16 ago 2010

Il caso Balotelli

Dopo tre anni, 86 presenze e 28 gol si è chiusa la parentesi nerazzurra di Mario Balotelli, che ha scelto di continuare la sua carriera in Inghilterra al Manchester City fortemente voluto dal suo ex allenatore Roberto Mancini.
Cosa ci resta del più grande talento del calcio italiano?
Luci e tante, tantissime, assolutamente troppe ombre, specie per un ragazzo tanto giovane.

Il rapporto di Balotelli con l'Inter è andato peggiorando di anno in anno, arrivando alla rottura con la squadra prima di Chelsea-Inter e con tutto l'ambiente dopo Inter-Barcellona.
In principio ci fu l'insufficiente impegno in allenamento, che portava alla sua esclusione dalle partite vere. E invece di capire e dare tutto, la reazione fu di puntare i piedi e chiedere la cessione (Gennaio 2009), in nome di un atteggiamento da superstar che non poteva accettare di allenarsi come tutti. Solo dopo si notò l'atteggiamento indolente in campo, con continui rimproveri ai compagni, zero concentrazione agonistica e passeggiate sul terreno di gioco. Ma la situazione precipitò da Gennaio 2010. Prima due presenze allo stadio per vedere il Milan in nome di una fede rossonera sempre ostentata, poi la maglia del Milan indossata per colpa di un sapiente raggiro di Striscia la Notizia (in cui lui cadde in pieno, molto furbamente). Infine dicevamo, la rottura totale con la squadra, con l'esclusione dai convocati per (a quei tempi) la partita più importante della stagione. Perchè questo? Atteggiamento infantile in allenamento con insulti a tecnico e collaboratori per richiami tattici, sfottò alla squadra sulla rimonta del Milan, insomma dimostrazioni di non avere alcun rispetto per tutta l'Inter. Tanto per completare l'opera, la scelta di Mino Raiola come procuratore, figura di certo non amata nè dalla società nè dai tifosi.
E quando sembrava che anche questa situazione si fosse ricomposta, ci fu Inter-Barcellona. Una partita stellare, unica per sempre nei ricordi dei cuori nerazzurri. Con solo una nota stonata, un giocatore totalmente avulso dal contesto tecnico agonistico col numero 45. Un ragazzino che entra in campo a San Siro per la semifinale di Champions League e si permette di non giocare passeggiando per il campo, in barba alla fatica eroica messa in campo dai suoi compagni. E ciliegina sulla torta, la maglia gettata a terra dopo i meritati fischi del suo pubblico.

L'unica scelta possibile della società è stato cederlo, all'unico acquirente possibile. Per 28 milioni più bonus, Balotelli è così sbarcato in Inghilterra. Per giocare titolare (come vuole lui) con meno vincoli tattici possibili (come promessogli, così si dice, da Roberto Mancini). Insomma per fare la superstar in campo, senza faticare troppo. Contento lui, contenta la società, che realizza una plusvalenza incredibile vendendo a una simile cifra la prima riserva dell'attacco (costata 350.000 euro a 16 anni) e si libera del maggior elemento di rottura di uno spogliatoio altrimenti granitico. Il regista di questa operazione non poteva che essere il suo nuovo procuratore Raiola, abilissimo a convincere il ragazzo ad accettare questo nuovo mondo dorato.
Di sicuro a Raiola sono andati dei bei soldi. Balotelli si trova in una squadra senza alcun blasone, in Europa League e totalmente da inventare dal punto di vista tecnico/tattico. In bocca la lupo.

Tanto gli è stato perdonato e tanto gli è stato concesso da dirigenti, allenatori, compagni di squadra e tifosi. Tante parole sono state spese in sua difesa da parte di tutto il mondo Inter in molti momenti difficile, al contrario della gran parte della stampa pronta a sparare a zero su un adolescente alla prima occasione, salvo poi farne una specie di martire una volta lasciata l'Inter e l'Italia, con tonnellate di stucchevole demagogia sulla fuga dei talenti e sull'errore societario commesso dalla sua squadra. Pensarci prima? Provare a proteggere quello che si aveva in casa invece di cercare di demonizzarlo?

Talento enorme, in un minuscolo spazio vitale.


In collaborazione con G.B.

1 commento:

  1. ero convinta che l'avesse scritto Giulio :D
    a me fa ridere che solo ora tutti dicono quanto è forte e che lo rimpiangono. Mentre quando c'era, non facevano che tirargli "fango addosso" e stargli sempre appresso. Perchè vorrei sottolineare che ogni minima sua cosa non è mai passata in secondo piano, erano tutti pronti col fucile ad aspettare la prossima balotellata.
    Sono convinta che diventerà uno dei più forti e ringrazio Moratti per aver messo la clausola contrattale, che ci permetterà di non vederlo al Milan.

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