Il Boca si avvicina a questa partita in condizioni psicologiche quasi opposte rispetto agli eterni rivali.
Ha un fondamentale vantaggio: la pressione del pronostico è tutta sulle spalle del River.
Loro sono i campioni in carica, loro sono tenuti a macinare risultati e a portare spettacolo. Gli xeneizes invece possono permettersi di lavorare da underdogs progettando un colpaccio che aprirebbe di nuovo dolorosissime ferite.
Anche solo un mese fa questa sfida sarebbe stata infatti totalmente in favore della banda, pur tenendo sempre a mente l'antico adagio che vede i derby come partite a se stanti, mentre oggi il Boca può permettersi di non avere paura, compiacendosi dei fantasmi che si fanno strada nella testa degli avversari.
Per i tifosi unire gli sfottò per la comunque fresca retrocessione a una nuova eliminazione in una coppa dopo quella del 2004 sarebbe storico.
Il momento della squadra di Arruabarrena è tutto sommato positivo.
Malgrado il Vasco abbia ereditato da Carlos Bianchi una squadra capace di ottenere il maggior numero di punti insieme al Velez nella classifica aggregata dei campionati 2013/2014 (curiosamente però nessuna delle due ha vinto titoli), l'addio di Riquelme e l'esonero in estate del Virrey hanno lasciato nella maggior parte degli spettatori una netta idea di transitorietà e ricostruzione. Tradotto in aspettative, nessuno vedeva il Boca tra le favorite nonostante il blasone e trovare nella formazione titolare un insieme di nomi per la maggior parte sconosciuti ai meno esperti non aiuta di certo.
Il giovane tecnico, ex giocatore del Villarreal di cui si ricorderanno i tifosi dell'Inter, è stato bravo a gestire una situazione iniziale non semplice e a organizzare la squadra. In campionato, pur non strabiliando, è appena dietro alle quattro squadre più forti e in Copa Sudamericana ha trovato prestazioni importanti dopo quello che è stato forse il punto più basso della stagione, la sconfitta alla Bombonera 0-1 contro il Deportivo Capiatà. La reazione a quella clamorosa disfatta ha resituito al Sudamerica tutto un Boca trasformato.
Si schiera con un 4-4-2 abbastanza dinamico, che può evolvere in 4-2-3-1, 4-1-4-1 o più raramente in 4-3-1-2. I punti fissi sono la difesa a quattro, un mediano difensivo e la prima punta di riferimento, poi ci possono essere schieramenti più spregiudicati (con due centrocampisti di qualità sulle fasce, a piedi invertiti) o più prudenti (con un esterno più di corsa, a volte anche un terzino, e un centrocampista avanzato a supporto del centravanti). Si cerca il possesso con fraseggio palla a terra, a volte un po' troppo lento e insistito, e la formazione risulta tatticamente ordinata e molto "democratica" nella distribuzione del gioco e anche dei gol.
Del resto perso Riquelme nessuno fagocita palloni e la rosa è nettamente alla ricerca di nuovi leader. In difesa e a centrocampo i giocatori di gerarchia sono el Cata Diaz e Fernando Gago, ex di ritorno con carriere importanti, in porta c'è un monumento come Orion e Gigliotti rappresenta ormai una sicurezza a livello realizzativo. Si uniscono a loro gli ex giovani con ormai diverse stagioni in maglia azul y oro in curriculum, come Erbes e Colazo. Manca però, com'è ovvio dopo l'addio di una figura tanto ingombrante e determinante come quella del Mudo, un enganche di riferimento in grado di prendersi le responsabilità e inventare quando il pallone scotta. Carrizo, uno dei favoriti del tecnico, sembra più un gregario di qualità mentre Castellani fatica a consolidare le sue prestazioni nella continuità. Luciano Acosta, l'erede del numero 10, è semplicemente ancora troppo giovane e acerbo. La Copa potrebbe essere un banco di prova importante per uno di loro.
Punto di forza del Boca è sicuramente un attacco capace di produrre 20 gol andando a segno tra l'altro sia con gli attaccanti titolari che coi giovani di riserva. Andres Chavez, per fisico, tecnica e impatto, merita di essere nominato.
A favore dello spettacolo invece c'è una difesa porosa da 18 gol subiti, che dipende molto dalla personalità e dalle condizioni di Daniel Diaz.
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