Il 2013 ha tutte le premesse per rivelarsi un anno fondamentale nella crescita di Sebastián Driussi, giovane stella del River Plate classe 1996 e fresco vincitore del Mundialito Under 17 con i Millonarios. La joya della Banda non ha deluso le esagerate aspettative nei suoi confronti e ha fornito un contributo decisivo per il successo argentino in uno dei tornei giovanili più prestigiosi al mondo. Una vetrina di primo livello che ha permesso agli innumerevoli talenti delle Inferiores di Passarella di mettere in mostra le loro qualità anche in terra europea, confermando quanto di buono alcuni avevano già fatto vedere in occasione del Sudamericano di categoria conclusosi poche settimane fa.
In entrambe le competizioni la stella di Seba Driussi ha brillato più delle altre, facendo crescere di pari passo attenzione e pressione nei suoi confronti. D'altronde il numero 10 del River con la pressione ha imparato a convivere fin da giovanissimo, quando a soli undici anni i dirigenti millonarios, nel disperato tentativo di blindarlo, decisero di offrirgli un premio (fino alla firma di un contratto da professionista) di 40.000$ a salire, in base ai successi individuali e di squadra raggiunti. In un'Argentina ancora in piena lotta per riprendersi dalla crisi economica, la notizia creò inevitabile scalpore e la levata di scudi contro la società dell'allora presidente Aguilar non tardò ad arrivare.
Da allora Driussi ha continuato a confermarsi come uno dei massimi talenti delle giovanili riverplatensi, conquistando campionati, classifiche dei bomber e convocazioni nelle Nazionali di categoria.
Quest'anno è tornato alla ribalta grazie alle prestazioni messe in atto a livello internazionale e a 17 anni il passo verso il calcio dei grandi sembra più breve che mai. Ma il Monumental è stadio per cuori forti e nervi d'acciaio, un'arena che negli ultimi anni ha visto sbocciare un talento magnifico come il Coco Lamela e ha bruciato le ambizioni di molti altri giovanissimi, immolati all'altare del Promedio da una società allo sbando dopo la terapia-Aguilar. Driussi ha senza dubbio tutto il bagaglio tecnico e mentale per potersi imporre, soprattutto ora che alla guida della Banda c'è Ramon Diaz, tecnico da sempre attento ai gioielli di casa e finora artefice di un ottimo lavoro nella ricostruzione della squadra.
Nelle giovanili del River Seba si è presentato da trequartista, ispirandosi, parole sue, a Juan Sebastian Veron, ma nel corso degli anni ha avanzato il raggio d'azione, finendo addirittura per fare la prima punta nell'Argentina di Grondona Junior. Molti lo definiscono il classico 9 e ½ dei tempi moderni ed effettivamente è una descrizione azzeccata. Piedi raffinatissimi, tiro esplosivo e preciso, testa alta e dribbling secco fanno di Driussi un talento assoluto in grado di giocare in ogni zona del reparto offensivo. A queste caratteristiche tecniche abbina un fisico già strutturato - quasi 1 metro e 80 per più di 70kg -, buona velocità, senso del gol - 22 nell'ultima stagione con il club - e un notevole controllo del corpo, che sa sfruttare sia per colpire di fioretto che per difendere palla spalle alla porta. Nel DNA del giovane di Buenos Aires è però rimasto l'istinto del fantasista e nel corso della partita tende ad arretrare la posizione alla ricerca di palloni giocabili e di scambi stretti, dimostrandosi anche un buon organizzatore di gioco con tempi e idee piuttosto interessanti.
Come ribadisce ad ogni intervista il suo tecnico Daniel Messina, Driussi deve imparare ancora moltissimo ed è impossibile non essere d'accordo, perchè, al talento puro del predestinato, il 10 della Sexta del River deve abbinare ancora più concretezza, velocità di pensiero, lucidità nelle giocate e sacrificio in fase di non possesso, lasciando da parte eccessivi personalismi.
La nuova sensazione del River Plate è dunque in rampa di lancio e dopo un 2013 iniziato in modo esplosivo è da attendere il salto in Reserva e, più avanti, quello in Primera, con la speranza che possa essere presto raggiunto dai tanti talenti della classe '96 del River Plate, come il portiere Batalla, i difensori Vega e Mammana, il volante Correa e l'esterno Andrade.
Nessun commento:
Posta un commento