MARCATORI: Van Bronckhorst (O) al 18’, Forlan (U) al 41’ p.t.; Sneijder (O) al 25’, Robben (O) al 27’, M. Pereira (U) al 46’ s.t.
L'Olanda si guadagna la terza finale della sua storia soffrendo anche troppo contro un Uruguay che paga tantissimo le assenze, ma lotta fino all'ultimo.
La celeste deve infatti spostare l'immenso Forlan da regista d'attacco a punta pura (che tutto sommato sarebbe anche il suo ruolo) per la squalifica di Suarez, perdendo così importanti punti di riferimento per la costruzione del gioco offensivo, mentre in difesa si trova senza il suo leader carismatico e capitano Diego Lugano, difensore parecchio sottovalutato nel panorama europeo e guida di una difesa fino a questo punto rocciosa e sorprendente. La perdita dei riferimenti e un pò di paura di non farcela sono alla base dei black out della squadra dopo l'1-0 e il 2-1, cui è infatti seguito il 3-1 quasi immediato. Ci sta per la vera sorpresa di questo Mondiale, che ha dimostrato di avere il carattere per aggrapparsi alla partita prima pareggiando e poi mettendo i brivido all'incerta difesa olandese dopo il 3-2 di Maxi Pereira.
L'Olanda dal canto suo è totalmente in mano al suo leader assoluto Sneijder, che pesca un jolly colossale col gol del 2-1 che di fatto chiude la partita, anche a causa di un Robben troppo individualista e fumoso. La difesa ha pagato l'assenza della copertura di De Jong, metà ideale di un Van Bommel maestro nel non farsi ammonire malgrado i molti calci che concede a ogni partita, ma è un reparto spesso vittima di amnesie, finora per loro fortuna inifluenti. L'ingresso di Van der Vaart per lo spento De Zeeuw ha rianimato gli oranje, e mostrato una delle poche riserve di livello (esterni offensivi a parte) di cui dispone questa squadra. Arrivano in finale col minimo sindacale, ma potrebbero essersi riservati il meglio per l'ultimo atto.
GERMANIA-SPAGNA 0-1
MARCATORE: Puyol al 28’ s.t.
Il polpo Paul non si sbaglia nemmeno stavolta. La Spagna, grande favorita alla vigilia, arriva alla prima finale della sua storia battendo la Germania dei giovani che tanto di bello ha dato a questo torneo.
La roja si affida al solito possesso palla prolungato, senza il convalescente Fernando Torres a favore di Pedro. Nel primo tempo malgrado qualcosa crei grazie alla sua grande qualità non riesce ad essere davvero incisiva col suo tipico tiki-taki e forse è anche un pò contratta vista la posta in palio. Nel secondo tempo si sciolgono i grandi palleggiatori (Xavi e Xabi Alonso su tutti) e la Germania inizia davvero a soffrire, fino al gol di Puyol, simbolo della grinta necessaria per arrivare così avanti.
La Germania dimostra d'un colpo tutti i suoi limiti. C'è di sicuro timore nel lasciare la palla ai talentuosissimi spagnoli (che si sa che se vogliono non te la fanno più vedere) e di conseguenza una certa fretta e imprecisione nel giocarla. Dispiace vedere un atteggiamento troppo rinunciatario in relazione a quanto mostrato fino a questo momento, troppo basato su ripartenze veloci (tanto da essere frettolose) e verticali in cui è mancato tantissimo Thomas Muller. La sua capacità di giocare tra le linee e l'intelligenza tattica sono un punto di riferimento fondamentale, e il solo Ozil non è stato in grado di sopperire a una tale mancanza. I giovani che tanto bene hanno fatto fino a oggi si sono trovati in difficoltà quando non bastava più recitare il copione. Del resto serve l'esperienza per certe cose, e la Germania ha il tempo dalla sua. Ottimo il portiere Neuer (per tutto il Mondiale a dire il vero) che ricordiamo non sarebbe il numero 1, ma la riserva di Adler, e il solito Schweinsteiger in mezzo al campo, a cercare di cantare e portare la croce in mezzo a una marea rossa.
ha collaborato G.B.
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