A cinque mesi dall'inizio della stagione è tempo di tracciare qualche primo bilancio, di scoprire rivelazioni e trovare conferme anche in casa blaugrana. Dopo l'abbuffata di trofei nel finale della scorsa stagione, la squadra di Pep Guardiola ha vinto tutto ciò che rimaneva ancora da vincere -Supercoppa Europea, Supercoppa Spagnola e Mondiale per Club- grazie soprattutto ad un volto inedito, ad un gregario inventatosi improvvisamente l'uomo più decisivo e letale dell'intera rosa. Ovviamente non si sta parlando di Zlatan Ibrahimovic, costato la bellezza di cinquanta milioni di euro più Eto'o e autore di un avvio di stagione comunque positivo, ma di Pedro Rodríguez Ledesma, per i catalani semplicemente "Pedrito". L'ennesimo prodotto di un settore giovanile impressionante ed inimitabile, capace di fornire giocatori alla prima squadra con facilità e costanza disarmanti.
Arrivato stabilmente fra i grandi in punta di piedi, voluto dallo stesso Guardiola che lo aveva già allenato nel Barcellona B, Pedro ha fatto molta fatica ad ambientarsi e ad imporsi, mettendo in mostra ben poco nel corso della passata stagione. Schiacciato dalla pressione dell'essere il vice-Messi, il giovane di Santa Cruz de Tenerife non è stato in grado di ritagliarsi il suo spazio, mancando apparentemente di continuità e personalità. Pochissime apparizioni accompagnate da prestazioni più che mediocri: mai incisivo, mai decisivo.
Tuttavia Guardiola non ha mai messo in discussione la fiducia nei suoi confronti, facendo più volte capire di preferirlo anche al più famoso Bojan Krkic, e Pedrito ha ricambiato con un'evoluzione a dir poco incredibile. Lasciato a maggio come un giocatore qualunque, un normalissimo gregario utile più che altro per non essere costato nulla, il talento delle Isole Canarie si è ripresentato ai nastri di partenza della nuova stagione completamente trasformato, rivelandosi l'arma a sorpresa del Barcellona. Al pari di un sesto uomo del basket, il jolly Pedro ha deciso tutti e tre i trofei contesi dai catalani, diventando così, grazie alle reti contro Athletic Club, Shaktar Donetsk ed Estudiantes, il primo giocatore ad aver segnato in sei competizioni diverse nel corso della stessa stagione. Un record unico e meritato, conquistato con talento e soprattutto abnegazione, ciò che gli ha realmente permesso di migliorare esponenzialmente il suo rendimento e le sue prestazioni.
Dotato di un tasso tecnico sopra alla media tipico dei talenti provenienti dalla Masia e capace di giocare indifferentemente sia sulla corsia di destra che su quella mancina, è ormai considerato a tutti gli effetti il sostituto di Messi ed Henry. Praticamente sempre decisivo quando chiamato in causa, ha evidenziato anche e soprattutto un invidiabile senso del gol, che, unito ad una buona intelligenza tattica e ad un ottimo dribbling, gli permette di creare costanti pericoli quando decide di accentrare il suo raggio d'azione. Sulle ali dell'entusiasmo e di un'autostima in inevitabile crescita, Pedro ha compiuto enormi progressi dal punto di vista della personalità, tanto da tentare sempre più spesso giocate ed azioni raramente banali ed esaltandosi in partite di prim'ordine che in passato difficilmente lo avrebbero visto come protagonista.
L'eccezionale inizio di stagione gli è già valso il rinnovo con il Barcellona fino al 2014, una clausola di rescissione di ben 75 milioni di euro e soprattutto la sempre più attenta supervisione di Vicente Del Bosque, deciso più che mai a portarsi al Mondiale un jolly in grado di scombussolare qualsiasi difesa e qualsiasi tattica, capace di entrare in campo in ogni momento con impeccabile concentrazione e di colpire con freddezza chirurgica. L'esplosione di Pedro è dunque il vero grande colpo dell'estate per i catalani, che, nel giro di due mesi, si sono ritrovati in casa, a costo zero, un giocatore completamente nuovo che va ad arricchire e a completare una rosa già fuori dal comune.
Arrivato stabilmente fra i grandi in punta di piedi, voluto dallo stesso Guardiola che lo aveva già allenato nel Barcellona B, Pedro ha fatto molta fatica ad ambientarsi e ad imporsi, mettendo in mostra ben poco nel corso della passata stagione. Schiacciato dalla pressione dell'essere il vice-Messi, il giovane di Santa Cruz de Tenerife non è stato in grado di ritagliarsi il suo spazio, mancando apparentemente di continuità e personalità. Pochissime apparizioni accompagnate da prestazioni più che mediocri: mai incisivo, mai decisivo.
Tuttavia Guardiola non ha mai messo in discussione la fiducia nei suoi confronti, facendo più volte capire di preferirlo anche al più famoso Bojan Krkic, e Pedrito ha ricambiato con un'evoluzione a dir poco incredibile. Lasciato a maggio come un giocatore qualunque, un normalissimo gregario utile più che altro per non essere costato nulla, il talento delle Isole Canarie si è ripresentato ai nastri di partenza della nuova stagione completamente trasformato, rivelandosi l'arma a sorpresa del Barcellona. Al pari di un sesto uomo del basket, il jolly Pedro ha deciso tutti e tre i trofei contesi dai catalani, diventando così, grazie alle reti contro Athletic Club, Shaktar Donetsk ed Estudiantes, il primo giocatore ad aver segnato in sei competizioni diverse nel corso della stessa stagione. Un record unico e meritato, conquistato con talento e soprattutto abnegazione, ciò che gli ha realmente permesso di migliorare esponenzialmente il suo rendimento e le sue prestazioni.
Dotato di un tasso tecnico sopra alla media tipico dei talenti provenienti dalla Masia e capace di giocare indifferentemente sia sulla corsia di destra che su quella mancina, è ormai considerato a tutti gli effetti il sostituto di Messi ed Henry. Praticamente sempre decisivo quando chiamato in causa, ha evidenziato anche e soprattutto un invidiabile senso del gol, che, unito ad una buona intelligenza tattica e ad un ottimo dribbling, gli permette di creare costanti pericoli quando decide di accentrare il suo raggio d'azione. Sulle ali dell'entusiasmo e di un'autostima in inevitabile crescita, Pedro ha compiuto enormi progressi dal punto di vista della personalità, tanto da tentare sempre più spesso giocate ed azioni raramente banali ed esaltandosi in partite di prim'ordine che in passato difficilmente lo avrebbero visto come protagonista.
L'eccezionale inizio di stagione gli è già valso il rinnovo con il Barcellona fino al 2014, una clausola di rescissione di ben 75 milioni di euro e soprattutto la sempre più attenta supervisione di Vicente Del Bosque, deciso più che mai a portarsi al Mondiale un jolly in grado di scombussolare qualsiasi difesa e qualsiasi tattica, capace di entrare in campo in ogni momento con impeccabile concentrazione e di colpire con freddezza chirurgica. L'esplosione di Pedro è dunque il vero grande colpo dell'estate per i catalani, che, nel giro di due mesi, si sono ritrovati in casa, a costo zero, un giocatore completamente nuovo che va ad arricchire e a completare una rosa già fuori dal comune.
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