Si potrebbero sprecare aggettivi e tessere infinite lodi per la joya delle Inferiores del River Plate, ma è probabilmente sufficiente dire che si tratta del nuovo pupillo di Angel Cappa, ex-allenatore e mentore di Javier Pastore. Prima di lavorare assieme a lui il Flaco era infatti una sorta di talento inespresso, troppo incostante ed anarchico per il calcio che conta, mentre la cura del Filosofo lo ha trasformato in un giocatore completo, un genio sempre alla ricerca della giocata di fino ma mai egoista, costantemente attento all'interesse della squadra.
Ecco da dove si potrebbe partire per descrivere Manuel Lanzini, l'Ojon, come è stato ribattezzato nei sette anni trascorsi tra le fila delle giovanili della Banda, un talento cristallino al servizio della squadra. Enganche tutta classe, tecnica e soprattutto personalità: non è facile esordire da titolare a diciassette anni davanti ad un Monumental stracolmo di gente e di aspettative in una delle stagioni più importanti della storia del River Plate, così come non è facile due settimane dopo sostituire e non far rimpiangere lo squalificato Ortega nel Clasico contro l'Independiente.
Ordinato e intelligente nelle giocate, sorprendono la straordinaria facilità con cui distribuisce palla e legge l'azione. Il fisico da mezzapunta ne fa un trequartista tanto abile nella costruzione della manovra quanto imprevedibile palla al piede, grazie ad un dribbling secco e preciso che gli permette in ogni frangente di creare situazioni di superiorità numerica. Destro delicatissimo e pericoloso dalla distanza, grazie all'eccellente visione di gioco può fare le fortune di qualsiasi attaccante e lo splendido assist a Funes Mori nella sfida contro il Rojo ne è un fulgido esempio.
Un paragone? Probabilmente il giocatore cui somiglia maggiormente per ruolo e caratteristiche è proprio il suo idolo Pablo Aimar, ma il potenziale lasciato intravedere finora da Manu sembra essere di un altro livello e la possibilità di lavorare con un allenatore tanto attento quanto abile nel valorizzare i giovani come Cappa gioca a suo favore. Buonanotte lo ha definito "un fenomeno" e i tifosi se ne sono già innamorati, conquistati dalla sfacciataggine, in senso positivo, con cui scende in campo e dall'umilità con cui al contempo si mette al completo servizio della squadra sia in fase offensiva che difensiva.
Ecco da dove si potrebbe partire per descrivere Manuel Lanzini, l'Ojon, come è stato ribattezzato nei sette anni trascorsi tra le fila delle giovanili della Banda, un talento cristallino al servizio della squadra. Enganche tutta classe, tecnica e soprattutto personalità: non è facile esordire da titolare a diciassette anni davanti ad un Monumental stracolmo di gente e di aspettative in una delle stagioni più importanti della storia del River Plate, così come non è facile due settimane dopo sostituire e non far rimpiangere lo squalificato Ortega nel Clasico contro l'Independiente.
Ordinato e intelligente nelle giocate, sorprendono la straordinaria facilità con cui distribuisce palla e legge l'azione. Il fisico da mezzapunta ne fa un trequartista tanto abile nella costruzione della manovra quanto imprevedibile palla al piede, grazie ad un dribbling secco e preciso che gli permette in ogni frangente di creare situazioni di superiorità numerica. Destro delicatissimo e pericoloso dalla distanza, grazie all'eccellente visione di gioco può fare le fortune di qualsiasi attaccante e lo splendido assist a Funes Mori nella sfida contro il Rojo ne è un fulgido esempio.
Un paragone? Probabilmente il giocatore cui somiglia maggiormente per ruolo e caratteristiche è proprio il suo idolo Pablo Aimar, ma il potenziale lasciato intravedere finora da Manu sembra essere di un altro livello e la possibilità di lavorare con un allenatore tanto attento quanto abile nel valorizzare i giovani come Cappa gioca a suo favore. Buonanotte lo ha definito "un fenomeno" e i tifosi se ne sono già innamorati, conquistati dalla sfacciataggine, in senso positivo, con cui scende in campo e dall'umilità con cui al contempo si mette al completo servizio della squadra sia in fase offensiva che difensiva.
ciao secondo te lui e funes mori non è che forse hanno accellerato troppo i tempi? che sono fenomeni comunque lo si vedere
RispondiEliminaFunes Mori un anno fa si, ma nn aveva alternative...
RispondiEliminaLanzini oggi con Ortega infortunato/squalificato ci sta anche che giochi :D
Sono casi completamente diversi. Funes Mori ha iniziato a giocare soprattutto per necessità, perchè l'anno scorso il River non aveva nessun centravanti a parte l'improponibile Fabbiani (seconda punta adattata) ed infatti ha seriamente rischiato di bruciarsi. Dopo un promettente inizio ha giocato un bruttissimo Clausura e soltanto con l'arrivo di Cappa ha ritrovato con sorprendente continuità la via del gol. Ora gioca per meriti e soprattutto con maggiore tranquillità, perchè sa che se qualcosa non dovesse funzionare ci sono in rosa altre alternative e quindi la colpa non ricadrebbe tutta su di lui. Inoltre allenarsi con un attaccante come Pavone non può che fargli bene.
RispondiEliminaIl caso di Lanzini è completamente diverso. Nel suo ruolo c'è una concorrenza quasi spietata, quindi gioca soltanto ed esclusivamente per meriti acquisiti in allenamento ed in partita. Cappa finora lo sta gestendo alla perfezione, dandogli fiducia ma senza "esagerare". In parole povere il ragazzo sa che se gioca bene, rimane con i piedi per terra e si impegna può giocarsi il posto con chiunque, ma sa anche che non è l'unica alternativa e che ci sono altri giocatori in grado di occupare la sua posizione, quindi non può minimamente prendere in considerazione l'idea di adagiarsi sugli allori.
Domenica non è da escludere una sua partenza dall'inizio al posto di un Buonanotte ancora in cerca della condizione migliore dopo il terribile incidente.