L'Inter ha dei problemi distribuiti di rosa ed è risaputo da Agosto.
Ma il vero scoglio delle ultime partite per la squadra di Stramaccioni è il rendimento dell'attacco.
Per quanto sia banale da dire, il reparto offensivo è il vero ago della bilancia che sposta i risultati, e per stessa ammissione di Stramaccioni il gioco dell'Inter punta a far
segnare gli attaccanti (anche qui, la fiera del banale).
Visto però il tasso qualitativo e le mancanze
organizzative o dinamiche del resto della squadra, spesso questo si
riflette in una spaccatura netta, con la fase difensiva
affidata a difesa e centrocampo, la fase offensiva principalmente
all'attacco. Qui si trova la genesi del famoso tridente spensierato del
tecnico romano, che si è trovato nella condizione di puntare
tutto sui suoi uomini offensivi, specie quando in emergenza, sperando
che in qualche modo la risolvessero loro. La qualità degli uomini davanti, unita alla loro capacità di tener palla, creare gioco e segnare per mascherare i problemi collettivi.
Quando l'Inter ha avuto rendimento in termini di gol, assist, ma anche solo movimento da Palacio, Milito e Cassano (tirando le somme tra infortuni e beghe contrattuali, tutto l'attacco) sono arrivate vittorie anche di spessore. Quando loro tre si sono persi sia singolarmente che a livello di reparto l'Inter non è quasi mai riuscita a superare l'ostacolo.
Esemplificazione massima di questa dicotomia, nonchè sliding door assoluta della partita, il gol sbagliato da Milito contro il Cagliari.
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