Anche il Brasile, la nazionale pentacampione, si è trovata di fronte alla necessità di voltare pagina dopo i Mondiali 2010. Il criticatissimo calcio di Dunga (troppo difensivo ed europeo per i gusti verdeoro) non ha portato i risultati sperati, e l'unico modo per andare avanti era cambiare, a cominciare dall'allenatore.
La federazione ha scelto Mano Menezes (o meglio,ha ripiegato su di lui dopo il rifiuto della Fluminense di liberare Mauricy Ramalho) per la ricostruzione della squadra, e fin dalla sua prima partita si è visto cosa ha in testa il nuovo c.t.. Convocati tutti giovani (i più vecchi Andrè Santos e Daniel Alves, 27 anni), molti alla prima presenza, tutti con grandi doti, pescati dall'inesauribile miniera di talenti brasiliana. Calcio meno fisico, con più tecnica e gestione del pallone come da dna do Brasil. Ma non tutto di Dunga è stato buttato, perchè la fase difensiva è troppo importante nel calcio moderno.
Vedremo se Menezes riuscirà a coniugare davvero i principi del calcio brasiliano con una fase difesiva solida come appare da questa prima amichevole, ovviamente in vista dei sntitissimi Mondiali 2014.
Dicevamo dei giocatori, schierati con un classico 4-2-3-1.
Impressionante in difesa David Luiz, centrale del Benfica classe '87, gran fisico, imperioso di testa, tecnicamente fortissimo e ben coadiuvato dal milanista Thiago Silva. Completano la difesa Daniel Alves a destra (ovviamente già noto, non brillantissimo) e Andrè Santos (ripescato dopo essere scomparso nella gestione Dunga). Proprio per la bravura tecnica e nel'impostazione del reparto arretrato, i due mediani Ramires (ottimo da mediano) e Lucas Leiva si sono maggiormente concentrati sulla rottura del gioco, fornendo pressing e fisicità. Tecnicamente non di primo livello, ma capaci di tanto lavoro oscuro utile alla squadra. Come da copione, il grosso del talento sta nel reparto offensivo. Neymar-Paulo Henrique Ganso-Robinho a supporto di Alexandre Pato. Quattro nomi richiestissimi dall'opionione pubblica, che non hanno per nulla tradito le aspettative. Neymar dal Santos(classe '92) ha dimostrato di essere maturato rispetto al recente passato, ora è meno giocoliere e più giocatore. Gol all'esordio (ma potevano essere due o tre) e tante giocate col suo "gemellino" Robinho. Ganso ('89), altra stellina del Santos, si dimostra già all'esordio giocatore dal sicuro avvenire. Trequartista con tecnica e visione da vendere, il classico giocatore che permette a tutti attorno a lui di fare meglio grazie a una superiore comprensione del gioco. Ne sentiremo parlare. Pato ('89 anche lui, ricordiamolo) dal canto suo è stato provato da prima punta, buona prova con gol, ma è da testare contro difese più serie in ambiti più sentiti.
Tanta circolazione della palla, scambi stretti, poche, ma proficue azioni personali.
Il Brasile è tornato.
La federazione ha scelto Mano Menezes (o meglio,ha ripiegato su di lui dopo il rifiuto della Fluminense di liberare Mauricy Ramalho) per la ricostruzione della squadra, e fin dalla sua prima partita si è visto cosa ha in testa il nuovo c.t.. Convocati tutti giovani (i più vecchi Andrè Santos e Daniel Alves, 27 anni), molti alla prima presenza, tutti con grandi doti, pescati dall'inesauribile miniera di talenti brasiliana. Calcio meno fisico, con più tecnica e gestione del pallone come da dna do Brasil. Ma non tutto di Dunga è stato buttato, perchè la fase difensiva è troppo importante nel calcio moderno.
Vedremo se Menezes riuscirà a coniugare davvero i principi del calcio brasiliano con una fase difesiva solida come appare da questa prima amichevole, ovviamente in vista dei sntitissimi Mondiali 2014.
Dicevamo dei giocatori, schierati con un classico 4-2-3-1.
Impressionante in difesa David Luiz, centrale del Benfica classe '87, gran fisico, imperioso di testa, tecnicamente fortissimo e ben coadiuvato dal milanista Thiago Silva. Completano la difesa Daniel Alves a destra (ovviamente già noto, non brillantissimo) e Andrè Santos (ripescato dopo essere scomparso nella gestione Dunga). Proprio per la bravura tecnica e nel'impostazione del reparto arretrato, i due mediani Ramires (ottimo da mediano) e Lucas Leiva si sono maggiormente concentrati sulla rottura del gioco, fornendo pressing e fisicità. Tecnicamente non di primo livello, ma capaci di tanto lavoro oscuro utile alla squadra. Come da copione, il grosso del talento sta nel reparto offensivo. Neymar-Paulo Henrique Ganso-Robinho a supporto di Alexandre Pato. Quattro nomi richiestissimi dall'opionione pubblica, che non hanno per nulla tradito le aspettative. Neymar dal Santos(classe '92) ha dimostrato di essere maturato rispetto al recente passato, ora è meno giocoliere e più giocatore. Gol all'esordio (ma potevano essere due o tre) e tante giocate col suo "gemellino" Robinho. Ganso ('89), altra stellina del Santos, si dimostra già all'esordio giocatore dal sicuro avvenire. Trequartista con tecnica e visione da vendere, il classico giocatore che permette a tutti attorno a lui di fare meglio grazie a una superiore comprensione del gioco. Ne sentiremo parlare. Pato ('89 anche lui, ricordiamolo) dal canto suo è stato provato da prima punta, buona prova con gol, ma è da testare contro difese più serie in ambiti più sentiti.
Tanta circolazione della palla, scambi stretti, poche, ma proficue azioni personali.
Il Brasile è tornato.
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