30 dic 2009

L'importanza delle squadre B

Nel calcio italiano si fanno spesso tanti bei discorsi sui giovani provenienti dal vivaio, su loro utilizzo o meno e sullo spazio da dargli. La cosiddetta linea verde è infatti un ottimo modo per ottenere nuovi giocatori a basso costo e stipendio anche solo per completare la rosa. Sfruttare i giocatori nati e cresciuti nelle giovanili di casa è ecnomicamente un affare per il loro costo iniziale bassissimo, ma anche in prospettiva di vendita grazie a plusvalenze assicurate anche per giocatori valutati poco. Aiuta anche a sviluppare l'attaccamento alla maglia dei giocatori e l'affetto dei tifosi verso questi ragazzini che migliorano di partita in partita.
In Italia in passato le diverse squadre hanno di fatto ignorato le proprie giovanili, tranne rari esempi che comunque non sono rimasti a lungo nella società di origine. Negli ultimi anni vuoi per difficoltà economiche generali o specifiche, vuoi per necessità tecnica (vedasi la discesa in serie B della Juventus, o per giocatori di particolare qualità), vuoi per le nuove regole Uefa, vuoi per un miglioramento della cultura generale abbiamo visto diversi ragazzi esordire dalle giovanili, ed è sempre un piacere. Troviamo giocatori di spessore che soprattutto in prospettiva possono fare la fortuna dei loro club come Balotelli, Santon, Marchisio, andando qualche anno indietro anche Aquilani e De Rossi, ma anche ottimi giovani in grado di mettersi in luce in serie A (Andreolli, Bonucci, Galloppa) inseriti dalle loro società di origine in operazioni di mercato più "importanti", aiutando il bilancio e minimizzando l'esborso economico.

Per questo genere di strategia si fa spesso riferimento a grandi squadre estere che hanno una forte tradizione coi giovani. Il sommo esempio è ovviamente il Barcellona, ma anche Bayern Monaco, Manchester United, Arsenal. Tutte società in grado di valorizzare i proprio giovani, buttandoli nella mischia da fin da giovanissimi, senza le classiche paure nostrane di bruciare i talenti (che in anni passati portava a pochi fruttuosi prestiti nelle serie minori, che spesso finivano per far perdere i giocatori). Negli anni hanno sostituito anche campioni affermati con giovani di qualità (il caso più macroscopico, Vieirà-Fabregas), garantendosi una continuità tecnica importante.

C'è però da sottolineare un particolare, che solitamente viene ignorato. Gran parte di questi grandi team, hanno delle società affiliate che militano nelle serie minori, denominate appunto Barcellona B, Bayern Monaco B, Real Madrid B e così via. Vere e proprie squadre, impossibilitate a salire nella massima serie, in cui i giovani hanno il loro primo assaggio di calcio vero.
In Italia spesso si nota un ragazzo pagare il salto di qualità dalla primavera alla prima squadra, anche solo a livello fisico. Un giovane della cantera blaugrana prima di affacciarsi alla Liga accumula esperienza di calcio vero, quindi a parità di età si trova più preparato al calcio che conta, quello dei grandi, coi e contro i grandi. E' ovviamente anche un primo test per il ragazzo, che può farsi un'idea di cosa sia lo sport professionistico, rimanendo però in una società legatissima a quella di riferimento, che ha tutto interesse a farlo giocare senza troppe pressioni, perchè ha proprio la funzione di svezzare i giovani più talentuosi.

Un vantaggio competitivo non da poco.

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