22 mag 2012

Nota su Walter Mazzarri

Il tecnico fresco vincitore della Coppa Italia col suo Napoli è noto per il suo modulo, per la fisicità richiesta ai suoi uomini, per l'attenzione alla difesa, per la capacità di valorizzare giocatori anche mediocri.
Ma c'è un aspetto che non si considera mai, cioè la sua capacità di valorizzare i suoi giocatori offensivi.

Mazzarri ha iniziato ad attirare l'attenzione su di se da tecnico del Livorno, che portò a una storica promozione in A. In quella stagione protagonisti furono Protti con 24 reti e Cristiano Lucarelli, profeta in patria come pochi, con 29.
Passa quindi alla Reggina, dove ottiene 3 salvezze consecutive compreso il miracolo sportivo del 2006/2007 con 11 punti di penalizzazione (per me la sua più grande impresa, Coppa Italia compresa). Qui rigenera Nicola Amoruso, girovago del pallone, che eguaglia il suo record di gol in A con 11 marcature per poi superarsi con 17. Ma soprattutto crea praticamente dal nulla Rolando Bianchi, che con 18 gol raggiunge il vertice più alto della sua carriera.
Dal 2007 al 2009 è alla Sampdoria. In 6 mesi mette nelle condizioni Cassano di segnare 10 gol, lui che non si è mai singolarmente distinto come goleador, che diventano 12 nella stagione successiva. Sempre in 6 mesi porta Pazzini, allora un promettente attaccante quasi bruciato dalla Fiorentina, reduce da 1 solo gol nel semestre precedente, a 11 reti.
Infine a Napoli trasforma Edinson Cavani da giocatore con 49 gol in carriera a bomber implacabile da 66 gol in 2 sole stagioni.

Certamente buona parte del merito è del talento dei suoi giocatori.
Ma i numeri raccontano una storia molto precisa.

Nessun commento:

Posta un commento