Dato il livello di prestazioni che sta fornendo e i risultati del suo Atletico Madrid, non sono stato esattamente l'unico a notare Diego Costa. Il centravanti ha infatti il doppio passaporto (brasiliano di nascita, spagnolo acquisito) ed è finito al centro di una disputa tra federazioni: la Spagna lo prenderebbe volentieri, il Brasile non ci sta a perderlo. L'ultima parola spetta proprio a lui, e ogni nazionale ha pro e contro da valutare.
Innanzitutto specifichiamo che se si può parlare di una contesa è tutta colpa della CBF e di Luis Scolari. Il ct lo ha totalmente ignorato per 2 anni convocandolo solo per 2 amichevoli e lasciandolo a casa per la Confederations Cup. In quell'occasione la riserva di Fred era Jo, e a livello di rosa gli sono stati preferiti in altri ruoli Jadson e Bernard. Motivi di risentimento può averne e solo lui può stabilire se concede più soddisfazione cambiare squadra o vedere ammesso l'errore.
Tecnicamente poi è da vedere se Scolari è disposto a panchinare il "suo" Fred capocanonniere della Confederations, accantonando anche Jo e scartando definitivamente altri giocatori nel giro della nazionale come Leandro Damião e Pato. E occhio che c'è già chi chiede di mettere Neymar nel ruolo di punta centrale.
Diego Costa sarebbe il terminale perfetto per una squadra con tanti rifinitori leggeri come il Brasile attuale, ma il Brasile è disposto a risconoscergli il ruolo che merita?
La Spagna dal canto suo è, semplicemente, la Spagna. Per quanto un centravanti con le sue capacità di gioco possa sembrare lo sfogo ideale del possesso palla, Fernando Torres, Roberto Soldado, Alvaro Negredo, David Villa e Fernando Llorente sanno benissimo che essere attaccanti spagnoli nel post 2010 significa bene o male raccogliere le briciole. Diego Costa sarebbe un nome in più in una rosa già fin troppo affollata (considerando solo le punte, senza nemmeno iniziare a parlare dei rifinitori).
Una sua convocazione suonerebbe molto come uno sgarbo fatto sull'onda emotiva del grande successo spagnolo del giocatore. Col rischio concreto di veder finire tutto dopo una manciata di presenze.
Una guerra tra ricchi, ma anche un'innegabile opportunità per il numero
19, che ha in mano una scelta rara quanto importante per il suo futuro.
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