Sono passati ormai 4 mesi e mezzo dall'addio di Josè Mourinho alla panchina dell'Inter e qualche giorno in meno dall'arrivo di Rafa Benitez sulla panchina nerazzurra. E' tempo di primi bilanci per il tecnico spagnolo, analizzando le principali differenze fra il tecnico ex Liverpool e l'attuale tecnico protagonista dell'ultima Champions ed ora al Real Madrid. Partiamo con qualche premessa molto importante: sono due persone che utilizzano metodologie di allenamento abbastanza differenti, che hanno una filosofia di calcio opposta e un approccio psicologico sul gruppo totalmente diverso.
Partiamo dalla filosofia calcistica dei due allenatori. Rafa Benitez è uno che impone il suo gioco e la sua filosofia. Può fare qualche piccolo aggiustamento (es. Eto'o con meno compiti difensivi) al suo sistema di gioco originario, ma di solito pretende che siano i calciatori ad adattarsi alle sue direttive e non il contrario. Josè Mourinho ha invece dimostrato, nella prima stagione all'Inter, di appartenere alla fazione opposta: dopo il fallimento del suo iniziale progetto tattico, ha cambiato il modo di giocare dell'Inter facendo in modo che tutti rendessero al meglio delle proprie caratteristiche (difesa solida + totale sfruttamento di Ibrahimovic, per sintetizzare), andando contro al suo pensiero iniziale, dimostrando di essere un allenatore più versatile. Il secondo anno ha potuto svolgere il gioco da lui preferito dopo che sono arrivati i giocatori giusti per la sua filosofia.
La seconda differenza è quella sulla metodologia di allenamento. Mourinho in questo caso è quasi unico al mondo, nel senso che i suoi metodi basati sulla periodizzazione tattica li utilizzano soltanto lui e pochi altri, quindi il cambiamento sotto questo punto di vista sarebbe stato inevitabile, anche con un altro tecnico. Benitez, nonostante sia spagnolo, è un tecnico che ha studiato molto la preparazione classica all'italiana e in questo senso è forse uno dei più "italiani" fra i tecnici stranieri. Vedendo infortuni e condizione atletica delle nostre squadre nei momenti topici della stagione, questa cosa non dovrebbe lasciare tranquilli.
La terza differenza sono i metodi nella gestione del gruppo. Mourinho fa continuamente da impermeabile fra la squadra e il mondo esterno, un vero e proprio psicologo. Benitez ha un aspetto più classico e sobrio che ha portato già nei primi mesi di stagione a qualche problemino.
Enormi differenze dal punto di vista tattico, anche se il modulo rimane lo stesso della passata stagione. A Benitez va dato atto, con gli stessi giocatori e lo stesso schieramento, di aver già dato un impronta nuova all'Inter in pochi mesi, anche se alcuni automatismi (che stanno migliorando partita dopo partita) mancano ancora. L'Inter dello Special One (prendiamo come riferimento quella degli ultimi mesi, già forgiata dopo il lavoro dei precedenti mesi) era una squadra che aspettava ed era letale nelle ripartenze. A San Siro, contro squadre che si chiudevano, andava un pò in difficoltà perchè poco abituata a fare la partita.
Con Benitez i cambiamenti sono tanti: il dettaglio che salta all'occhio per primo è il tentativo di alzare il baricentro della squadra. Il pressing, e di conseguenza la linea difensiva, sono molto più alti rispetto a qualche mese fa. Questo ha portato ad alcune situazioni di contropiede, abbastanza imbarazzanti, concesse agli avversari, ma sono cose destinate a migliorare nel giro di poche giornate.
Sono cambiate anche altre cose: Eto'o meno coinvolto nella fase di non possesso della squadra, con conseguente doppio lavoro del terzino e dell'interno sinistro (oltre a quello dell'esterno dall'altra parte) costretti a coprire la mancanza di un uomo in fase difensiva; la posizione di Sneijder è variata, con il tentativo di impostare l'olandese come incursore, a tratti quasi da seconda punta, più che come regista avanzato; c'è più libertà per i due mediani di provare l'inserimento senza palla.
Tutte cose che andranno ancora automatizzate ma in cui si vede chiaramente la mano del tecnico spagnolo, a cui va dato atto di avere delle idee chiare (su cui poi si può essere d'accordo o meno) e di aver dato un impronta alla squadra, ancora molto migliorabile, ma con margini di miglioramento molto buoni.
L'Inter di Mourinho è ormai storia, ma i tifosi nerazzurri possono stare tranquilli perchè l'Inter di Benitez ha un potenziale importante.
Partiamo dalla filosofia calcistica dei due allenatori. Rafa Benitez è uno che impone il suo gioco e la sua filosofia. Può fare qualche piccolo aggiustamento (es. Eto'o con meno compiti difensivi) al suo sistema di gioco originario, ma di solito pretende che siano i calciatori ad adattarsi alle sue direttive e non il contrario. Josè Mourinho ha invece dimostrato, nella prima stagione all'Inter, di appartenere alla fazione opposta: dopo il fallimento del suo iniziale progetto tattico, ha cambiato il modo di giocare dell'Inter facendo in modo che tutti rendessero al meglio delle proprie caratteristiche (difesa solida + totale sfruttamento di Ibrahimovic, per sintetizzare), andando contro al suo pensiero iniziale, dimostrando di essere un allenatore più versatile. Il secondo anno ha potuto svolgere il gioco da lui preferito dopo che sono arrivati i giocatori giusti per la sua filosofia.
La seconda differenza è quella sulla metodologia di allenamento. Mourinho in questo caso è quasi unico al mondo, nel senso che i suoi metodi basati sulla periodizzazione tattica li utilizzano soltanto lui e pochi altri, quindi il cambiamento sotto questo punto di vista sarebbe stato inevitabile, anche con un altro tecnico. Benitez, nonostante sia spagnolo, è un tecnico che ha studiato molto la preparazione classica all'italiana e in questo senso è forse uno dei più "italiani" fra i tecnici stranieri. Vedendo infortuni e condizione atletica delle nostre squadre nei momenti topici della stagione, questa cosa non dovrebbe lasciare tranquilli.
La terza differenza sono i metodi nella gestione del gruppo. Mourinho fa continuamente da impermeabile fra la squadra e il mondo esterno, un vero e proprio psicologo. Benitez ha un aspetto più classico e sobrio che ha portato già nei primi mesi di stagione a qualche problemino.
Enormi differenze dal punto di vista tattico, anche se il modulo rimane lo stesso della passata stagione. A Benitez va dato atto, con gli stessi giocatori e lo stesso schieramento, di aver già dato un impronta nuova all'Inter in pochi mesi, anche se alcuni automatismi (che stanno migliorando partita dopo partita) mancano ancora. L'Inter dello Special One (prendiamo come riferimento quella degli ultimi mesi, già forgiata dopo il lavoro dei precedenti mesi) era una squadra che aspettava ed era letale nelle ripartenze. A San Siro, contro squadre che si chiudevano, andava un pò in difficoltà perchè poco abituata a fare la partita.
Con Benitez i cambiamenti sono tanti: il dettaglio che salta all'occhio per primo è il tentativo di alzare il baricentro della squadra. Il pressing, e di conseguenza la linea difensiva, sono molto più alti rispetto a qualche mese fa. Questo ha portato ad alcune situazioni di contropiede, abbastanza imbarazzanti, concesse agli avversari, ma sono cose destinate a migliorare nel giro di poche giornate.
Sono cambiate anche altre cose: Eto'o meno coinvolto nella fase di non possesso della squadra, con conseguente doppio lavoro del terzino e dell'interno sinistro (oltre a quello dell'esterno dall'altra parte) costretti a coprire la mancanza di un uomo in fase difensiva; la posizione di Sneijder è variata, con il tentativo di impostare l'olandese come incursore, a tratti quasi da seconda punta, più che come regista avanzato; c'è più libertà per i due mediani di provare l'inserimento senza palla.
Tutte cose che andranno ancora automatizzate ma in cui si vede chiaramente la mano del tecnico spagnolo, a cui va dato atto di avere delle idee chiare (su cui poi si può essere d'accordo o meno) e di aver dato un impronta alla squadra, ancora molto migliorabile, ma con margini di miglioramento molto buoni.
L'Inter di Mourinho è ormai storia, ma i tifosi nerazzurri possono stare tranquilli perchè l'Inter di Benitez ha un potenziale importante.
A Mourinho piaceva rischiare, quando dovevamo recuperare il risultato o cercare di vincerla, rischiava nei cambi, facendo giocare addirittura 4 punte.
RispondiEliminaA Benitez piace fare i cambi all' 85'; in lui non vedo il rischio ma la prudenza e l'accontentarsi. Almeno per questi primi mesi.
Purtroppo, per ora, per quanto riguarda la questione cambi ricorda molto Mancini... un altro abituato ad intervenire dal 15' del secondo tempo in poi. :)
RispondiEliminae dire che la sua vittoria più incredibile nasce da 3 cambi al 46esimo :D
RispondiEliminaIO CREDO CHE MOURINHO SIA IL MIGLIORE IN TUTTO,LUI LE PARTITE LE VINCE DURANTE L'ALLENAMENTO SETTIMANALE FACENDO MEMORIZZARE AI SUOI GIOCATORI TUTTO DELL' ALTRA SQUADRA, OLTRE AD ESSERE UN GRANDE STRATEGA, ED UN GRANDE UOMO PRIMA ANCORA DI ESSERE UN GRANDE MOTIVATORE E COMUNICATORE. BENITEZ ALLO STATO ATTUALE NON HA NE IN MANO LA FIDUCIA DELLO SPOGLIATOIO, NE LA FIDUCIA DI MORATTI, BEH QUELLA NN LA HA AVUTA MAI! Deve capire che deve cambiare modulo HA LA SCQUADRA DIVISA IN 2 TRONCONI, E DEVE LASCIARE FUORI Pandev peche' ultimamente e' inguardabile. E poi vi posso dire che se vincera' il campionato sara' solo perche' l'inter ha la rosa piu' forte. MA PROSEGUO COSI NN SO' CON QUANTO DISTACCO ARRIVERA'. IO DA INTERISTA PENSO CHE CON LUI NON SI VINCERA' NULLA, PERCHE' PER L'INTER CI VUOLE UN ALLENATORE DI CARATTERE CON POLSO, E LUI NON LO E'. PER IL BENE DELL' INTER E' MEGLIO CHE VENGA ESONERATO.
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