7 ago 2015

Intervista a Stefano Borghi - la Copa Libertadores 2015

Per celebrare l'emozionante conclusione della Libertadores, AguanteFutbol ha contattato Stefano Borghi, voce di Fox Sports che ha raccontato alcune tra le più belle partite del massimo torneo sudamericano per club, compresa la doppia finale tra River Plate e Tigres. Con questa competizione  Borghi ha un rapporto di lunga data che ne ha fatto il cantore per eccellenza per il pubblico italiano.

1- La Copa Libertadores è finalmente arrivata su Fox. Ti mancava? Sei soddisfatto di come è andata?

Sì, chiaramente sono contentissimo e onorato di questa grande opportunità. Fox ha allargato ancora l'offerta di calcio portando ai telespettatori il pallone di ogni angolo del mondo con trasporto e qualità. C'è stata anche fortuna perchè abbiamo trasmesso l'edizione più emozionante e spettacolare degli ultimi anni.
Su Fox martedì trasmetteremo uno speciale conclusivo sulla Libertadores, ma il calcio sudamericano non si ferma mai e giovedì inizia la Copa Sudamericana, che trasmetteremo.

2 - La Libertadores storicamente ha una grossa differenza tra gironi e fase a eliminazione. Avevi una favorita dopo i gironi? La squadra che ti ha deluso di più?

Dopo i gironi le grandi favorite erano Boca e Corinthians.
Il Boca ha pagato un accoppiamento col River veramente paradossale, ma nel superclasico ha fatto un disastro. Erano superiori, ma per i tre tempi in cui si è giocato non hanno trovato il modo di uscire dalla trappola preparata da Gallardo.
Il Corinthians è uscito proprio male, senza dar mai l'impressione di poter comandare la partita.

3 - Parlando di giocatori, chi è stato il migliore? E la rivelazione?

Il miglior giocatore della Copa per me è il Colorado Kranevitter. Ha rappresentato un pilastro per il River, dal punto di vista tattico, comportamentale e tecnico. Di tutta la squadra è stato il più continuo, non poco per un '93.
Come rivelazione invece voto Valdivia, il brasiliano, perchè su di lui c'erano meno aspettative, ma ha lo stesso giocato una Copa da protagonista, dimostrando una crescita vertiginosa.

4 - Lo stop per la Copa America quanto ha influito?

Tanto, sia a livello di condizione fisica che per l'apertura del mercato. Non a caso il Tigres finalista ha rifatto il reparto offensivo.
La squadra che più ha pagato la pausa è stata senza dubbio l'Internacional. Prima era in grandissima forma, poi si è trovata a dover recuperare e non ha più trovato quella condizione generale. Ma anche il River ha dovuto superare la difficoltà di perdere il miglior giocatore e assoluto riferimento offensivo, Teofilo Gutierrez.

5 - In finale abbiamo avuto la sorpresa del ritorno di Adani al calcio sudamericano. Come è andata?

Per me è stata la ciliegina sulla torta di una Copa fantastica. È stato molto emozionante ritrovare Lele, che per me più che un amico è un fratello.
La finale è stata un'esperienza stupenda, dall'avvicinamento al post partita, che speriamo di poter ripetere.


6 - Del Muñeco si è già parlato tanto. È forse il primo vero manager di stampo europeo che si vede in Sudamerica e assieme a Sampaoli è uno degli allenatori con la proposta di calcio più interessante del continente. Secondo te c'è qualche altro allenatore che si avvicina a loro? Entrambi sembrano pronti per l'Europa, dove li vedresti bene?

Da qualche anno i progressi degli allenatori in particolare in Argentina sono evidenti. Un tempo c'erano grandi strateghi e santoni locali, ma tatticamente più arretrati.
Sampaoli gioca un calcio tutto esplosività e capacità offensiva, che punta molto sul possesso costante e sul non dare punti di riferimento all'avversario. Gallardo fa un gioco diverso, più tattico in stile europeo. Ha dimostrato una grandissima capacità di preparare le partite, cambiando tattica a seconda degli avversari e delle necessità. Questo ha prodotto prestazioni clamorose a livello di display, su tutte l'incredibile vittoria a Belo Horizonte, dove il River arrivava avendo addirittura perso in casa.
In Europa potrebbero senza dubbio venire, e Sampaoli sembra il più vicino. Difficile a dirsi dove potrebbero trovarsi meglio. Gallardo ha le carte in regola per un top club europeo e da calciatore ha avuto un legame con la Ligue1, tra Monaco e Psg. Ma conoscendo il Muñeco non si muoverà dal River prima di aver compiuto tutti i passi necessari. La sua carriera da allenatore è fatta di campo, ma anche di studio e adattamento. È molto attento agli step e non avrà fretta, ma quando arriverà sarà di sicuro preparato.
In Argentina ci sono molti tecnici moderni e preparati. Da Bauza a Schelotto, ma se vuoi un nome fuori dal mazzo ti dico Eduardo Berizzo. Al Celta Vigo ha fatto un grande lavoro, e ha un passato da assistente con Bielsa.

7 - Quando si parla di futbol albiceleste sei ovviamente un po' di parte come noi... ma fino a poco tempo fa il calcio argentino sembrava destinato a un lungo periodo negativo, inevitabilmente influenzato dalle condizioni socio-economiche del Paese, al contrario dei rivali brasiliani. Negli ultimi due anni c'è stata un'inversione di tendenza quasi clamorosa, con le squadre argentine a vincere le ultime due Libertadores (più la Sudamericana del River) e la Seleccion a convincere ben più del Brasile. Come analizzeresti tutto ciò?

I dati sono inequivocabili. Dall'Argentina vengono i campioni delle ultime due edizioni di Copa Libertadores (San Lorenzo e River Plate), ma anche di Copa Sudamericana (Lanus e ancora River). Tutto questo malgrado un'evidente differenza ecnomica con le squadre brasiliane, che spesso si presentano ai blocchi di partenza ben più atterezzate a livello di nomi. In più ci sono i risultati della Nazionale, finalista al Mondiale e in Copa America. La capacità di mettere in campo squadre ben organizzate con giocatori funzionali e preparati fa una grossa differenza.
In Brasile vivono un momento calcistico delicato. Oltre a una certa difficoltà nel produrre e sviluppare talenti hanno un grosso problema coi fondi di investimento. In questa Libertadores le big hanno steccato, ma Cruzeiro e Internacional si sono trovate contro avversari in grandissima condizione.

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