E' giovane, talentuoso, gioca nella squadra più famosa del pianeta ed in pochi mesi è passato dall'essere un gregario qualunque con il vizietto del gol alle prime pagine dei quotidiani sportivi. Nonostante un'ottimo e promettente campionato disputato la scorsa stagione è soltanto con il ritorno di Florentino Perez e l'arrivo dei suoi campioni che Gonzalo Higuain accresce la sua popolarità, stravincendo il confronto diretto con il ben più sponsorizzato Benzema, diventando un titolare indiscusso del Real Madrid e guadagnandosi il posto anche nella Seleccion di Maradona. Un salto importante che il Pipita è riuscito ad attutire in modo esemplare, all'insegna della professionalità e dell'umiltà.
Indispensabile agli occhi di Pellegrini, ma anche già uomo-mercato, reo di non essere un'icona del merchandising o una stella conclamata, e soprattutto, a detta della stampa spagnola, principale indiziato per la tragicomica eliminazione in Champions League ad opera del Lione. Insomma, la strada intrapresa da Higuain è piuttosto movimentata e tortuosa, ricca di sali e scendi improvvisi quanto logicamente inevitabili, considerando la piazza con cui è costretto a confrontarsi di settimana in settimana. Madrid, si sa, non è il posto ideale per crescere e formarsi calcisticamente, vuoi per le pressioni con cui si è costretti a convivere quotidianamente, vuoi per la poca pazienza di pubblico e dirigenza: non è la prima volta che giocatori scartati frettolosamente e rivenduti a prezzo di saldo dalla Casa Blanca hanno fatto le fortune dei vari acquirenti, ne sono un esempio recente Sneijder e Robben, ora stelle indiscusse rispettivamente di Inter e Bayern Monaco.
La storia sembra ripetersi con l'ex-River Plate, non considerato giocatore da Real Madrid e già in rotta con la società per questioni meramente economiche legate al rinnovo del contratto. Inutile dire che Higuain farebbe le fortune di qualsiasi club, ma doveroso mettere le mani avanti e ridimensionare i tanti, esagerati, aggettivi che ne hanno accompagnato il nome in questi ultimi mesi. Il valore del giocatore è fuori discussione, di primo livello e potenzialmente da campionissimo, ma il Pipita ha ancora da lavorare molto su alcuni importanti aspetti. Nonostante colpi da fuoriclasse, ottima tecnica ed un senso del gol formidabile, fatica ancora molto nel gioco spalle alla porta, aspetto che lo limita come prima punta, tende ad intestardirsi fin troppo spesso in improbabili azioni solitarie e soprattutto, finora, ha denotato una certa difficoltà nell'affrontare partite di cartello.
Carenze gravi, certo, ma non per un giovane con le sue potenzialità e la sua testa, già capace di migliorare esponenzialmente dal suo arrivo a Madrid. Ora non resta che attendere fiduciosi un ulteriore salto di qualità, chiedendosi però se il Real sia veramente la squadra e l'ambiente migliore per un simile talento e per la sua definitiva consacrazione.
per diventare la mia punta ideale deve migliorare spalle alla porta, un pò nel tiro da fuori di potenza e nell'assist (soprattutto in verticale, magari nella profondità, al River aveva dimostrato di saperlo fare), nel'1-2 con l'altra punta o chi per lui
RispondiEliminale ultime cose finchè resterà a Madrid nn le imparerà mai