Joaquin Correa nasce il 13 Agosto 1994 nella provincia di Tucuman, che è la più piccola di tutta l'Argentina. Il suo talento per il calcio viene notato subito dal River, che sul luogo ha una certa attenzione a giudicare dal fatto che ci ha pescato anche Roberto Pereyra e Matias Kranevitter, più o meno della stessa generazione, ma a undici anni decide di tornare dalla famiglia. Un anno dopo è al Club Renato Cesarini di Rosario, da dove lo preleva l'Estudiantes.
Nel 2011 si impone come miglior talento delle giovanili e l'anno dopo a diciassette anni fa il suo esordio nella prima squadra. Dal 2012/2013 è un effettivo della rosa, trovando in totale sessanta presenze con cinque gol.
Il tratto distintivo di Correa è l'unione di fisico è tecnica. La sua altezza, 188 cm, lo rende una specie di gigante per gli standard argentini, mentre a livello muscolare è ancora da strutturare. Destro naturale, ha un'ottimo controllo di palla che ama esprimere in dribbling stretti. Non rapidissimo sul primo passo, riesce però a trovare una buona velocità in accelerazione. La sua prima opzione è sempre il movimento verso destra, ma sa dribblare anche sulla sinistra, soprattutto se ha spazio. Ha una buona visione di gioco e propensione agli scambi in fascia, a livello di inserimenti si mostra parecchio carente mentre esibisce un buon tiro dalla distanza.
Come attitudini è un esterno naturalmente attratto dalla fascia sinistra. Tende sempre ad allargarsi, aspettare la palla e cercare l'uno contro uno, possibilmente accentrandosi. Anche i suoi assist nascono dopo il dribbling e premiano spesso tagli e sovrapposizioni. Ha molta personalità nello sfidare l'avversario e sa difendere palla sfruttando fisico e tecnica.
Protetto di Juan Sebastian Veron, è in un certo senso il simbolo del periodo attuale della squadra di La Plata. L'Estudiantes, ovviamente in crisi economica come quasi tutto quello che ha sede in Argentina, dopo aver dominato in patria e in tutto il continente è in fase di ricostruzione. Giocatori come il Tucumano vengono messi in vetrina e valorizzati. Se riescono a fornire un contributo tecnico meglio, altrimenti si cerca la cessione per poi rinforzare la rosa magari con figure locali. Il suo arrivo alla Sampdoria è una conseguenza, e non è un caso che il contratto abbia una percentuale anche su un'eventuale vendita futura.
Non si tratta di un giocatore pronto. Sicuro talento, ma tutto da educare, soprattutto per fare l'esterno in Italia e con un tecnico come Mihajlovic. La fase di non possesso è interamente da formare, sia in chiave difensiva che offensiva. Gli manca l'attacco della profondità e l'inserimento in area, così come la copertura difensiva diligente e profonda. Per quanto sia mobile e abile a cercare lo spazio per ricevere palla, non è certo un esterno che macina chilometri in fascia.
Servirà tempo per adattarsi, ma se saprà capire e completarsi il panorama tecnico promette benissimo.
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