9 dic 2014

L'Empoli di Sarri

Non starà dominando la Serie A, ma l'Empoli di Sarri è una delle più piacevoli sorprese guardando il campionato sotto l'ottica del calcio giocato.
A leggere la formazione, più che sembrare una squadra di Serie B l'Empoli è una squadra di Serie B. I titolari sono grossomodo gli stessi che hanno conquistato la promozione un anno fa, che però stanno dimostrando di poter valere la massima divisione,
Tutti fenomeni più o meno incompresi o grande lavoro dell'allenatore?

Maurizio Sarri, classe 1959, giunge alla guida dell'Empoli nel 2012, firmando un contratto annuale. Alle spalle una lunga gavetta fatta di alterne fortune, esoneri e subentri. Il rapporto con la squadra non decolla subito, ma superate le difficoltà iniziali ottiene i play-off nel 2013 perdendo in finale col Livorno. Arriva quindi il rinnovo biennale e il secondo posto nel 2014, con promozione diretta.
Il tratto distintivo della cavalcata alla Serie A è l'impianto di gioco offensivo. L'Empoli chiude il campionato col terzo migliore attacco, cinquantanove gol segnati, in cui spiccano Massimo Maccarone, secondo migliore negli assist con dodici passaggi decisivi (conditi da quindici gol), e Francesco Tavano, secondo miglior marcatore del campionato con ventidue gol. Una coppia di trascinatori devastanti in categoria con anche il pregio di avere radici proprio in questa squadra, ma che oltre alla qualità individuali beneficia dell'impianto collettivo.
A testimonianza di questo vengono valorizzati dei talenti magari un attimo più lenti a sbocciare, o già presenti in rosa o appena arrivati. Il primo è Riccardo Saponara (1991), che grazie al gioco di Sarri farà il grande salto al Milan, ma nel 2013/2014 trova un suo posto anche Simone Verdi (1992), cinque gol e sette assist, da sempre considerato una promessa, ma sostanzialmente inesistente tra Torino e Juve Stabia. Soprattutto Mirko Valdifiori, un classe '86 con oltre duecento presenze nell'Empoli, all'improvviso diventa regista illuminato e preciso, che sull'esempio dei grandi del ruolo tipo Verratti non segna mai, ma mette otto assist.

Giunti però al 2014/2015 lo abbiamo pensato tutti. Un conto è la B un altro la A. Il gioco non potrà mai essere lo stesso e i due referenti Tavano e Maccarone annasperanno come sempre negli ultimi anni di carriera al top. Con un mercato estremamente limitato e senza alcun innesto di livello più alto il destino è segnato.
Invece Sarri ha portato avanti la sua squadra e le sue idee, dimostrando che col giusto materiale si può lavorare.
Il modulo è 4-3-1-2 che può diventare 4-3-3. L'idea è far girare la palla tanto, tenendola a terra, possibilmente in zona centrale, sfruttando scambi corti e di prima. Il possesso medio è oltre il 50%, i lanci lunghi limitatissimi. Il classico impianto di gioco che, comunemente, è possibile mettere in piedi solo con grandissimi giocatori ad altissimo livello. La formazione titolare dell'Empoli invece ha l'ossatura della B, venticinque anni di media, di solito solo due over 30 titolari e una scarsissima esperienza in A. Sarri va coi suoi uomini, cambiando il meno possibile, perchè lo conoscono e sanno quello che chiede, e per quanto si soffra di più e si faccia più fatica a segnare ad oggi ha accumulato quindici punti trovando anche risultati come i pareggi con Milan e Napoli, la vittoria sulla Lazio e il passaggio del turno contro il Genoa in Coppa Italia.

I protagonisti sono diversi, ma si può identificare una verticale precisa.
La difesa, portiere compreso, è il reparto più giovane: contando anche il portiere Sepe, il più anziano è Lorenzo Tonelli, classe 1990. Il ragazzo di Firenze è oggi uno dei giocatori più famosi della squadra grazie ai tre gol messi a segno in questo inizio di campionato, ma Tonelli è soprattutto il leader del reparto, un difensore moderno che abbina alla fisicità un'ottima capacità di giocare la palla, anche sotto pressione. Sarri gli chiede chiaramente di far partire l'azione con personalità e qualità, anche prendendo dei rischi. In altri contesti, probabilmente giocherebbe mediano difensivo. La sua capacità nel gioco aereo invece lo rende un pericolo quando si sposta in area avversaria, non a caso è già in doppia cifra di gol in carriera.
Di fianco a lui è cresciuto e continua a crescere Daniele Rugani, classe '94 anche lui col vizio del gol convocato addirittura in nazionale maggiore da Antonio Conte.
A centrocampo il dominatore è Mirko Valdifiori. I quasi ottantaquattro passaggi di media a partita (con solo cinque lanci lunghi) testimoniano il suo ruolo centrale nello sviluppo del gioco. Tutte le azioni passano da lui, a volte in modo anche troppo insistito, e lui distribuisce, anche con una certa efficacia visto che è il secondo dell'intera Serie A per passaggi decisivi di media, primo per numero totale e ha firmato quattro assist.
In attacco la sorpresa è Manuel Pucciarelli (1991). Già protagonista in B, ha migliorato il suo rendimento col cambio di categoria prendendo spesso il posto di uno dei due mostri sacri davanti. Destro raffinato, fantasia, qualità soprattutto palla al piede, gusto per il dribbling, ma anche una certa capacità tattica e di sacrificio grazie ai suoi trascorsi da centrocampista offensivo. Da attaccante moderno, in grado di svariare su tutto il fronte e di adattarsi ai vari ruoli, sembra aver trovato la sua dimensione. Al momento è il miglior marcatore della squadra insieme a Tonelli e il suo unico vero limite sembra un cognome troppo verace per il calcio di alto livello. Lo striscione con scritto "Pucciarinho" fa capire quanto sia apprezzato dai suoi tifosi.

L'Empoli non vincerà il campionato e di sicuro vivrà momenti difficili. Ma Sarri sta dimostrando che si può fare calcio prendendo un gruppo di ragazzi, credendo nelle loro qualità e inserendoli in un contesto ben preciso, che può essere votato al gioco e al possesso anche senza cognomi di grido.
Tutto questo in Serie A, dove spesso ci dicono che è impensabile.
Forza Empoli.

1 commento:

  1. bella squadra, già dallo scorso anno in Serie B. Merito di Sarri senza dubbio, gran bell'allenatore

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