La situazione sembrava in fase di stallo, un tacito accordo per portare a termine questi ultimi mesi nel modo più indolore possibile, cercando di limitare al minimo i danni sul campo e fuori. La Dirigenza riverplatense non aveva nessuna intenzione di dover affrontare ulteriori problemi di gestione, mettendo in luce ancora una volta, se fosse necessario, l’imbarazzante livello di attaccamento al club, e Gorosito godeva di una discreta fiducia all’interno dello spogliatoio, soprattutto da parte di Ortega, Gallardo e Almeyda, i veri leader carismatici. Motivi che avevano spinto l’allenatore del River Plate a convincersi a continuare l’avventura con la Banda e a rinunciare all’idea delle dimissioni, seguita alla sconfitta esterna contro l’Arsenal.
Ma in queste ore qualcosa deve essere cambiato nella testa di Pipo e tutti si stanno chiedendo cosa lo abbia veramente spinto ad un così repentino cambiamento, a soli dieci giorni dalla ferma decisione di voler continuare a guidare i Millonarios per i restanti mesi di contratto. Probabilmente si è reso conto di essere uno strumento della gestione Aguilar, di non godere minimamente della fiducia da parte della Dirigenza e di sedere sulla panchina del Monumental soltanto per mere questioni gestionali ed economiche. A complicare ulteriormente la situazione ci hanno poi pensato i risultati sempre poco convincenti della squadra e soprattutto un rapporto che si è fatto ogni giorno più difficile all’interno dello spogliatoio. Perché se da una parte Ortega, Almeyda e Gallardo si sono sempre schierati più o meno apertamente a favore del tecnico, dall’altra le voci di forti malumori sono sempre più insistenti, tanto da essere considerate in netta maggioranza.
Il difficile momento, peggiorato ulteriormente dalle forti contestazioni da parte dei tifosi del River Plate che lo hanno anche in parte riguardato, ha spinto Gorosito ad un improvviso dietrofront, causando scompiglio e ulteriore confusione all’interno della squadra e della dirigenza, colta di sorpresa e assolutamente sprovvista di alternative. Proprio per questo l’ipotesi più probabile per la successione a Pipo sembra portare ad una soluzione interna, a qualcuno che conosce già l’ambiente e che non dovrà portare a nessuna ulteriore rivoluzione. I nomi che circolano in queste ore sono quelli di Zapata, Rodriguez e Kuyumchoglu.
L’unica certezza sembra essere che quella contro il San Lorenzo sarà l’ultima partita di Gorosito sulla panchina del River Plate. Per un curioso scherzo del destino proprio contro Diego Simeone, l’allenatore da cui l’ha ereditata.
Alla guida della Banda Gorosito non ha ottenuto alcun successo, anzi, ha spesso subito dure critiche ma a sua discolpa va sicuramente l’essere arrivato in uno dei momenti più bui del glorioso club di Buenos Aires, alle dipendenze di una sciagurata dirigenza e con un peso decisionale su questioni fondamentali come il mercato prossimo allo zero. Tutti motivi che lo hanno spinto ad essere giustamente considerato dai propri tifosi, in un sondaggio sul sito web del quotidiano sportivo Olé, il minor responsabile dell’attuale situazione del club.
Alcune scelte di Gorosito hanno però lasciato molto perplessi, come la fiducia quasi incondizionata verso giocatori dal valore assolutamente discutibile, la totale mancanza di un progetto tattico coerente e l’incapacità di trasmettere la giusta grinta e motivazione ad una squadra apparsa fin troppe volte rassegnata al proprio destino. Emblematica è poi stata la gestione del caso Strahman, giovane e talentuoso centravanti delle giovanili nel giro della prima squadra, venduto in estate al Maccabi Haifa per 500.000$ senza neanche la possibilità di mettersi in mostra e di dimostrare il suo reale valore. Un'affrettata bocciatura da parte di Gorosito che lascia molte perplessità, considerate le ottime credenziali del ragazzo e soprattutto alla luce della cronica mancanza di un centravanti vecchio stampo che si lamenta ormai da mesi.
D'altro canto l’arrivo di un nuovo allenatore non potrà portare chissà quali novità, per la mancanza di un progetto e per il poco tempo a disposizione. L’unica speranza è che questo avvicendamento possa portare un po’ di ordine e dare una scossa all’interno dello spogliatoio, magari restituendo nuovo entusiasmo e determinazione a giocatori messi da parte con troppa fretta e che potrebbero rivelarsi molto utili alla causa Millonaria.
In ogni caso a rimetterci sarà come sempre il River Plate, ormai ancorato nella parte bassa della classifica e in attesa delle tanto agognate Elezioni, nella speranza di poter uscire il prima possibile da un periodo che verrà sicuramente ricordato come uno dei più infelici della storia del club di Nuñez.
Nessun commento:
Posta un commento