Gian Piero Gasperini è il nuovo allenatore dell'Inter. Dopo tante chiacchiere e tanti inseguimenti, Moratti ha trovato il successore di Leonardo. I tifosi della beneamata, sul web, sono completamente spaccati in 2: c'è chi reputa buona la scelta fatta dal presidente e da Branca, e chi invece ha espresso il parere diametralmente opposto, bocciandolo senza appello.
Attraverso questo articolo cercheremo di far capire chi è davvero Gian Piero Gasperini e quali sono le sue idee dal punto di vista tattico, premettendo che nell'Inter tutto quanto potrà cambiare in base ai giocatori a disposizione.
Il sistema di gioco più utilizzato è il 3-4-3. Una caratteristica comune del suo gioco è quella di cambiare strategia a partita in corso, passando velocemente dalla difesa a 3 a quella a 4. Tuttavia, la base di partenza difficilmente cambia: Gasp ha cambiato il suo modulo preferito soltanto quando si è trovato in seria difficoltà (vedi stagione appena terminata).
Il Genoa delle stagioni scorse ha cambiato diversi giocatori ma difficilmente ha cambiato idea di gioco. Gian Piero ha sempre cercato di inculcare ai giocatori un modello di gioco fatto di grandissima intensità e mobilità, oltre ad applicare diversi concetti appartenenti al calcio totale olandese. Le posizioni dei giocatori sono interscambiabili attraverso movimenti ad alta velocità e concatenazioni sia centralmente sia, soprattutto, lateralmente.
In fase offensiva avviene ricerca del possesso palla e del gioco manovrato, mentre in quella difensiva si cerca di pressare l'avversario con buona aggressività.
I 3 centrali raramente ricorrono al lancio lungo, Gasp lavora molto sulla prima fase del possesso palla per permettere un uscita "corta" alla squadra. Sono i due difensori più laterali ad aprirsi, portare palla e iniziare l'azione di possesso palla, mentre il centrale difensivo si preoccupa soltanto di giocare la palla sui due laterali.
Una volta superato il primo pressing, il Genoa sapeva far male attraverso movimenti organizzati nei minimi dettagli. L'azione preferita era sicuramente quella sulle linee esterne dove andavano ad inserirsi, a turno e secondo le esigenze l'esterno offensivo, l'esterno di centrocampo, il centrocampista centrale e addirittura il difensore laterale. Questo portava naturalmente ad una grande superiorità numerica in quelle zone di azione.
Con palla al centrocampista centrale, la squadra rossoblu sfruttava spesso gli incroci fra centrocampista ed attaccante laterale. Spesso era quest'ultimo a fare il contromovimento verso l'esterno, lasciando lo spazio in diagonale per l'inserimento del centrocampista dietro lui. Spesso era Marco Rossi il centrocampista che si dilettava in questo tipo di movimenti.
L'esterno offensivo può effettuare anche un taglio verso l'interno e fra le linee ed in questo caso, nel caso in cui riceva palla, deve essere rapido a giocare la palla verso il centravanti o verso l'altro mediano che dovrà essere pronto a sfruttare lo spazio che si è creato con un cambio gioco.
Solitamente un esterno offensivo è maggiormente impegnato in questo tipo di movimenti verso l'interno o verso l'esterno che servono a liberare spazi per giocatori dietro di lui, mentre l'altro esterno si muove quasi esclusivamente su linee laterali favorendo le sovrapposizioni del centrocampista dietro di lui. Solitamente l'esterno puro del Genoa è stato Sculli, mentre l'attaccante che effettuava i tagli si può identificare in Rodrigo Palacio.
Le giocate centrali sono solitamente meno sviluppate e si basano quasi esclusivamente sull'inserimento di uno dei due centrocampisti e sulla ricerca della profondità da parte del centravanti (vedi Diego Milito).
Un difetto della squadra rossoblu negli ultimi anni sono stati i gol subiti su palla da fermo. Gasperini preferisce marcare a zona, anche se si è dimostrato piuttosto malleabile da questo punto di vista.
E quindi, come potrebbe giocare modulare la sua nuova creatura? E' possibile che il suo lavoro virerà in direzione diversa, magari su una difesa a 4 e un modulo che preveda la presenza del trequartista vista la presenza di Wesley Sneijder in rosa. Ma provando a giocare con la rosa a disposizione e tenendo per buono quanto visto a Genova, Gasp potrebbe giocare così: Julio Cesar in porta; difesa a 3 con Lucio e Ranocchia esterni, Samuel leader centrale; centrocampo composto da Maicon e Yuto Nagatomo stantuffi laterali, Sneijder (o Motta) e Cambiasso coppia centrale di centrocampo; davanti ci sarebbero Eto'o (o lo stesso Sneijder) sulla fascia sinistra, Milito (o Pazzini) come centrali, mentre mancherebbe l'esterno puro che Gasperini utilizzava a Genova. Teoricamente la rosa sembrerebbe non discostarsi troppo dalle idee del Gasp, ma ci sarà da valutare e da tenere conto della posizione di Wesley Sneijder. Alcuni dubbi, sicuramente, ce li toglieremo solo il giorno della presentazione.
Attraverso questo articolo cercheremo di far capire chi è davvero Gian Piero Gasperini e quali sono le sue idee dal punto di vista tattico, premettendo che nell'Inter tutto quanto potrà cambiare in base ai giocatori a disposizione.
Il sistema di gioco più utilizzato è il 3-4-3. Una caratteristica comune del suo gioco è quella di cambiare strategia a partita in corso, passando velocemente dalla difesa a 3 a quella a 4. Tuttavia, la base di partenza difficilmente cambia: Gasp ha cambiato il suo modulo preferito soltanto quando si è trovato in seria difficoltà (vedi stagione appena terminata).
Il Genoa delle stagioni scorse ha cambiato diversi giocatori ma difficilmente ha cambiato idea di gioco. Gian Piero ha sempre cercato di inculcare ai giocatori un modello di gioco fatto di grandissima intensità e mobilità, oltre ad applicare diversi concetti appartenenti al calcio totale olandese. Le posizioni dei giocatori sono interscambiabili attraverso movimenti ad alta velocità e concatenazioni sia centralmente sia, soprattutto, lateralmente.
In fase offensiva avviene ricerca del possesso palla e del gioco manovrato, mentre in quella difensiva si cerca di pressare l'avversario con buona aggressività.
I 3 centrali raramente ricorrono al lancio lungo, Gasp lavora molto sulla prima fase del possesso palla per permettere un uscita "corta" alla squadra. Sono i due difensori più laterali ad aprirsi, portare palla e iniziare l'azione di possesso palla, mentre il centrale difensivo si preoccupa soltanto di giocare la palla sui due laterali.
Una volta superato il primo pressing, il Genoa sapeva far male attraverso movimenti organizzati nei minimi dettagli. L'azione preferita era sicuramente quella sulle linee esterne dove andavano ad inserirsi, a turno e secondo le esigenze l'esterno offensivo, l'esterno di centrocampo, il centrocampista centrale e addirittura il difensore laterale. Questo portava naturalmente ad una grande superiorità numerica in quelle zone di azione.
Con palla al centrocampista centrale, la squadra rossoblu sfruttava spesso gli incroci fra centrocampista ed attaccante laterale. Spesso era quest'ultimo a fare il contromovimento verso l'esterno, lasciando lo spazio in diagonale per l'inserimento del centrocampista dietro lui. Spesso era Marco Rossi il centrocampista che si dilettava in questo tipo di movimenti.
L'esterno offensivo può effettuare anche un taglio verso l'interno e fra le linee ed in questo caso, nel caso in cui riceva palla, deve essere rapido a giocare la palla verso il centravanti o verso l'altro mediano che dovrà essere pronto a sfruttare lo spazio che si è creato con un cambio gioco.
Solitamente un esterno offensivo è maggiormente impegnato in questo tipo di movimenti verso l'interno o verso l'esterno che servono a liberare spazi per giocatori dietro di lui, mentre l'altro esterno si muove quasi esclusivamente su linee laterali favorendo le sovrapposizioni del centrocampista dietro di lui. Solitamente l'esterno puro del Genoa è stato Sculli, mentre l'attaccante che effettuava i tagli si può identificare in Rodrigo Palacio.
Le giocate centrali sono solitamente meno sviluppate e si basano quasi esclusivamente sull'inserimento di uno dei due centrocampisti e sulla ricerca della profondità da parte del centravanti (vedi Diego Milito).
Un difetto della squadra rossoblu negli ultimi anni sono stati i gol subiti su palla da fermo. Gasperini preferisce marcare a zona, anche se si è dimostrato piuttosto malleabile da questo punto di vista.
E quindi, come potrebbe giocare modulare la sua nuova creatura? E' possibile che il suo lavoro virerà in direzione diversa, magari su una difesa a 4 e un modulo che preveda la presenza del trequartista vista la presenza di Wesley Sneijder in rosa. Ma provando a giocare con la rosa a disposizione e tenendo per buono quanto visto a Genova, Gasp potrebbe giocare così: Julio Cesar in porta; difesa a 3 con Lucio e Ranocchia esterni, Samuel leader centrale; centrocampo composto da Maicon e Yuto Nagatomo stantuffi laterali, Sneijder (o Motta) e Cambiasso coppia centrale di centrocampo; davanti ci sarebbero Eto'o (o lo stesso Sneijder) sulla fascia sinistra, Milito (o Pazzini) come centrali, mentre mancherebbe l'esterno puro che Gasperini utilizzava a Genova. Teoricamente la rosa sembrerebbe non discostarsi troppo dalle idee del Gasp, ma ci sarà da valutare e da tenere conto della posizione di Wesley Sneijder. Alcuni dubbi, sicuramente, ce li toglieremo solo il giorno della presentazione.
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