Alla fine è arrivato anche il momento del River Plate: dopo troppo tempo senza battere i rivali di una vita, nel momento peggiore possibile la Banda batte il Boca Juniors 1 a 0 e può dare una svolta decisiva ad una stagione in cui l'obiettivo fondamentale è la salvezza. Una vittoria strameritata quella ottenuta dai Millonarios, una vittoria di cuore, carattere ed orgoglio il cui principale artefice è senza ombra di dubbio Juan José Lopez.
Jota Jota ha avuto l'occasione che attende da una vita e non l'ha buttata via. Doveva essere il tecnico ad-interim in attesa di Gallego o del sogno proibito Marcelo Bielsa, poi, sfumati entrambi, doveva essere il tecnico ad-interim "soltanto" per il Superclasico e nonostante il trionfo contro gli Xeneizes continua a ripetere con umiltà: "Sono al River per essere il direttore del Settore Giovanile e quello è il mio compito". Ma chi crede a JJ Lopez? Adesso c'è un altro Clasico contro il San Lorenzo del grande ex Ramon Diaz e se il River dovesse ottenere un risultato positivo il tecnico di Buenos Aires rimarrà sulla panchina almeno fino alla fine del torneo.
L'addio di Angel Cappa ha lasciato il River in una situazione a dir poco problematica. Squadra priva di certezze, di stabilità e di personalità, Lopez, in settimana, ha dovuto svolgere un enorme lavoro su tutta la linea. Aiutato dal rientro del sempre più sensazionale Almeyda, Jota Jota si è tuttavia limitato a schierare un unidici ordinato ed equilibrato, optando per un ritorno alla difesa a tre ripudiata da Cappa e affiancando al Pelado Walter Acevedo. E' probabilmente questa la scelta che ha consegnato le chiavi della partita al River Plate, perchè i due centrali di centrocampo hanno dominato l'incontro, sovrastando i rivali Azul y Oro sotto ogni punto di vista. Grinta, potenza, dinamismo ed eccezionale acume tattico hanno permesso ad Almeyda e all'ex-Independiente di proteggere la difesa e di supportare costantemente la manovra offensiva, aiutati sulla sinistra da un Roberto Pereyra in brillantissima forma. Il Tucumano ha fatto il bello e il cattivo tempo sulla sua fascia di competenza, saltando gli avversari con disarmante facilità e sfiancandosi in un preziosissimo lavoro di copertura: l'ennesima conferma di quanto sia sottovalutato in ottica europea.
Davanti prove maiuscole anche per Pavone e Lamela. Il Tanque ha giocato un'ammirevole partita di sacrificio, lavorando per la squadra quanto un mediano, battagliando con i centrali del Boca e guadagnando preziosissimi falli; mentre il Coco ha dato ancora una volta dimostrazione di una classe nettamente sopra la media. Ecco un altro merito di JJ Lopez: conosce le giovanili, conosce meglio di chiunque altro i tanti talenti aggregati alla prima squadra del River Plate e quindi non ha pensato mezzo secondo a riportare Lamela sulla trequarti, libero di agire e lontano da limitanti vincoli tattici.
In panchina Juan José è uno spettacolo nello spettacolo. Sguardo concentrato, teso, ma comunque fiducioso. Si agita, continua a camminare, non smette per un secondo di dare indicazioni e soprattutto di caricare i suoi. A tratti sembra un bambino di fronte all'albero di Natale che continua a sorridere e non vede l'ora di poter aprire i suoi regali, altre volte sembra un padre che da consigli ai figli. Parla con i collaboratori, richiama il direttore di gara, si rivolge spesso ai ragazzi in panchina caricando anche loro. Insomma, l'esatto contrario del dirimpettaio Borghi, rassegnato al quasi certo esonero dopo un torneo ben lontano dalle aspettative di inizio stagione.
Risultato stretto dunque per la Banda, già con la testa al San Lorenzo e consapevole che la vittoria del Superclasico è solo il primo passo di una lunga quanto difficile rincorsa alla salvezza.
Jota Jota ha avuto l'occasione che attende da una vita e non l'ha buttata via. Doveva essere il tecnico ad-interim in attesa di Gallego o del sogno proibito Marcelo Bielsa, poi, sfumati entrambi, doveva essere il tecnico ad-interim "soltanto" per il Superclasico e nonostante il trionfo contro gli Xeneizes continua a ripetere con umiltà: "Sono al River per essere il direttore del Settore Giovanile e quello è il mio compito". Ma chi crede a JJ Lopez? Adesso c'è un altro Clasico contro il San Lorenzo del grande ex Ramon Diaz e se il River dovesse ottenere un risultato positivo il tecnico di Buenos Aires rimarrà sulla panchina almeno fino alla fine del torneo.
L'addio di Angel Cappa ha lasciato il River in una situazione a dir poco problematica. Squadra priva di certezze, di stabilità e di personalità, Lopez, in settimana, ha dovuto svolgere un enorme lavoro su tutta la linea. Aiutato dal rientro del sempre più sensazionale Almeyda, Jota Jota si è tuttavia limitato a schierare un unidici ordinato ed equilibrato, optando per un ritorno alla difesa a tre ripudiata da Cappa e affiancando al Pelado Walter Acevedo. E' probabilmente questa la scelta che ha consegnato le chiavi della partita al River Plate, perchè i due centrali di centrocampo hanno dominato l'incontro, sovrastando i rivali Azul y Oro sotto ogni punto di vista. Grinta, potenza, dinamismo ed eccezionale acume tattico hanno permesso ad Almeyda e all'ex-Independiente di proteggere la difesa e di supportare costantemente la manovra offensiva, aiutati sulla sinistra da un Roberto Pereyra in brillantissima forma. Il Tucumano ha fatto il bello e il cattivo tempo sulla sua fascia di competenza, saltando gli avversari con disarmante facilità e sfiancandosi in un preziosissimo lavoro di copertura: l'ennesima conferma di quanto sia sottovalutato in ottica europea.
Davanti prove maiuscole anche per Pavone e Lamela. Il Tanque ha giocato un'ammirevole partita di sacrificio, lavorando per la squadra quanto un mediano, battagliando con i centrali del Boca e guadagnando preziosissimi falli; mentre il Coco ha dato ancora una volta dimostrazione di una classe nettamente sopra la media. Ecco un altro merito di JJ Lopez: conosce le giovanili, conosce meglio di chiunque altro i tanti talenti aggregati alla prima squadra del River Plate e quindi non ha pensato mezzo secondo a riportare Lamela sulla trequarti, libero di agire e lontano da limitanti vincoli tattici.
In panchina Juan José è uno spettacolo nello spettacolo. Sguardo concentrato, teso, ma comunque fiducioso. Si agita, continua a camminare, non smette per un secondo di dare indicazioni e soprattutto di caricare i suoi. A tratti sembra un bambino di fronte all'albero di Natale che continua a sorridere e non vede l'ora di poter aprire i suoi regali, altre volte sembra un padre che da consigli ai figli. Parla con i collaboratori, richiama il direttore di gara, si rivolge spesso ai ragazzi in panchina caricando anche loro. Insomma, l'esatto contrario del dirimpettaio Borghi, rassegnato al quasi certo esonero dopo un torneo ben lontano dalle aspettative di inizio stagione.
Risultato stretto dunque per la Banda, già con la testa al San Lorenzo e consapevole che la vittoria del Superclasico è solo il primo passo di una lunga quanto difficile rincorsa alla salvezza.
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