6 giu 2017

La Juventus e il centrocampo


Partiamo da un riassunto estremamente sintetico: la Juventus ha un problema a centrocampo.
La cosa non è percepibile a livelli "normali" perché i bianconeri sono superiori agli avversari appunto "normali" (leggi, principalmente, la Serie A al completo), ma quando si alza il livello la tassa si paga. Chiedere a Casemiro, Modric e Kroos.

Il problema, come spesso capita, nasce da lontano. Negli ultimi anni il club ha dovuto ovviare alle partenze di Pirlo, Vidal e Pogba, tutti giocatori di grande spessore anche se per motivi diversi. Colmare un simile vuoto non è semplice nemmeno per una squadra molto solida sul campo e altrettanto preparata a livello dirigenziale.
In particolare Pjanic, uno dei grandi acquisti della scorsa estate, pur con alcuni colpi indubbiamente di alta qualità, non ha mostrato il livello necessario, e infatti ha peregrinato per il campo alla ricerca del ruolo più congeniale (una costante della sua carriera).
Non a caso nel corso di questa stagione Allegri ha preso una decisione precisa: cambiare modulo passando come riferimento principale dal 3-5-2 al 4-2-3-1. Il motivo non era unicamente di sfruttare il potenziale offensivo al meglio, ma soprattutto di risolvere il problema del centrocampo.
Nei primi mesi di stagione infatti il tecnico ha faticato non poco ad assemblare i vari Khedira, Marchisio (quando disponibile), Pjanic e compagnia di secondo piano, scegliedo a un certo punto di risolvere il problema semplicemente eliminandolo. La Juventus ha spostato il suo baricentro, e di conseguenza i dilemmi della fase difensiva altrui, dalla propria mediana alla propria trequarti offensiva. L'intuizione di Allegri è stata per certi versi geniale.
Ha funzionato, ma in realtà la questione centrocampo è rimasta aperta, per quanto mascherata.

Giocare a 2 o a 3 in mediana non è la stessa cosa, specie cambiando anche l'assetto difensivo. Khedira e Pjanic, i titolari di Allegri, si sono disimpegnati anche bene fino al secondo tempo della finale di Cardiff, sfruttando gli spazi e l'attenzione che la nuova linea offensiva pesante gli ha concesso. Meno attenzioni, più rendimento. Ma proprio su loro due la Juve deve riflettere: vanno bene o vanno cambiati per cercare un upgrade? E se sì, con chi?
La questione non è affatto semplice. Khedira nella sua carriera è sempre stato un magnifico role player sia in nazionale che nei club, ma Allegri quest'anno, con questo modulo, gli ha chiesto qualcosa in più. Nel breve ha anche funzionato, ma in futuro? Il tedesco è un classe '87 e questa stagione senza infortuni è un'eccezione nella sua carriera. Prenderà in mano lui il reparto? E come?
Pjanic dal canto suo semplicemente è Pjanic. Un magnifico talento, che vive di colpi, sprazzi, intuizioni, singole partite. Può essere acceso o spento, e non c'è modo di saperlo prima. Nemmeno il più organizzato, solido e in definitiva forte sistema bianconero è riuscito a normalizzare il suo rendimento. I lampi singoli possono bastare in partite di minor livello (e ripeto, questo basta per vincere il campionato allo stato attuale delle cose), ma per cercare un salto di qualità non si può vivere di scommesse continue. Chiaramente non sarà ceduto, ma è difficile che un giocatore così possa prendere in mano il reparto.
Ci sarebbe poi un certo Marchisio, per certi versi il grande assente della Juventus 2016-2017. Il numero 8 è stato il grande sacrificato di Allegri sull'altare del nuovo modulo: lui che nel 3-5-2 doveva essere, mutatis mutandis, l'erede di Pirlo con solo due posti non è più stato la prima scelta, magari anche per i problemi fisici. Di fatto è stato retrocesso, e anche questa situazione richiederà una scelta precisa: si ripartirà da Marchisio? Togliendo chi? Diventerà definitivamente un'alternativa? 
Proprio per le lacune di loro tre, fisiche, tecniche o di altro genere che siano, Allegri ha deciso di cambiare modulo rimandando il problema. Ma in estate qualcosa dovrà succedere.

Gli avversari poi, dopo aver sofferto per mesi la nuova struttura tattica, naturalmente lavoreranno per adattarsi, e allora la vita dei due mediani potrebbe diventare all'improvviso più difficile.
La coperta è più corta di quello che sembra, e vive di un ulteriore fattore esterno al centrocampo in senso stretto: il lavoro fisico di Mandzukic lo può fare solo Mandzukic. Ma anche il croato è un punto interrogativo per il futuro, almeno come titolare, soprattutto se la Juve cercasse più qualità offensiva. Con Mario fuori dal campo il lavoro dei due mediani potrebbe essere ancora più tassante, lasciando un buco imprevisto, e troppo grande, nel centrocampo bianconero.

2 commenti:

  1. Bravo Giulio, ottimo articolo, e si per il futuro sarebbe meglio puntare anche su altri moduli, invece di usare quasi sempre solo quello che la Juve usa adesso, ad esempio, se Allegri è uno sveglio potrebbe fare un 3-4-1-2 con Dybala trequartista, Alex Sandro esterno di sinistra a centrocampo nei 4, e a destra o uno difensivo come Lichtsteiner o Cuadrado nel caso serve attaccare. Per il centrocampo condivido in pieno quello che hai scritto, Khedira ha fatto una grande stagione senza ulteriori gravi infortuni, e Pjanić è stato bravo ma con le prestazioni non troppo, in sostanza altalenante, Marchisio purtroppo anche se non ha reso molto partendo spesse volte dalla panchina è sempre un grande, comunque si servirebbero proprio almeno altri due centrocampisti forti, anche se alcuni giocheranno poco basta guardare la panchina del Real o delle grandi d'Europa. Ok ma per la Champions su chi vai a puntare ? Servono giovani forti e costosi come Verratti ? O giovani interessanti e bravi come Tolisso ? (che a me non mi convince tanto), e poi altri Lemina o Sturaro sarebbero inutili, o serve esperienza come Iniesta ? io opterei per Verratti e Iniesta che per me non è finito e può giocare ancora.

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    1. Non è facile dire cosa serve perché dipende da tanti fattori. Il problema di prendere Verratti o anche Iniesta è che automaticamente stai, più o meno, cestinando Pjanic che è stato uno dei tuoi colpi di mercato solo un anno fa.

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