25 mar 2018

Perché Sampaoli non convoca Dybala?


Le parole di Jorge Sampaoli su Paulo Dybala hanno fatto molto discutere soprattutto in Italia, dove per ovvie ragioni le gesta del numero 10 della Juventus hanno risonanza maggiore. Malgrado un parziale dietrofront del ct di pochi giorni dopo, rimane una grande domanda sospesa: perché l'Argentina vuole fare a meno di Dybala? La risposta è più semplice di quello che si crede, ma per accettarla bisogna capire l'ottica del discorso, senza ragionamenti semplicistici.

Per cominciare Dybala è uno dei talenti "giovani" della rosa dell'Argentina, uno di quelli a cui sicuramente sarà affidato il prossimo ciclo albiceleste (quello in cui non ci saranno più auspicabilmente i giocatori classe 86-87-88 che fanno la spina dorsale della squadra di oggi). A conferma di questo fatto il mancino bianconero ha 12 presenze con la seleccion dal 2015, di cui 8 in impegni seri nelle qualificazioni ai Mondiali. Dybala quindi è considerato e inserito nel progetto, a differenza per dire di Mauro Icardi, e Sampaoli l'ha già testato sul campo. Il suo problema è primariamente tecnico.

Dybala per caratteristiche è molto simile a Messi. Senza aprire il discorso del paragone specifico tra i due, come fisico, piede preferito e anche tendenze di gioco i due numeri 10 posso essere inseriti nello stesso archetipo di giocatore, e lo si scriveva anche da queste parti un tot di tempo fa.
Ma da qui nasce un problema: in quanto simili, hanno anche tendenze di gioco simili. Che tra l'altro stanno diventando sempre più simili: Dybala fino a un anno fa si disimpegnava con più costanza anche sull'esterno, mentre ora gioca principalmente accentrato, da seconda punta, trequartista o prima punta che sia. Esattamente quello che fa Messi.
A parole è facile dire che i grandi giocatori possono sempre dividersi il campo, ma nella realtà una convivenza comporta disponibilità al sacrificio, per cui è necessaria in primo luogo l'accettazione mentale. Cosa che, per essere chiari, Messi nella sua carriera matura non è solito concedere a nessuno, se non per brevi periodi di tempo e nel Barcellona. Non a caso nelle ultime partite che Dybala ha giocato insieme al catalano d'adozione è arrivato un commento netto e inequivocabile. Da parte proprio dello juventino, non di Messi, che non è un gran chiacchierone solitamente e lascia parlare i fatti.

Il nativo di Laguna Larga in campo con il 10 dell'Argentina non si trova, perché occupano le stesse zone e giocano sostanzialmente allo stesso modo. Dirlo apertamente segna un confine e una presa di posizione, è un atto di lesa maestà da cui è difficile tornare indietro. Dybala, in un certo senso, ha affermato la sua identità tecnica, che non è (o era, vedremo) disposto a sacrificare. Sampaoli ha provato la strana coppia, che ha funzionato pochino, ma preso atto delle idee espresse ai media dallo juventino a quel punto di fatto si è trovato a scegliere. Perché, tra le altre cose, il tempo in vista dei Mondiali stringe.
Messi è chiaramente intoccabile, e se Dybala non era (e forse è) disposto a cercasi altre zone di campo in cui spostarsi per giocare insieme a lui (da qui il riferimento al mancato adattamento a certe idee e all'anarchia) può al massimo diventare la sua alternativa in panchina. Ma vale la pena convocare Dybala per la panchina? Considerato che poi Messi dal campo non uscirà mai e, ancora una volta, il suo alter ego ha dichiarato di non trovarsi a giocare con lui e non sembra disposto a giocare in altri modi?
La scelta del ct è forzata da certi eventi, ma è più logica di quello che si vuol far credere.