Rottura del legamento crociato del ginocchio destro, sei-sette mesi di stop e stagione quasi completamente compromessa. L'infortunio di Jovetic è un fulmine a ciel sereno che colpisce il ritiro viola di San Piero a Sieve, lasciando nello sconforto più totale la tifoseria e scombussolando i piani societari. Questo doveva essere infatti l'anno della consacrazione del talento montenegrino, chiuso finora dal compagno di squadra Mutu e dall'eccessivo temporeggiare di Prandelli.
Dopo una prima inevitabile stagione di adattamento al calcio nostrano, Stevan ha dimostrato a più riprese di avere tutto per meritare la più assoluta fiducia, iniziando a trovare la porta con più continuità e lasciando da parte vani preziosismi fini a se stessi. Tuttavia soltanto gli infortuni, prima, e le tristi vicende personali, dopo, di Adrian Mutu gli hanno permesso di giocare con una certa continuità, mettendo in mostra un bagaglio tecnico-tattico di prim'ordine e sfoderando alcune prestazioni memorabili, come la sfida al Franchi contro gli inglesi del Liverpool. Questo non è tuttavia bastato a convincere completamente Prandelli, apparso troppo spesso eccessivamente prudente nel conferirgli fiducia e responsabilità.
La chiamata azzura per il tecnico di Orzinuovi e il conseguente arrivo di Mihajlovic avrebbero dovuto rappresentare il definitivo cambio di rotta: una nuova Fiorentina costruita soprattutto attorno al talento cristallino di Jovetic, al suo genio e alle sue giocate. Lui più di chiunque altro avrebbe infatti avuto le carte giuste per caricarsi la squadra sulle spalle, forte della sua immensa classe e di una personalità che non gli fa tremare le gambe quando la posta in palio si alza considerevolmente (vedi il suo capitano). Peccato che come spesso accade il fato si diverta a giocare brutti scherzi e quella che per Jo-Jo doveva essere la stagione della definitiva esplosione si è trasformata in un attimo in un autentico incubo.
Firenze, consapevole del clamoroso ridimensionamento provocato dalla defezione di Jovetic, trema ed ora è tutto nelle mani della società e del DS Corvino, che dovranno decidere come intervenire sul mercato, ben consapevoli dell'impossibilità di trovare un altro giocatore tanto completo quanto decisivo. Nonostante la giovane età il montenegrino si è infatti sempre dimostrato un giocatore maturo, serio ed intelligente: qualità che abbinate al repertorio tecnico degno della vecchia scuola slava e ad un fisico di tutto rispetto fanno di lui uno dei migliori talenti prodotti dal calcio europeo negli ultimi anni.
Purtroppo non lo vedremo in azione per molto tempo ed a rimetterci non saranno soltanto la Fiorentina e i suoi tifosi, ma anche qualsiasi appassionato amante del bel calcio e dei suoi migliori interpreti. Non ci resta che augurargli una buona guarigione!
Dopo una prima inevitabile stagione di adattamento al calcio nostrano, Stevan ha dimostrato a più riprese di avere tutto per meritare la più assoluta fiducia, iniziando a trovare la porta con più continuità e lasciando da parte vani preziosismi fini a se stessi. Tuttavia soltanto gli infortuni, prima, e le tristi vicende personali, dopo, di Adrian Mutu gli hanno permesso di giocare con una certa continuità, mettendo in mostra un bagaglio tecnico-tattico di prim'ordine e sfoderando alcune prestazioni memorabili, come la sfida al Franchi contro gli inglesi del Liverpool. Questo non è tuttavia bastato a convincere completamente Prandelli, apparso troppo spesso eccessivamente prudente nel conferirgli fiducia e responsabilità.
La chiamata azzura per il tecnico di Orzinuovi e il conseguente arrivo di Mihajlovic avrebbero dovuto rappresentare il definitivo cambio di rotta: una nuova Fiorentina costruita soprattutto attorno al talento cristallino di Jovetic, al suo genio e alle sue giocate. Lui più di chiunque altro avrebbe infatti avuto le carte giuste per caricarsi la squadra sulle spalle, forte della sua immensa classe e di una personalità che non gli fa tremare le gambe quando la posta in palio si alza considerevolmente (vedi il suo capitano). Peccato che come spesso accade il fato si diverta a giocare brutti scherzi e quella che per Jo-Jo doveva essere la stagione della definitiva esplosione si è trasformata in un attimo in un autentico incubo.
Firenze, consapevole del clamoroso ridimensionamento provocato dalla defezione di Jovetic, trema ed ora è tutto nelle mani della società e del DS Corvino, che dovranno decidere come intervenire sul mercato, ben consapevoli dell'impossibilità di trovare un altro giocatore tanto completo quanto decisivo. Nonostante la giovane età il montenegrino si è infatti sempre dimostrato un giocatore maturo, serio ed intelligente: qualità che abbinate al repertorio tecnico degno della vecchia scuola slava e ad un fisico di tutto rispetto fanno di lui uno dei migliori talenti prodotti dal calcio europeo negli ultimi anni.
Purtroppo non lo vedremo in azione per molto tempo ed a rimetterci non saranno soltanto la Fiorentina e i suoi tifosi, ma anche qualsiasi appassionato amante del bel calcio e dei suoi migliori interpreti. Non ci resta che augurargli una buona guarigione!
Abbiamo pubblicato nelle nostre pagine questa Vostra interessante presentazione del River. Gradiremo inoltre avere un contatto.
RispondiEliminaRingrazio per l'attenzione ed aspetto cenno cortese di risposta.
Fabrizio
Mutu ha una fortuna incredibile cmq...
RispondiEliminaforza Jo Jo, tornerai più forte di prima