14 lug 2014

Brazil2014 - finale: Germania-Argentina

GERMANIA - ARGENTINA 1-0
Marcatori: 113' Götze (G)

La Germania ce l'ha fatta. Con la vittoria del suo quarto titolo porta a compimento un ciclo iniziato nel lontano 2004 dalle ceneri di una nazionale vecchia e sconfitta e frustrato ripetutamente dalla invincibile Spagna.

Il Mondiale è il capolavoro di Joachim Löw, colui che ha posto le prime pietre di questa costruzione e oggi può sentirsi arrivato. Nel corso della competizione ha attinto a tutte le risorse disponibili, cambiando impostazione a seconda delle necessità: nel girone è stato più guardiolista e conservativo, nella fase a eliminazione ha rispolverato l'impostazione classica di stampo 2010 che l'ha portato alla vittoria.
La Germania vista in finale però non è stata la macchina da calcio che forse ci si aspettava. In principio la fortuna non è stata esattamene dalla sua con Khedira, pedina fondamentale, infortunato nel riscaldamento e il suo sostituto Kramer messo ko da una spallata. Costretto a varare una formazione ultra-offensiva Löw è stato ulteriormente beffato dal palo di Höwedes a fine primo tempo. In generale però la Germania non è stata dominante ed è sembrata in più momenti impaurita e abbastanza sterile. La differenza alla fine l'hanno fatta la profondità e la qualità della panchina, con Schürrle e Götze decisivi con un gol di pregevolissima fattura da subentrati, e la maggiore freschezza atletica rispetto agli avversari.
Il lampo al minuto 113 è forse eccessivo, ma premia in definitiva la squadra con più talento, tenacia e capacità di agire da collettivo.

Sabella dal canto suo ha fatto un mezzo miracolo ad arrivare alla finale col materiale a disposizione, ma non ha convinto nella gestione del match decisivo. L'Argentina ha eseguito alla perfezione il suo piano partita, chiudendo benissimo gli spazi per poi ripartire, la colpa del ct sta soprattutto nelle scelte sui cambi.
Il canovaccio è stato lo stesso di tutta la fase a eliminazione, con la sola novità dello scambio di fascia tra Enzo Perez e Lavezzi, rispettivamente per contenere meglio Lahm e attaccare Höwedes. Il giocatore del PSG nel primo tempo è stato il migliore dei suoi per la capacità di eludere le marcature e partire in verticale ribaltando il fronte, creando diversi problemi a centrocampo e difesa tedeschi. Cambiarlo all'intervallo per scelta tecnica è sembrato decisamente prematuro, anche perchè il 4-3-1-2 si poteva fare anche con lui in campo.
Il giocatore che comunque avrà sulla coscienza questa partita è Gonzalo Higuain. Per l'ennesima volta nella sua carriera post River sbaglia completamente una partita decisiva, con il gol divorato a inizio partita solo davanti a Neuer che grida vendetta. Un Mondiale da un solo gol, per quanto importante, non è in alcun modo quello che ci si aspettava da lui.
Messi, premiato beffardamente Pallone d'Oro del Mondiale, ha giocato una partita in linea con quelle post girone, e non è un complimento. Statico in fase di non possesso, con la tendenza a strafare quando in possesso di palla. La massima sintesi della sua poca lucidità la punizione nei recupero del secondo supplementare, tirata alle stelle da distanza improbabile.
Tanto quanto la panchina di Löw è stata decisiva così la panchina dell'Argentina non è stata all'altezza. Agüero è sembrato in condizioni fisiche ancora precarie, prevedibile e poco lucido nelle giocate decisive, come del resto anche Palacio, che ha anche lui sulla coscienza un gol divorato nel corso dei supplementari su gentile omaggio di Hummels e una serie di giocate sbagliate su diversi contropiedi.
L'Argentina ha avuto le occasioni per vincerla, ma non ha avuto la forza nei singoli di portare il destino dalla sua parte.Un po' come l'Olanda nel 2010.

Top


Bastian Schweinsteiger:

corre 15 km e si dimostra letteralmente pronto al sacrificio fisico pur di portare a casa questo titolo. Lui e il capitano Lahm sono i simboli del nuovo corso tedesco, le fondamenta del progetto nato nel 2004. A 29 anni ha 108 presenze con la Germania, Pirlo con l'Italia 112. Uno dei più forti centrocampisti della sua generazione.

Andre Schürrle e Mario Götze: al minuto 113 confezionano un capolavoro. Il giocatore del Chelsea ha la forza di partire in fascia in azione personale, saltare l'uomo e pennellare di sinistro un cross delizioso, il giocatore del Bayern finalizza con stop di petto e tiro al volo di sinistro da campione. E dire che fino a oggi il suo Mondiale era stato abbastanza anonimo, con tanto di panchinamento.

Ezequiel Lavezzi: un primo tempo di pura garra, cui ha saputo unire giocate di tecnica. Ha dato tutto e si è totalmente messo a disposizione della sua nazionale, pedina fisica e tattica fondamentale per tutta la fase a eliminazione.


Flop


L'attacco dell'Argentina:

doveva essere il punto di forza assoluto, è stato surclassato dall'intensità difensiva. 8 gol segnati in tutta la competizione, 2 dopo i gironi. Higuain poco presente in area e Agüero semplicemente assente. Tutti devono portare acqua per Messi, e la pagano amaramente. Dal canto suo la pulce non ha più segnato nella fase a eliminazione.

Toni Kroos: il metronomo della Germania poteva lasciare la sua impronta nella finale, ma al momento decisivo stecca. Due ottime occasioni sul destro, due tiri fiacchi. E dire che balisticamente ha dei colpi notevoli.


Benedikt Höwedes:

a sinistra non è cosa sua, finisce sempre per impacciarsi nei momenti decisivi. Curioso che capitino a lui due delle migliori occasioni della Germania, inevitabilmente sbagliate.

Rodrigo Palacio: la partita della vita coincide con una delle peggiori prestazioni in carriera. Movimento senza palla e sacrificio ci sono sempre, ma con la palla è un disastro e si divora pure un'occasione clamorosa, come già contro l'Olanda. Non è stato decisamente il suo Mondiale.

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