Sorge lecita e spontanea questa domanda sfogliando la maggior parte dei giornali, leggendo interviste ad addetti ai lavori e non, gioravagando per diversi siti web. A parte qualche apprezzata voce fuori dal coro, è uso comune giustificare, fare omertà, sviare e nel peggiore dei casi contrattaccare.
Domenica, a Cagliari, Balotelli entra in campo al posto di Santon, schierandosi al fianco di Milito ed Eto'o, nel tentativo di ribaltare un risultato sorprendente quanto meritato per ciò che si è potuto vedere nella prima frazione di gara. Il giovane azzurrino, ormai trasformatosi in un jolly per Mourinho, corre, dribbla e lotta in quella che dovrebbe essere una domenica come tante e che purtroppo si rivela per l'ennesima volta tale. Perchè ancora una volta a far parlare non è il rettangolo verde, ma gli spalti che lo circondano e soprattutto chi li occupa.
Un normalissimo contrasto di gioco e una reazione accentuata di Dessena sono il solito pretesto per dare il via alla fiera degli insulti più beceri. Ululati ben udibili anche dalla televisione -salvo alcune straordinarie eccezioni- che si alzano prepotenti quanto ignoranti ad ogni tocco di palla di Balotelli e successivamente Eto'o. Un ritornello fuori luogo che lo accompagna per tutta la partita, che lo sfida, lo provoca e lo ferisce. Mario non si scompone, continua a giocare, finge di nulla, facendo credere che siano solo provocazioni che gli scivolano via come niente fosse, che non lo toccano e non lo feriscono, anche se è difficile credergli.
Nei giorni seguenti si leva qualche piccolo coro, qualche voce in lontanza e in minoranza, che cerca di richiamare l'attenzione per quanto successo a Cagliari, ma la maggior parte dell'opinione pubblica tace e minimizza. Probabilmente è la stessa che quando c'è da parlare di Fair Play e di razzismo è la prima a sostenere che serva lanciare un segnale, che sia necessario il pugno duro e che non vi debba essere neanche la minima tolleranza.
Ma per Mario non è la stessa cosa, lui a quanto pare non è abbastanza diverso. Vive con la nomea di arrogante, provocatore e viziato con cui è stato ben presto etichettato e che a quanto pare giustifica ogni insulto, per quanto pesante e soprattutto razzista possa essere. Nessuno nega che il suo atteggiamento sia irreprensibile, ma chiunque può ed è in dovere di notare i miglioramenti dal punto di vista comportamentale di un ragazzo che in questa stagione non è mai stato sopra le righe, complice anche e soprattutto l'ottimo lavoro di Mourinho.
A Cagliari gli insulti sono stati quelli di sempre, con qualche decibel in più, e anche le giustificazioni ai gesti dei tifosi non sono cambiate e trovano il sufficiente spazio sui media. Che si tratti di Cellino, di Allegri, di Ventura o di Legrottaglie il senso non cambia, gli ululati a quanto pare non erano a sfondo razzista e Balotelli fa di tutto per meritarseli.
Eppure tutto tace, un silenzio assenso che se possibile fa ancora più male degli insulti razzisti e di una situazione che non vuole cambiare. Perchè a quanto pare agli occhi dell'opinione pubblica a cambiare deve essere Mario, l'unico per cui il razzismo al momento non vale.
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