Tito Vilanova si congeda dalla panchina del Barcellona per concentrarsi su una battaglia ben più importante. Chiude momentaneamente la sua esperienza da primo allenatore con un campionato vinto e stradominato che ci regala qualche spunto di analisi.
Innanzi tutto, Vilanova non è Guardiola, nemmeno come origine. Pep prese in mano una squadra da rinnovare nello spirito e negli uomini, Tito ha più che altro dovuto lavorare sulle motivazioni di campioni ormai stravincenti e stracollaudati. Lo stesso Guardiola nella stagione 2011-2012 aveva affrontato derive tattiche al limite dell'inquietante per cercare di trovare nuovi stimoli, Vilanova ha cercato di portare qualche idea nuova. In particolare una più insistita spinta offensiva (di cui Jordi Alba è un pò il simbolo) e qualche verticalizzazione in più.
Il Barcellona ha dominato la Liga, con un girone d'andata storico da 18 vitttorie e 1 pareggio. Alla fine 100 punti, solo 2 sconfitte, 115 gol fatti.
Rispetto
al passato ha palesato un netto aumento dei gol subiti (40, una cifra
che non si vedeva dal 2007-2008) frutto di una difficoltà generale a
mantenere l'equilibrio e organizzare la transizione difensiva, oltre che magari un minimo di presunzione. Problemi
evidenziati dalle gare a eliminazione diretta sia in Copa del Rey che in
Champions League, dove comunque la squadra è arrivata alle semifinali
(eliminata da Bayern Monaco e Real Madrid).
La centralità assoluta di Messi invece è stata un'evoluzione praticamente ineludibile del lavoro del suo predecessore. Nel corso degli anni la pulce è diventato sempre più simbolo, leader e bomber, accentrando attenzioni e gioco. Con Vilanova gran parte delle azioni venivano orchestrate da lui, piazzato nel suo ufficio sulla mezzaluna dell'area. Tremendamente efficace come sempre (46 gol in 32 partite in campionato, con solo 4 rigori), forse un filo troppo prevedibile in Champions League dove ha reso un pò meno che nelle precedenti edizioni. Concentrarsi su un solo giocatore, per quanto fenomenale, porta sempre dei rischi.
Va però sottolineato che l'esperienza di Vilanova è stata segnata dalla sua malattia, che l'ha costretto a ritirarsi a New York per delle cure da Dicembre ad Aprile. In quel periodo la panchina è stata affidata al suo vice Roura. Pur senza avere risultati disastrosi, la differenza di atteggiamento della squadra era percepibile. Probabilmente era solo un fatto inconscio, ma tutti facevano qualcosa di meno e in generale l'impressione era che Roura non avesse il carisma per decidere veramente qualcosa (mentre, com'è ovvio, Tito in videoconferenza da New York non poteva risultare incisivo).
Senza alcuna pretesa di ottenere certezze, è un bell'indizio per tutti i famosi discorsi del Barcellona che si allena da solo grazie ai propri fenomenali fuoriclasse e al gioco collaudato.
Suerte Tito, porta a casa anche questa vittoria.
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