15 dic 2011

Giovedì con Aguante Futbol

Assieme ai redattori di Aguante Futbol, facciamo il punto sull'attualità attraverso 5 domande.


1) Da 1 a 10: l'utilità del tavolo della pace?

Pile: Non c'erano dubbi sul fallimento di questa operazione. Le basi partono da posizione lontane, lontanissime e ovviamente non sono disposte a venirsi incontro. Ma questo lo si capiva già nelle dichiarazioni mediatiche, non c'era bisogno di fare un "Tavolo della Pace" per capirlo...anche perchè poi, a prescindere da Calciopoli, i veleni fra presidenti, istituzioni e addetti ai lavori fanno parte della storia del nostro calcio, già da prima del 2006.

G.D.C: Operazione demagogica e senza senso, speravo in qualcosa di illuminato nella testa di Petrucci (promotore dell'iniziativa) come extrema ratio. Invano. La verità è che si vuole un passo indietro da Moratti.

G.B: Sono davvero servite quattro ore e trentasei minuti (qualcuno sa i secondi?) per l'ennesima presa di posizione delle due parti?

A.L: Se devo essere sincero, sono totalmente ignorante a riguardo. Potrà sembrare banale, o una frase di circostanza, ma a noi -in questo Blog- piace parlare di Calcio.

2) Nicolas Anelka in Cina per dieci milioni di euro a stagione. Lascia il calcio giocato (non ce ne voglia il mondo asiatico) uno degli attaccanti più controversi degli ultimi anni, capace di stupire e deludere nel giro di pochissimo tempo. Qual è il vostro giudizio sulla carriera del calciatore e sulla scelta professionale ormai molto in voga ultimamente?

G.D.C: Diciamo che Anelka non si è mai fatto problemi a cambiare maglia, il trasferimento in Cina è in linea col personaggio. Per quei soldi figuriamoci. Talento fisico e tecnico forse unico, di sicuro sprecatissimo anche a causa di una testa veramente matta. Carriera a strappi con tanti bassi e pochi picchi sempre quando sembrava senza ritorno, come vertice per me la stagione al Chelsea (quando tutti onestamente lo davano per finito) con Ancelotti, per cui è stato davvero fondamentale come punta e rifinitore.
Sulla scelta professionale poco da dire, mi accontento dell'onestà di chi ammette di farlo per soldi. Perchè ad esempio Juninho Pernambucano giura di voler tornare in Arabia perchè la famiglia si trovava benissimo...

Pile: Come calciatore l'ho sempre ritenuto sopravvalutato, fin da quando era giovane ed era ritenuto una grande promessa. Certo, ha colpi da grandi giocatore, ma non è mai stato sostenuto dalla necessaria continuità grazie ad un carattere decisivamente controverso.
La scelta professionale non la discuto, nel senso che ognuno è libero di fare quello che gli pare: c'è a chi piace prendere più soldi e chi invece fa un discorso più professionale. Come ha detto Giulio, l'importante è ammetterlo.

G.B: Non sono mai stato un suo ammiratore e anche nei suoi anni migliori il suo gioco non mi entusiasmava. Troppo estroso e difficile da capire, ha avuto comunque la forza di risollevarsi e fare una grande stagione al Chelsea, un'annata in cui probabilmente è stato addirittura sottovalutato. La scelta professionale e di vita non può essere discussa, ha quasi 33 anni, non moltissimi, ma è uno di quei giocatori che hanno avuto una carriera lunga ed intensa: esordio a soli 16 anni al PSG, ha giocato per squadre del calibro di Real Madrid, Arsenal, Liverpool, City e Chelsea, prendendosi "discrete" soddisfazioni anche a livello di palmares.

A.L: Uno dei giocatori più altalenati e tecnicamente lunatici dell'ultimo decennio. Bizzarramente -in linea col suo copione- ha toccato l'apice della sua carriera -comunque distinta e di tutto rispetto- al Chelsea, nelle ultime primavere. Farà compagnia allo stimatissimo -fra gli addetti del Blog- Darío Conca, tirandosi dietro una "pensione" mica da ridere. Questione di ideali e di scelte di vita, e se uno predilige, preferisce questo [...] tanti saluti da un tifoso del calcio giocato.

3) Due vittorie consecutive per l'Inter, 5 gol subiti nelle ultime 8 partite per Ranieri. Il testaccino sta facendo il massimo o ci sono margini per migliorare?

G.D.C: Qualche errore di troppo nei cambi, ma di sicuro ha saputo cambiare la rotta della squadra. Da zona salvezza a centro classifica, ma pur sempre un cambiamento. Margini ce ne sono eccome, ma bisogna avere il coraggio di cambiare e iniziare a pensare al futuro.

Pile: Ranieri sta facendo un ottimo lavoro. Sta riuscendo laddove Gasperini aveva fallito. Sta schierando la squadra con razionalità, avendo compreso subito i problemi a metà campo ha rimpinguato il reparto, anche a costo di rinunciare ad attaccare. Non è l'uomo su cui fondare il progetto, ma è un vero "aggiustatutto" adattissimo alla situazione odierna.

G.B: Concordo con entrambi, è la soluzione meno dolorosa e rischiosa per l'immediato. Ha risolto con praticità i problemi principali di questa squadra, ma non lo sceglierei mai per pianificare il futuro... il rischio di ritrovarsi Schelotto in rosa è dietro l'angolo.

A.L: La solidità difensiva riacquisita (vista sopratutto nelle ultime due gare) coincide con il ricongiungimento del duo epico Lucio - Samuel (non per niente i centrali del 2009/2010), e di un equilibrio in fase di non-possesso già ben collaudato -con l'ossatura centrale temprata da Cambiasso e Motta, anche loro protagonisti del Treble. Il margine c'è, senza dubbio; non è una vittoria di misura a Genova l'espressione del potenziale massimo di questa squadra, il fine ultimo -per quanto in questi mesi si sia svalutata agli occhi dei più, e il valore assoluto crollato nelle gerarchie virtuali degli appassionati. Gli infortuni -e l'avversità che li accompagna fino alla porta di Appiano-, nelle ultimi due stagioni sono stati il problema principale e per lunghi tratti impediente (nel periodo di Benitez imprescindibile, non si poteva fare un discorso Inter senza tenerli in considerazione), iniziano a far tirare qualche sospiro, e con i recuperii di Sneijder, Maicon in definitiva, Forlan, si potrà ragionare a pieno organico, a pieno regime. Se poi Jonathan, Coutinho, Alvarez, Poli, ecc. avranno modo di/mostreranno le loro capacità per quel che realmente hanno in dote e per quel che sono stati presi [...]


4) Esiste un caso Sneijder? L'olandese, spesso infortunato, ha attirato le preoccupazioni di Moratti. Può tornare entro Gennaio al livello di 2 stagioni fa e garantire continuità?

G.D.C: Esiste eccome, ma purtroppo Sneijder è sempre stato così. Allergico ad allenarsi e libertino nei comportamenti (chiedere info a Madrid). Quando le cose vanno male è più evidente, anche perchè lui per caratteristiche ha bisogno anche di una squadra attorno. Come due anni fa molto difficile, meglio dell'ultimo anno e mezzo doveroso

Pile: Sneijder è un problema serio. Le sue abilità tecniche non si discutono, ma per esprimersi a grandi livelli deve forse essere coccolato e vuole che gli sia affidata una certa leadership. Sono curioso di vedere come si inserirà nella nuova Inter di Ranieri e quali effetti provocherà.

G.B: Una sequenza di infortuni da far rabbrividire e che inevitabilmente pone quesiti importanti sulla sua professionalità. Dispiace parlarne, ma dopo le due partite ravvicinate con l'Olanda e l'ennesimo stop è impossibile non chiedersi quanto tenga all'Inter in questo momento. Le speranze di rivedere il giocatore di due anni fa sono svanite da tempo, per colpe sue e per il contesto non ideale in cui è inserito. La domanda però è: a gennaio torna... o se ne va?

A.L: Sneijder è il giocatore complessivamente con più valore dell'Inter. Moratti ha altro di cui preoccuparsi, veramente, se congetturiamo in negativo anche su di lui, dando adito alle varie indolenze e affari extra-calcistici, certo che troviamo un caso, ma per un Campione del genere -e in un momento del genere, in questa annata- non possiamo permettercelo. Wes è sempre su quei/suoi stratosferici livelli -nel proprio ruolo-, e la grana riguardo la continuità non deve creare preoccupazioni, perché non esiste -gli bastano due/tre partite per riappropriarsi come più gli va-. Le elucubrazioni alla Fabrizio Biasin -degno della redazione di cui fa parte- sul fatto che Sneijder non abbia a cuore il Club, e robe varie le lascio ad altri. (Moratti ha solo detto la realtà, che gli infortuni stanno martoriando e che sarebbe servito. Più che ovvio mi viene da dire, no?)


5) E' iniziato il Mondiale per Club, finale Santos-Barcelona. I blaugrana sono naturalmente la squadra da battere, Neymar and Co possono fare l'impresa?

Pile: Più che altro credo la mia curiosità sarà legata al fatto di vedere Neymar, Ganso e gli altri talenti contro una grande (la più grande) d'Europa. Se il Barcelona gioca come sa, il Santos non ha speranze. Però nel post Clasico può succedere di tutto...

G.B: Il Barcellona due anni fa soffrì tantissimo il catenaccio e la garra dell'Estudiantes di Sabella, una squadra completamente diversa da questo Santos. Il rischio è che i brasiliani pensino di potersela giocare con il Barcellona a livello tecnico e non di applicazione tattica ed intensità. Sarà curioso vedere finalmente all'opera Neymar e Ganso contro una squadra europea, soprattutto dopo le poche luci e molte ombre della Copa America meno sudamericana degli ultimi anni.

G.D.C: Il Barcellona può perdere solo se sottovaluta clamorosamente l'impegno, cosa che sembra impossibile per una squadra così vincente. Il Santos deve armarsi di parecchia umiltà se vuole sperare di fare qualcosa, perchè contro individualità simili non hanno nemmeno idea di cosa voglia dire giocare e se iniziano a fare i brasiliani è finita. Se Guardiola volesse cancellare Ganso dal campo in partenza gli basterebbe schierare Mascherano titolare davanti alla difesa, ma sappiamo che è impossibile.

A.L: Il Santos è una formazione interessante per i singoli -ai palati Europei- e che per ovvi motivi alletta. Sui micidiali ragazzi di Guardiola, c'è rimasto da dire veramente poco o nulla, se non fare ulteriori complimenti dopo il Clasico, e la rinnovata prova di forza e la riconferma di stare -come da un paio anni a questa parte- sopra tutti. La Club World Cup ha spesso regalato fatti inaspettati (come ha detto G.B. lo stesso Barca due anni fa, sul campo vide un Estudiantes più ostico del previsto che stava per portare in SudAmerica il trofeo), ergo siamo aperti alle meraviglie, sperando di rimanere stupiti da Neymar (che goal) & Co.

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