Il Boca è reduce da un semestre semplicemente straordinario, quindi qualunque risultato anche solo normale è destinato a destare un certo clamore.
Figuriamoci un solo punto nelle prime due partite dell'attesissima (dai tifosi) Copa Libertadores, vero obiettivo stagionale xeneise, con tanto di sconfitta a domicilio ad opera della Fluminense di Deco.
A vederlo tra campionato e coppa il Boca di Falcioni ha dato l'idea di essere la versione sud americana di una squadra di Roberto Mancini. E gli elementi in comune in effetti ci sono.
Grande fisicità, pericolosità sui calci piazzati,difesa solida, centrocampo roccioso come predicati assoluti. Vittorie che in campionato arrivano quasi per inerzia, come se l'avversario si trovasse stritolato dal lento e incessante incedere fisico della squadra, spettacolarità quando capita.Ma una volta varcati i confini nazionali, emergono i limiti della squadra.
La fisicità da sola non è più sufficiente e smette di coprire i limiti tecnici dei giocatori e l'assenza di schemi collaudati. La squadra perde così sicurezza e si scopre lenta e senza idee, col rischio di sbilanciarsi per cercare di creare qualcosa. E anche la solidità difensiva ne risente (al netto dell'assenza dell'eterno Rolando Schiavi, totem insostituibile), esponendo i singoli a rischi enormi.
Riuscirà il sempre discusso Falcioni a trovare una via alternativa?
Figuriamoci un solo punto nelle prime due partite dell'attesissima (dai tifosi) Copa Libertadores, vero obiettivo stagionale xeneise, con tanto di sconfitta a domicilio ad opera della Fluminense di Deco.
A vederlo tra campionato e coppa il Boca di Falcioni ha dato l'idea di essere la versione sud americana di una squadra di Roberto Mancini. E gli elementi in comune in effetti ci sono.
Grande fisicità, pericolosità sui calci piazzati,difesa solida, centrocampo roccioso come predicati assoluti. Vittorie che in campionato arrivano quasi per inerzia, come se l'avversario si trovasse stritolato dal lento e incessante incedere fisico della squadra, spettacolarità quando capita.Ma una volta varcati i confini nazionali, emergono i limiti della squadra.
La fisicità da sola non è più sufficiente e smette di coprire i limiti tecnici dei giocatori e l'assenza di schemi collaudati. La squadra perde così sicurezza e si scopre lenta e senza idee, col rischio di sbilanciarsi per cercare di creare qualcosa. E anche la solidità difensiva ne risente (al netto dell'assenza dell'eterno Rolando Schiavi, totem insostituibile), esponendo i singoli a rischi enormi.
Riuscirà il sempre discusso Falcioni a trovare una via alternativa?
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