19 nov 2012

L'inutilità delle idee senza applicazione

Il calcio è l'unico "grande" sport a rifiutare con costanza e fermezza, lustro dopo lustro, l'uso dei più svariati mezzi tecnologici per aiutare l'operato dell'abitro (o degli arbitri).
Da Blatter a Platini questa è l'unica certezza storica e condivisa: no alla tecnologia. Senza una motivazione precisa al di là della solita retorica sul fatto che gli errori suscitano polemiche e le polemiche sono il sale del calcio o che i direttori di gara sono uomini, hanno diritto di sbagliare e quindi non è giusto processarli in diretta.

L'ultima invenzione della premiata coppia è stata l'introduzione degli arbitri di porta. Due fischietti in più col compito specifico di "sorvegliare" l'area e la linea di porta, sfruttando anche una visuale favorevole.
Approfitto per chiarificare che i soggetti in questione sono appunto arbitri. Non una figura specificamente formata stile guardalinee o un riciclo dei guardalinee stessi. Arbitri, con conoscenza del regolamento e amenità varie, riciclati in un ruolo diverso un pò sullo stile del quarto uomo, che possono aiutare il primo fischietto sulle questioni più spinose e decisive in quanto suoi "pari", anche per esperienza di direzione e personalità.

Premetto che l'idea in se non è sbagliata. Di 15-20 anni in ritardo, ma sostanzialmente giusta. Due arbitri in più a fare il loro lavoro vedono di sicuro meglio, specie in aree molto affollate in cui succede di tutto. Sempre per tornare agli altri "grandi" sport di squadra, avere più arbitri che poi hanno un riferimento principale e discutono dei singoli casi è la norma, magari da un pò prima del 2012.
Il problema è che la sua applicazione, relativamente al campionato italiano di Serie A, è completamente fallimentare. Completamente. Senza appello. I pochi interventi azzeccati (ricordiamo Orsato allo Juventus Stadium, che si è beccato in testa di tutto nell'indifferenza generale) finiscono nel mare di errori macroscopici impossibili da non vedere per chi è messo in quella zona di campo apposta. O è totale incapacità o mancanza assoluta di personalità e dialogo che squalifica completamente il ruolo. La terza via è Calciopoli, e lasciamo perdere.
In ogni caso c'è un problema grave nell'inserimento e nello sviluppo dell'arbitro di linea nel sistema calcio in Italia.
Purtroppo dubito che interessi risolverlo.

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