24 set 2012

La crescita di Juan Jesus

Tre indizi di solito fanno una prova, e dopo tre buone prestazioni si può iniziare a parlare di una nuova dimensione per Juan Jesus. Senza arrivare a gridare al fenomeno, il giovane difensore brasiliano ha dimostrato di aver fatto un salto di qualità abbastanza inaspettato per tempistiche.

Parlo di salto di qualità perchè chi ha visto Juan Jesus nel Brasile olimpico e Under-20 non poteva che avere delle riserve sul ragazzo e sulle sue effettive capacità difensive (basta vedere i 2 gol del Portogallo nella finale del Mondiale U-20). Ottimo fisico, buoni piedi, tatticamente tutto da costruire.
Non a caso nell'Internacional giocava prevalentemente terzino sinistro, per sfruttare corsa e progressione e mascherare i limiti in marcatura, soprattutto nel seguire l'uomo sul movimento. In nazionale invece sempre centrale, con tanta fiducia accordatagli da Ney Franco prima e Mano Menezes poi.

Giocare alle Olimpiadi è stato fondamentale sia per riprendere confidenza col campo (tra bisticci vari in Brasile e arrivo all'Inter aveva giocato veramente poco in stagione) sia per costruirsi personalità e credibilità. Malgrado un torneo non scintillante il ragazzo è di sicuro cresciuto, ed è tornato in nerazzurro rigenerato.
Stramaccioni, che in Primavera dopo 45 minuti lo spostò da centrale a terzino per evitare altri danni, deve averlo visto bene in allenamento e gli ha dato subito fiducia in Europa League. Partito terzino è passato centrale nel secondo tempo, sfoderando una perstazione tutta grinta, fisico e personalità sostituendo al meglio niente meno che Walter Samuel. Ha stupito tutti, per primo il suo allenatore.

Marca l'uomo soprattutto in uno contro uno, non ha paura di tentare anticipi e contrasti, è concentrato, riesce a gestire la palla in modo pulito senza eccessi. Ed è un '91.
Non è diventato il difensore perfetto, ma oggi è il difensore mancino più affidabile nella rosa.

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