa il terzino, ma da interno garantisce corsa, inserimenti, sovrapposizioni e pressing. Utilissimo nella tattica di Tabarez, il gol non viene per caso e rappresenta il giusto premio.

Jorge Valdivia: chi segue il calcio sudamericano sa che el Mago è giocatore tutto genio e sregolatezza. Giocate da campione vero come il filtrante sfoderato in occasione del gol di Alexis Sanchez sono uniche, e dalla panchina si rivela arma preziosissima per Borghi per illuminare il gioco del Cile. Trova spazi dove non ce ne sono.

Mario Yepes: centrale di fisicità e solidità impressionanti, leader carismatico della Colombia. Peccato sia esploso così tardi.

Marcelo Estigarribia: perseguiterà i sogni di Dani Alves a lungo. Il numero 2 del Brasile non riesce mai a contenerlo e il paraguaiano è abilissimo a soffiargli la palla per regalare a Nelson Valdez l'assist del 2-1. Velocissimo e resistente, la notizia è la sua qualità palla al piede. Cross e dribbling da ala vera, in grado di mettere in difficoltà qualunque difesa. Classe '87, da seguire.

Jadson: il metronomo dello Shaktar ha finalmente un'occasione in nazionale e regala il primo gol della competizione al Brasile. Non ha dribbling e numeri di Robinho, ma sa giocare coi compagni, muovere la palla e dare geometrie.

Paolo Henrique Ganso: sprazzi di classe da vero numero 10. Gioca praticamente sempre di prima e regala due assist. L'impressione è che con un altro centrocampista vicino (che sia Jadson o Elano) che possa aiutarlo a impostare renda molto meglio.