Un Maradona molto battagliero si è spinto a dichiarare di recente di voler ripetere l'impresa del 1986, vincendo il Mondiale e portando in trionfo i suoi ragazzi in patria come nuovi eroi. Ha pensato bene di corroborare le sue parole con una vittoria sulla Germania (nazionale non esattamente allo zenit della sua potenza calcistica, ma con talento, fisico e personalità), che eliminò l'albiceleste al Mondiale 2006, grazie a un gol di Gonzalo Higuain al minuto 45. Trattasi sempre di amichevole con squadre ancora parzialmente sperimentali, ma la nazionale di Diego qualche mesi fa venne presa a pallonate dalla Bolivia, quindi dei passi avanti ci sono evidenti ed innegabili.
Ma attenti a parlare di rinascita. L'Argentina di Maradona è una squadra che si basa su pochi giocatori di grandissimo talento offensivo, una difesa decisamente bloccata e centrocampisti di corsa e quantità. Non esattamente una sintesi di calcio spettacolo. L'aggiunta recente è una difesa più alta con un pò di pressing. Ne risulta una formazione più portata alla distruzione del gioco altrui che alla creazione (il che suona paradossale quando puoi convocare nomi come Veron, Messi, Higuain, Di Maria, Riquelme, Aimar, Pastore, Cambiasso, Aguero, Tevez, Milito...), con delle difficoltà a portare il pallone dalla difesa all'attacco soprattutto palla a terra. L'azione ha delle accelerazioni grazie a giocate individuali dei più tecnici nel dribbling (contro la Germania, Di Maria, Messi o Higuain) o a tentativi di scambio nel breve di prima spesso dettati da Juan Sebastian Veron, vero faro del gioco in mezzo al campo. Il permanere della presenza in campo col 10 della copia sbiadita di Messi di certo non è un bene in questo senso. Malgrado l'atteggiamento difensivo a livello di nomi la solidità della difesa non è mai stata un marchio di questa nazionale,che anzi ha spesso amnesie, incomprensioni e difficoltà varie.
Di positivo ci sono il carattere e la garra che Maradona ha voluto trasmettere con la promozione di Mascherano a capitano e la titolarità assoluta di Gabriel Heinze e Jonas Gutierrez. Solo il campo potrà dire se questo basterà a Giugno. Citando Josè Mourinho, è meglio avere un allenatore fortunato che bravo. Diego fortunato lo è di sicuro.
Ma attenti a parlare di rinascita. L'Argentina di Maradona è una squadra che si basa su pochi giocatori di grandissimo talento offensivo, una difesa decisamente bloccata e centrocampisti di corsa e quantità. Non esattamente una sintesi di calcio spettacolo. L'aggiunta recente è una difesa più alta con un pò di pressing. Ne risulta una formazione più portata alla distruzione del gioco altrui che alla creazione (il che suona paradossale quando puoi convocare nomi come Veron, Messi, Higuain, Di Maria, Riquelme, Aimar, Pastore, Cambiasso, Aguero, Tevez, Milito...), con delle difficoltà a portare il pallone dalla difesa all'attacco soprattutto palla a terra. L'azione ha delle accelerazioni grazie a giocate individuali dei più tecnici nel dribbling (contro la Germania, Di Maria, Messi o Higuain) o a tentativi di scambio nel breve di prima spesso dettati da Juan Sebastian Veron, vero faro del gioco in mezzo al campo. Il permanere della presenza in campo col 10 della copia sbiadita di Messi di certo non è un bene in questo senso. Malgrado l'atteggiamento difensivo a livello di nomi la solidità della difesa non è mai stata un marchio di questa nazionale,che anzi ha spesso amnesie, incomprensioni e difficoltà varie.
Di positivo ci sono il carattere e la garra che Maradona ha voluto trasmettere con la promozione di Mascherano a capitano e la titolarità assoluta di Gabriel Heinze e Jonas Gutierrez. Solo il campo potrà dire se questo basterà a Giugno. Citando Josè Mourinho, è meglio avere un allenatore fortunato che bravo. Diego fortunato lo è di sicuro.
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