25 apr 2018

L'esperimento nelle giovanili della Roma



"Una teoria del complotto (o della cospirazione) è una teoria che attribuisce la causa prima di un evento, o di una catena di eventi a un complotto. Si tratta in genere di teorie alternative più complesse ed elaborate rispetto alle versioni fornite dalle fonti ufficiali. Queste teorie non sono provate per definizione".
Questo post vuole trattare un complotto interno al calcio italiano, in particolare alle giovanili della Roma, e come potete leggere non deve provarlo per definizione, quindi rimangiatevi subito le obiezioni ovvie e salite sulla giostra. Parliamo di un caso piuttosto evidente, insabbiato dai media comuni, non trattato e nemmeno accennato, ma che se fossimo in altri paesi meriterebbe una puntata di Enigmi Alieni con Giorgio Tsoukalos fuori dai cancelli dei campi di allenamento a fare ricerche.

Le giovanili della Roma sono da anni uno dei migliori serbatoi per il calcio italiano, sfornano talenti in modo costante, molti anche approdati nella prima squadra giallorossa. Ma negli ultimi anni Alberto De Rossi, storico allenatore della Primavera, ha una categoria particolare di giocatore costantemente presente: l'esterno d'attacco mancino, portatissimo per dribblare e giocare sulla destra rientrando sul piede forte. Chiaramente la cosa può essere vista come una semplice coincidenza, ma del resto quale complotto non presenta questo tranello?

La cosa curiosa è appunto la continuità della presenza di questo archetipo. Non uno, non due casi. Parliamo di una produzione continua, roba da sembrare di stare in fabbrica. La Roma nasconde gli stampi per avere sempre lo stesso giocatore di anno in anno, cambiandogli solo un po' il look?
So che suona assurdo. E so che a ogni teoria, per quanto complottista, servono gli esempi. Ebbene qui ne abbiamo in abbondanza, pur senza avere la pretesa di ricordarli davvero tutti.

Il primo, concedendo una certa possibile approssimazione, è Alessio Cerci. Colui che fu soprannominato l'Henry di Valmontone prima e a cui fu paragonato Robben poi, pupillo assoluto di Ventura, evidentemente in casa Roma è piaciuto, e dopo qualche anno considerato che parliamo di un classe 1987 è partita la produzione.
Non ci è dato sapere se Cerci se lo siano trovato o se sia il primo prototipo, quello da cui si è preso spunto o il frutto di una ricerca precisa. Fatto sta che negli anni successivi dai laboratori presumibilmente nascosti sotto Trigoria sono spuntati con sorprendente continuità Ciciretti e Politano nel 1993, addirittura due gemelli, frutto evidentemente di una produzione sovrabbondante, Federico e Matteo Ricci nel 1994, Verde nel 1996. Ma non solo.
Per non farsi mancare niente anche Brignola, talento del Benevento, ha passato un anno a Roma nel 2015-2016. Forse si trattava di una produzione delocalizzata? Sia come sia, nella città della Strega ora si godono l'erede di Ciciretti, la loro risposta a Robben. O a Cerci. O a Politano, tanto per far capire.

Ma non ci sono solo loro. In ogni esperimento si possono registrare anomalie, perché la scienza vive di errori. E in casa Roma possiamo trovarne in particolare due: Federico Caprari, anche lui perfettamente rientrante nell'archetipo, ma nato di piede destro e quindi spurio, e Mirco Antonucci, classe 1999 e anche lui destro. Magari sono i primi di una nuova linea di produzione. Staremo a vedere. 

In pratica De Rossi padre in ogni Primavera ha un giocatore identico o quasi al precedente. Lo so che non ci credete. E allora lascio l'ultimo tassello. Sapete chi è il responsabile del settore giovanile della Roma? Ve lo dico io: Bruno Conti. Vi ricordate le sue caratteristiche? Il fuoriclasse di Nettuno giocava ala, è mancino, e amava rientrare sul suo piede forte. Sicuramente sarà una coincidenza. Un'altra. O così ci diranno.