20 nov 2009

Mourinho: "Xavi da Pallone d'Oro"

"Personalmente, assegnerei il Pallone d'Oro a Xavi. Credo che lui non avrà neanche quello d'argento o di bronzo, perché c'è bisogno di capire il calcio per capire che è un fenomeno. Non è uno che mette il pallone in tasca, che fa gol incredibili, ma che gioca 60 partite alla stagione ed è il migliore in campo su 45 di queste. Non riposa mai, gioca tutti i minuti, si allena a 30 anni come se ne avesse 17. Ha vinto tutto, assolutamente tutto, gli manca solo di vincere un campionato del mondo con la sua nazionale. Credo sia un crimine che un ragazzo così termini la sua carriera, tra 3 o 4 anni, senza avere il riconoscimento di un giocatore assolutamente fantastico." (J. Mourinho)


Un'investitura pesante, un riconoscimento inaspettato quanto meritato quello espresso da José Mourinho nei confronti di Xavi Hernandez, vicecapitano del Barcellona campione di Spagna e d'Europa, leader della Spagna, miglior centrocampista dell'ultima Champions League e miglior giocatore dell'Europeo 2008.

Regista fantastico in grado di dare ritmo, tempi e qualità alla manovra come nessun altro, dotato di una visione di gioco unica al mondo e di qualità tecniche ben sopra la media. Ha raccolto l'eredità di Pep Guardiola anni fa ed ora è lui grazie ad un senso tattico e ad un capacità di leggere il gioco fuori dal comune a svolgere il ruolo di allenatore in campo, di metronomo e faro della squadra. Che si tratti del Barcellona o della Spagna, ogni azione passa dai suoi piedi ed ogni pallone che gioca non è mai banale è soprattutto non è mai fuori misura.

Lanci a tagliare il campo, suggerimenti in verticale, scambi nello stretto, dribbling e punizioni: il suo repertorio è infinito eppure è uno dei giocatori più sottovalutati a livello globale, oscurato dalle serpentine di Messi, dalla classe di Iniesta, dai gol di Eto'o prima e dalle giocate spettacolari di Ibrahimovic ora. Come affermato da Mourinho a contraddistinguere Xavi è soprattutto l'impressionante continuità nelle sue prestazioni, sia per numero di minuti giocati sia per la qualità messa in campo ogni singola partita dei Blaugrana e delle Furie Rosse.

Probabilmente il regista di Terrassa paga il fatto di non gonfiare la rete da trenta metri come Gerrard o di non segnare venti gol in una stagione come Lampard, oppure di faticare a tenere palla per almeno cinque secondi prima di cederla ad un compagno e, soprattutto, di non essere abbastanza personaggio, di non amare le prime pagine, la cronaca rosa e più in generale la vita mondana.

Insomma, Xavi non fa vendere giornali, non fa vendere scarpe, fa vendere poche magliette, eppure non è un reato credere fermamente, al pari di Josè Mourinho, che sia superiore a qualsiasi altro centrocampista al Mondo e che, in questo momento, sia l'unico giocatore in grado di cambiare completamente il volto e il gioco di una squadra.

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