23 giu 2013

Andrea Pirlo e la Confederations Cup


Per un certo periodo, quando stava intristito sulla panchina del Milan, la parabola in nazionale di Andrea Pirlo sembrava in rapido declino. Il futuro era rappresentato da Aquilani, De Rossi, Montolivo e Thiago Motta in qualche combinazione, ma la rinascita in maglia bianconera del regista di Brescia ha cambiato le prospettive. Impossibile ignorarlo vista l'ondata di opinione pubblica in suo favore e il livello delle prestazioni, così Prandelli gli ha nuovamente consegnato le chiavi della nazionale.  L'ottica di lavoro del commissario tecnico sono ovviamente i Mondiali 2014 in Brasile. La Confederations Cup 2013, sempre in Brasile, si può considerare una prova generale, un torneo breve in cui assaggiare aria di calcio internazionale. Si poteva sfruttare l'occasione per cercare un'alternativa a un insostituibile come Pirlo?

Il numero 21 è un classe 1979, 34 anni già compiuti. Il primo anno alla Juve ha beneficiato molto delle poche partite da disputare giocando solo il campionato, trovando un'ottima condizione fisica. Già nella seconda stagione ha sofferto maggiormente gli impegni ravvicinati, dando più volte l'impressione di aver bisogno di riposo. L'anno prossimo arriverà ai Mondiali a 35 anni dopo un'altra stagione decisamente piena.
Era necessario fargli giocare questa coppa?
Tecnicamente la squadra e Prandelli conoscono già il giocatore. Non serve certo nuovo affiatamento o del tempo per fare gruppo. Pirlo ha un suo ruolo e un profilo tecnico ben definito anche con l'Italia, molte presenze e affiatamento con gran parte dei compagni.
Si poteva cogliere l'opportunità di responsabilizzare altri uomini del reparto di centrocampo, vedere come si potevano comportare senza la chioccia Pirlo, lavorare per sostituire un giocatore che realisticamente potrebbe arrivare ad appuntamenti importanti un pò in apnea fisica. Magari dare anche esperienza a qualcuno che dopo il 2014 dovrà per forza entrare nel giro azzuro, sfruttando partite di spessore maggiore rispetto alle qualificazioni.

Un mese di riposo avrebbe potuto giovare al giocatore e dare alla nazionale qualche certezza tecnica in più. Prandelli ha deciso di puntare tutto su Pirlo per il presente e per il futuro, rimandano a dopo il Mondiale qualunque prospettiva. Rischio calcolato?

Nessun commento:

Posta un commento